Un nome legato a un dettaglio divenuto ormai iconico: la suola color vermiglio delle lussuose scarpe che portano il suo nome. Christian Louboutin (Parigi, 1963) non ha mai fatto mistero di poggiare la sua attività su un retroterra artistico assai fecondo, da cui trae gli spunti per ideare modelli desiderati da ogni shoe addict che si rispetti, dal tacco quasi sempre vertiginoso. Dipinti, sculture, antichi manufatti, costumi hollywoodiani da mille e una notte, spettacoli di cabaret. Il 59enne designer francese ha sempre nutrito la sua già fervida immaginazione con stimoli attinti dai contesti più vari, senza distinguere tra alto e basso, nicchia e mainstream, cultura di massa e circuiti elitisti, mostri sacri dell’arte ed esordienti di belle speranze.
LOUBOUTIN IN MOSTRA A MONACO
L’esposizione Christian Louboutin, L’Exhibition[niste] Chapter II, aperta a Monte Carlo in partnership con l’online retailer Mytheresa (che ha salutato l’inaugurazione lanciando, in esclusiva sul proprio sito, una capsule collection di décolletée in otto tonalità nude), è la dimostrazione di quanto possa essere articolato e complesso l’immaginario di questo creativo; una serie di rimandi a innumerevoli ambiti artistici ed espressivi trasmutati nelle creazioni calzaturiere della maison, oltremodo estrose ‒ in trent’anni di lavoro. Allestita fino al 28 agosto al Grimaldi Forum ‒ mastodontica struttura traslucida di 70mila metri quadrati adagiata sul lungomare del Principato ‒, la mostra è stata concepita come la prosecuzione della retrospettiva originaria (da cui l’aggiunta del “secondo capitolo” nel titolo) tenutasi nel 2019 al Palais de la Porte Dorée di Parigi, ripensata e ampliata per adattarsi al meglio alla cornice in cui va a inserirsi. In tandem con lo stesso Louboutin, infatti, il direttore del Museo delle arti decorative parigino Olivier Gabet, che cura il progetto espositivo, ha voluto arricchirlo di innesti che provano come, negli anni, nell’estetica sfolgorante del marchio siano confluiti ricordi, atmosfere e specifiche reference monegasche, due su tutte, ovvero le collezioni permanenti del Musée Océanographique (una “stanza delle meraviglie, in cui stupore e incanto si combinano con l’interesse per gli oggetti naturali”, Louboutin dixit) e del Nouveau Musée National. Provengono da quest’ultimo diversi tra i pezzi forti in mostra, modellini di scenografie, alcuni costumi dei mitologici Balletti Russi di Djagilev, lo sfarzoso copricapo di piume sfoggiato da Joséphine Baker in uno dei suoi ultimi show, opera di André Levasseur. Negli spazi del centro congressi di Monaco, poi, sono dislocati artwork che ossequiano correnti e singoli autori dai quali più volte, nell’arco della sua lunga carriera, lo stilista si è lasciato suggestionare: le coloratissime serigrafie di Warhol, la possente sensualità delle amazzoni ritratte dal “king of kink” Helmut Newton, l’oceanografia.
IL LEGAME TRA LOUBOUTIN E LE ARTI VISIVE
Cuore pulsante della rassegna, l’Imaginary Museum, che il curatore considera sia centro sia punto d’approdo del percorso, “oggetti del pantheon personale di Louboutin”, selezionati in quanto “inestricabilmente legati alla sua figura di scopritore di culture, talenti, territori, forme di artigianato”. Vi si trovano esempi delle (tante) collaborazioni strette, nel tempo, dal re delle stiletto con personalità di rango dei rispettivi settori, arte o moda, ad esempio Cover Story II di Allen Jones, un’installazione 3D che compendia, digitalizzandola, la produzione scultorea del pop artist inglese, il video dal sostrato onirico di Lisa Reihana (che invita a perdersi in un excursus virtuale tra modelli d’archivio della griffe e luoghi emblematici della stessa), una creazione di Victoire de Castellane, direttrice artistica della gioielleria Dior. Una mostra da pensare come “un’odissea gioiosa e sofisticata attraverso tre decenni di prolifica creatività”, secondo Gabet, che invita i visitatori a calarsi nella realtà caleidoscopica, ludica e stratificata alla base del brand omonimo, per scoprire la singolarità di un créateur che, al pari di ogni grande designer, ha saputo “riconoscere una bellezza nascosta, senza tempo, prima degli altri”.
‒ Federico Poletti
Monaco // fino al 28 agosto 2022
Christian Louboutin, L’Exhibition[niste] Chapter II
GRIMALDI FORUM
10, avenue Princesse Grace
https://www.grimaldiforum.com/en/
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