A Selinunte ritorna alla luce l’agorà: è la più grande del mondo

Con un'area di 33mila metri quadrati, il sito siciliano – su cui sono al lavoro in collaborazioni alcuni dei migliori istituti internazionali – restituisce un'immagine unica della vita della prima Selinunte. Dagli scavi emergono anche amuleti, gioielli e uno stampo misterioso

L’agorà più grande del mondo, quasi 33mila metri quadrati di ampiezza, è stata appena scoperta in Sicilia. La straordinaria area appartiene al sito archeologico siciliano di Selinunte, di cui va a narrare la nascita, i legami dei coloni con la madre patria e la società del tempo. Gli scavi, che hanno restituito anche amuleti, gioielli e la seconda parte di un importante stampo, sono guidati da Clemente Marconi, a capo di una missione che ha interessato principalmente lo spazio tra il Tempio A e il Tempio O e vede lavorare gomito a gomito – caso esemplare di cooperazione internazionale – l’Institute of Fine Arts della New York University e l’Università degli Studi di Milano in collaborazione con l’Istituto Archeologico Germanico di Roma. Tutti insieme hanno contribuito a quelli che Marconi ha definito, il 23 luglio, “risultati della massima importanza per la conoscenza di Selinunte in età arcaica e classica”.

SELINUNTE, LA STORIA DI UNA CITTÁ EMERGE DAGLI SCAVI

Il sito enorme, di cui possiamo avere contezza solo grazie alle vedute aeree dei droni, svela il cuore dell’antica Selinus così come doveva presentarsi prima della distruzione cartaginese. “Una conca vuota che impressiona per la sua ampiezza e il suo fitto mistero” ha commentato il direttore del Parco archeologico di Selinunte, Felice Crescente, “un primo esempio di musealizzazione su vasta scala che, sfruttando il contrasto creato dal diverso modo di rilasciare o assorbire la luce naturale della vegetazione diversamente trattata, restituisce un’immagine chiara e con contorni netti dello spazio visivo”. Non è ancora chiaro, stando agli archeologi, perché il sito fosse così grande, o perché abbia una forma perfettamente trapezoidale – al cui centro giace la tomba del fondatore Pàmmilo – o ancora perché non presenti strutture o tombe di epoca classica. “Siamo nel cuore di Selinunte e grazie alle attività di pulizia, predisposte dal direttore del Parco è possibile avere una visione d’insieme, seppure parziale, di questa immensa agorà”, ha dichiarato l’assessore regionale ai Beni culturali e Identità siciliana, Alberto Samonà.Dà l’idea della magnificenza di questa città e della sua straordinaria essenza, che si comprende anche dai ritrovamenti eccezionali delle missioni archeologiche. Pezzi unici che da venerdì saranno esposti al pubblico all’antiquarium”.

LA STRUTTURA DELL’ANTICA SELINUNTE

Emersa grazie a un’imponente operazione di ripulitura dalle erbacce – mentre gli studiosi stavano solo cercando di datare i due templi A e O –, l’agorà era circondata da quartieri residenziali ed edifici pubblici: il centro abitato era collegato all’acropoli da una lingua di terra sviluppandosi perlopiù verso Nord e sovrapponendosi (si crede pacificamente) a un villaggio preesistente di sicelioti. È in questo spazio, un vero e proprio snodo urbanistico tra le diverse aree cittadine, che si concentrava la vita collettiva della comunità. Gli archeologi sono stati anche in grado di delinare la presenza di un recinto sacro per il culto degli antenati con al centro un heroòn (un monumento commemorativo per un personaggio di rilievo), un impianto che ricalca perfettamente e raddoppia quello di Mégara Hyblaea – antica patria dei coloni greci che fondarono la città – oltre a resti di strutture in pietra e ossa di animali che fanno pensare ad altari dove venivano compiuti i riti per sancire la ripartizione del terreno. Sempre su questo lato dell’agorà, intorno alla metà del VI secolo avanti Cristo, si pensa si stato eretto un edificio composto di un unico grande vano, forse un hestiatòrion, una sala per banchetti rituali dove potevano trovare posto nove grandi klìnai (i letti dove consumare i pasti).

Agorà di Selinunte dall'alto Courtesy Parco Archeologico di Selinunte

Agorà di Selinunte dall’alto Courtesy Parco Archeologico di Selinunte

I MANUFATTI RISCOPERTI A SELINUNTE

Ma non finiscono qui i doni di Selinunte, che in questo momento ospita la grande mostra Ars Aedificandi, che racconta in scala 1:1 le macchine usate dagli antichi per costruire i templi. Una seconda e una terza area di scavo, hanno riguardato il settore meridionale del grande santuario urbano hanno rivelato muri di argilla mista a cenere (probabilmente recinti rituali) e piastre di cottura d’argilla di tipo greco e la più grande quantità di frammenti di ceramica di Mégara Hyblaea mai trovata. Qui è emersa anche la seconda porzione di uno stampo che, a dieci anni dal ritrovamento della prima parte, torna completo: gli archeologi ipotizzano che servisse per creare uno scettro prezioso. Si tratterebbe di un oggetto unico: per questo lo stampo, una volta realizzata la prima e unica fusione, era stato diviso nelle sue due parti e seppellito nell’area sacra. Ora è in programma un’indagine metallografica per capire che tipo di metallo sia stato utilizzato (bronzo, probabilmente) per la fusione ed eventualmente replicarlo.

Chicca finale, i manufatti ritrovati nel Tempio R: tra questi spiccano un ciondolo in avorio a forma di sirena – ricomposto perfettamente da una serie di frammenti trovati nel 2017 e databile alla metà del VI secolo avanti Cristo – e un piccolo amuleto in pasta di vetro blu che raffigura un falcone. Questo amuleto, un’immagine di Horus prodotta in Egitto tra la fine del VII e l’inizio del VI secolo a.C. è per Marconi, “uno dei più importanti oggetti di produzione egizia scoperti in Sicilia e dà l’idea della ricchezza delle dediche alla dea del tempio”.

– Giulia Giaume

https://www.parcoselinunte.com/

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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