Programma di Residenze d’Artista #1
Il primo Programma di residenze per artisti italiani e internazionali della Fondazione Sant’Elia, a cura di Giusi Diana, realizzato in collaborazione con la Città Metropolitana di Palermo, è finalizzato a favorire la mobilità internazionale degli artisti e a valorizzare le espressioni più attuali dell’arte contemporanea.
Comunicato stampa
Inaugurerà giovedì 21 luglio alle ore 18,30 la mostra di fine residenza dell'artista ucraina Anastasiia Kolibaba (Odessa, 1994), visitabile fino al 31 agosto presso la Cavallerizza di Palazzo Sant'Elia. Il primo Programma di residenze per artisti italiani e internazionali della Fondazione Sant'Elia, a cura di Giusi Diana, realizzato in collaborazione con la Città Metropolitana di Palermo, è finalizzato a favorire la mobilità internazionale degli artisti e a valorizzare le espressioni più attuali dell'arte contemporanea.
Nella settecentesca ex Cavallerizza di Palazzo Sant'Elia, uno spazio a tre navate caratterizzato dalle eleganti colonne grigie in pietra di Billiemi e dalle volte a crociera, sono allestiti una serie di dipinti olio su tela, una serie di sculture in argilla cruda e un'installazione pittorica e oggettuale. Tutte le opere, tranne in un caso, sono state realizzate da Anastasiia Kolibaba a Palermo, su invito della Fondazione Sant'Elia, nel corso della residenza artistica e umanitaria, in seguito all'invasione russa in territorio Ucraino del 24 febbraio di quest'anno; da qui la data indicata nel titolo della mostra, concepita dall'artista nella sua nuova, straniante e surreale (l'abbreviazione SUR nel titolo) condizione di esule a causa della guerra.
Il Sindaco Metropolitano Prof. Roberto Lagalla dichiara: "E' con grande piacere che la Città Metropolitana di Palermo ha contribuito, in collaborazione con la Fondazione Sant'Elia, alla realizzazione di questa mostra, ospitata nella Cavallerizza di Palazzo Sant'Elia. L'artista ucraina Anastasia Kolibaba è stata ospitata in residenza a Palermo durante questi mesi terribili che sta vivendo il suo Paese, e la mostra di fine residenza è il racconto dei tempi tragici che stiamo vivendo".
Kolibaba dichiara "La mostra rappresenta per me uno studio dell'impatto della guerra sui processi socio-culturali e sul cambiamento della percezione dell'immagine del mondo, sia a livello personale che sociale, quando la consapevolezza della propria mortalità, la paura animale, la volontà di sopravvivere ci obbliga a cambiamenti radicali, offuscando il confine tra metafora e realtà. Osservo il ritorno di simboli e immagini da un primitivo passato, apparentemente dimenticato"
La Residenza ha avuto come sede Palazzo Sant'Elia, splendido esempio di architettura tardo barocca siciliana. Le opere in mostra vivono pertanto anche delle suggestioni estetiche offerte dalla magnificenza del Palazzo, con i suoi motivi decorativi e iconografici tipici della cultura barocca, divenendo potente metafora di un processo di morte e di rinascita, in linea con la sua storia travagliata
( è stato recuperato dall'Ex Provincia Regionale di Palermo con un attento restauro, dopo secoli di abbandono). Come racconta Giusi Diana: "Tra le opere in mostra, una delle prime realizzate dall'artista a Palermo, è un delicato Studio, un olio su carta dal titolo "Rocaille", dall'omonima tipologia decorativa d'ispirazione naturale, con motivi di concrezioni marine, tipica delle architetture tardo barocche e rococò, presente anche a Palazzo Sant'Elia, un elemento che riporta idealmente l'artista alla sua città di provenienza, Odessa sul Mar Nero. La vulnerabilità della materia organica, nella nuda evidenza della carne e delle ossa esposte allo sguardo, è presente in molte delle opere in mostra, come nella doppia natura morta monocroma, un dittico caratterizzato dalla forza espressiva del colore e dalle vivide pennellate".