“La vita senza amore, dimmi tu che vita è“, canta Fedez, con Tananai e Mara Sattei, nel suo nuovo tormentone La Dolce Vita. Nel video che accompagna il brano, dal sapore volutamente rétro, appaiono tutti i simboli e i colori dell’estetica che riporta alle spiagge italiane Anni Sessanta. Quelle che in cui si andava con la Fiat 500, si ascoltavano Edoardo Vianello e Mina, si giocava a rubabandiera e si ballava il twist.
FEDEZ E LE HIT DELL’ESTATE
Fedez e i suoi compagni, in Gucci dalla testa ai piedi, sono perfettamente in stile con camicie a pois, abiti con stampe grafiche, gilet con revers sciallati, pantaloni ampi con pince, scarpe colorate, occhiali da sole oversize.
“Quando si lavora su progetti come i videoclip delle hit estive si cerca sempre di partire da un concetto di positività”, racconta Giulio Casagrande, che ha curato lo styling di Fedez per il video. “Come l’anno scorso con ‘Mille’, anche quest’anno Fedez ha deciso di portare avanti una visione che rimanda alla vita italiana del passato, in riviera. Volevo ci ricordassimo del Mediterraneo, un luogo vastissimo che accomuna molti di noi. L’incredibile potere di questo luogo è dato dal fatto che, nonostante i Paesi siano differenti, c’è sempre un rimando estetico al bello, che a me ricorda il lavoro di Slim Aarons, fotografo per eccellenza dei felici Fifties e Sixties”.
IL CINEMA E LE VACANZE DEGLI ANNI SESSANTA
L’immaginario della villeggiatura italiana Anni Sessanta, ma anche Settanta e Ottanta, è tornato di moda già da un po’ e a cavalcare l’onda ci ha pensato il cinema, con pellicole di successo che hanno ottenuto consensi e riconoscimenti.
Non si tratta solo della riscoperta e valorizzazione di cult movie come Sapore di Mare, capolavoro della nostalgia firmato da Carlo Vanzina nel 1983, mai passato di moda e oggi amato anche dai ragazzi della Generazione Z. In realtà le atmosfere delle estati italiane (in spiaggia e non solo) sono le grandi protagoniste anche di film degli ultimi anni, come Call me by your name di Luca Guadagnino (2018), L’incredibile storia de l’Isola delle Rose (Sydney Sibilia, 2020), È stata la mano di Dio (Paolo Sorrentino, 2021), opere che hanno fotografato perfettamente e con un pizzico di malinconia le spiagge con le cabine e gli ombrelloni colorati, le terrazze (e le rotonde) sul mare, i jukebox, le abitudini, le atmosfere tipiche che fanno parte della nostra cultura vacanziera.
LA VILLEGGIATURA IN ITALIA E LA DEGLOBALIZZAZIONE
Dopo due anni di pandemia, anche il turismo italiano è cambiato. I lunghi viaggi in luoghi esotici sembrano al momento essere un po’ accantonati, mentre località come Capri, Rimini e Forte dei Marmi sono tornate più che mai sulla cresta dell’onda, frequentate da vip e socialite.
A spiegarcene il motivo è Nello Barile, professore di Sociologia dei Media e della Moda all’Università IULM, autore di numerosi libri e articoli sui consumi e sui processi culturali: “La deglobalizzazione è l’apice di un processo di lungo periodo che trasformerà radicalmente i comportamenti di consumo, tra cui anche quelli turistici. Se molti studiosi si stavano preparando a celebrare un nuovo edonismo postpandemico fatto di consumi sfrenati e impensabili, il passaggio dalla pandemia alla guerra in Ucraina ha ribadito invece il valore di una certa sobrietà. Il chilometro zero si trasforma da questione etica a scelta psicologica. Il successo dell’Italia come destinazione turistica è pertanto effetto di questo doppio movimento: da un lato un consumo rassicurante in un’epoca di traumi continui, dall’altro la difesa del made in Italy tramite la compensazione del bacino di turisti stranieri (che non possono più visitare il Bel Paese) grazie ai turisti italiani”.
I BRAND DI MODA E LE COLLEZIONI ITALIANE
Insomma, anche per quest’anno “stessa spiaggia, stesso mare”. La moda, indicatore sociale per eccellenza, ha abbracciato il trend e sono molti i marchi che hanno omaggiato negli ultimi mesi le località simbolo della nostra penisola e l’idea di vacanza a 360 gradi.
Per l’allestimento della SS22 menswear, Prada ha messo in scena una “fuga estiva” in cui natura e artefatto si incontrano. Nel video della sfilata, i modelli percorrono un tunnel che li porta in un paesaggio incontaminato fatto di sabbia, massi di granito e un bellissimo mare limpido e blu che, ça va sans dire, è quello della Sardegna.
La Grotta Azzurra è il titolo della collezione SS22 di Emilio Pucci, che segna il debutto della nuova creative director Camille Miceli e rende omaggio all’isola di Capri con una splendida campagna che vede protagonista la top Vittoria Ceretti.
E non è un caso se anche Etro ha scelto Capri, dove, dopo l’apertura di una nuovissima boutique monomarca, ha organizzato un mega party alla Taverna Anema e Core, storico locale notturno e mecca dell’intrattenimento del jet set internazionale, inaugurando così una serie di eventi che toccheranno mete turistiche iconiche, molte delle quali proprio in Italia.
Sempre in Italia, per la precisone in Liguria, è ambientata la campagna della collezione beachwear 2022 La Vacanza di Versace, che offre allo sguardo una serie di scatti magistralmente realizzati dalla fotografa Camille Summers-Valli e che vanta la presenza di Iris Law (eh sì, proprio la figlia di Jude). Le immagini raccontano una vacanza tra amici al mare caratterizzata da uno stile unico e da uno sfrenato divertimento e riprendono i look vivaci della collezione estiva. I bikini con stampa barocco, le iconiche scarpe con platform, le mini bag dai colori vibranti e i giochi da spiaggia sono gli ingredienti della vacanza perfetta secondo Queen Donatella, “perché il lusso dovrebbe essere espressione di bellezza e seduzione, ma soprattutto di personalità e di divertimento”.
Quella del 2022 sarà dunque un’estate a chilometro zero, che sia da trascorrere in ferie o semplicemente da osservare nella sua tipicità. Perché l’estetica vacanziera italiana è diventata un trend. Sarà che non allontanarsi troppo da casa ci fa sentire rassicurati, sarà che non abbiamo più voglia di stranezze esotiche e soprattutto, come dicono in molti, sarà che viviamo nel Paese più bello del mondo?
– Valeria Oppenheimer
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