L’artista Sislej Xhafa apre un centro d’arte contemporanea a Peja in Kosovo

A ridosso dei giorni di apertura di Manifesta 14 a Prishtina, Sisley Xhafa scommette sul potere trasformativo dell'arte e inaugura in Kosovo un nuovo progetto di archivio visuale per le arti contemporanee

Nei giorni di Manifesta 14 il valore, i luoghi e gli strumenti dell’educazione sembrano incrociare ripetutamente le strade dell’arte e percorrere il Kosovo con particolare forza. A Prishtina ad esempio i visitatori più pigri e scoraggiati dai chilometri da percorrere hanno rischiato di perdere una delle sedi più significative della rassegna nomade, la Hertica School House, che attraverso l’intervento della ong ETEA restituiva una delle tante micro-vicende della storia della violenza serba: l’esclusione del popolo kosovaro albanese dall’accesso alla scuola pubblica.

Arkiv Instituti a Pejë ph. Artan Hajrullahu

Arkiv Instituti a Pejë ph. Artan Hajrullahu

L’ONG ARKIV DI SISLEJ XHAFA NELLA SCUOLA DI PEJA

Ancora in Kosovo, ma questa volta nella città di Peja, è stata di nuovo una scuola il luogo di elezione protagonista dell’apertura di un altro importante presidio artistico. È infatti nella prima scuola elementare pubblica della città che l’artista Sislej Xhafa – che a Peja è nato nel 1970 – ha inaugurato lo scorso 23 luglio la prima mostra che segna l’avvio delle attività di ARKIV The Institute of Contemporary Art PejëSilence Took a Hold of the Rooms, dell’artista kosovaro Artan Hajrullahu, presente all’inaugurazione a Peja insieme al suo Primo cittadino e all’Ambasciatrice del Kosovo in Italia, Lendita Haxhitasim.

Arkiv Instituti a Pejë ph. Artan Hajrullahu

Arkiv Instituti a Pejë ph. Artan Hajrullahu

ARKIV, UN ARCHIVIO VISUALE PER L’ARTE IN KOSOVO

“Un’archivio visuale, è così che ho immaginato da subito questo luogo”, racconta Sislej Xhafa del nuovo progetto voluto per il suo Kosovo. Fondata nel 2018, la ong ARKIV mira dunque a collezionare, raccogliere, ordinare e sistematizzare “documenti” in un’accezione molto ampia del termine, lavorando attraverso le ricerche artistiche su un territorio che ha una storia ingombrante, eppure ancora da raccontare. E trova ora una sede fisica in un luogo di significati già densi e stratificati. Non lontano dal Parco Nazionale della città e dalle sue imponenti montagne, la nuova casa di ARKIV è infatti la “Vaso Pash Shkodrani”, la scuola primaria pubblica di Peja aperta nel 1946. L’edificio e il suo giardino hanno accolto da allora i bambini delle scuole e adesso, in vista di uno spostamento delle attività didattiche in altri spazi rinnovati, si accingono a ospitare i progetti artistici che andranno di volta in volta a nutrire l’archivio visuale immaginato da Xhafa.

Arkiv Instituti a Pejë ph. Artan Hajrullahu

Arkiv Instituti a Pejë ph. Artan Hajrullahu

LA MOSTRA DI ARTAN HAJRULLAHU PER ARKIV

A inaugurare le attività di Arkiv nel plesso scolastico è stata la mostra personale dell’artista kosovaro Artan Hajrullahu, che il pubblico di Manifesta ha potuto scoprire o riscoprire anche nello spazio espositivo del Grand Hotel di Prishtina. Da Gjilian, dove è nato nel 1979 e dove vive e lavora, Hajrullahu si è imposto come nuova figura di riferimento del panorama artistico del Kosovo attraverso una pittura delicata, intima e in grado di raccontare momenti e scene di vita quotidiana, memorie del passato e dell’infanzia, immaginari culturali e tradizioni condivisi. Per Silence Took a Hold of the Rooms, la mostra inaugurale di ARKIV, le sue opere, tutte di formati contenuti, sono state disseminate nelle aule e nei corridoi della scuola di Peja, in un’armonia poetica con tutti gli oggetti e i progetti creativi che rivelano a ogni passo la presenza dei bambini. Mentre andranno poi a regime prossimamente anche dei tour mediati per accompagnare il pubblico in questo nuovo itinerario.

LA MISSION DI ARKIV A PEJA

La scommessa è dunque, di ritorno da Manifesta così come da Documenta, sul potere dell’arte. E questa è la mission che ARKIV si è data: “aiutare l’avanzamento dell’arte contemporanea in Kosovo attraverso l’impegno diretto degli artisti e del pubblico creando mostre importanti e programmi in grado di comunicare il potere trasformativo dell’arte del nostro tempo”. Funzionare cioè come un catalizzatore di energie e idee per costruire strumenti collettivi, condivisi con le comunità locali e internazionali per affrontare insieme tempi e temi complessi. A conferma di un più diffuso atteggiamento nel mondo dell’arte, di una sorta di effetto domino che mira ad abbattere i confini tra le sfere apparentemente distanti della cultura e della vita e che dalla pregnanza delle pratiche educative guarda con slancio a più ampi sviluppi sociali, politici, economici. D’altronde di chi sceglie di insegnare, e dunque di condividere il sapere, Luca Serianni diceva che “non può prendersi il lusso di essere pessimista”.

-Cristina Masturzo

www.arkivi.org

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Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna Economia e Mercato dell'Arte e Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni al Master in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia di…

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