Straperetana 2022: la mostra diffusa nel borgo abruzzese di Pereto

A Pereto la nuova edizione della mostra d'arte sparpagliata in tutto questo tranquillo paese in Abruzzo che ogni estate viene invaso dagli artisti. Che quest’anno parlano di ribaltamento dei ruoli

Torna a Pereto anche per questa estate 2022 Straperetana, la mostra d’arte diffusa organizzata da Paola Capata e Delfo Durante e curata da Saverio Verini, che quest’anno prende il titolo L’abaco rovesciato. Come suggerito dal nome, si auspica un ribaltamento di ruoli, attitudini, approcci: il rapporto filiale ma anche ribelle tra maestri e allievi, tra i grandi del passato e le nuove generazioni artistiche. Nume tutelare di questa rivoluzione è Marcel Duchamp, ma sono stati fondamentali anche una serie di artisti italiani che, in qualità di insegnanti, hanno formato le nuove generazioni di creativi, senza produrre copie o sosia espressivi: Toti Scialoja all’Accademia di Belle Arti di Roma, Luciano Fabro e Alberto Garutti all’Accademia di Belle Arti di Brera.

LE OPERE SPARSE NEL BORGO DI PERETO: STRAPERETANA 2022

Entrando dalla piazza del Castello di Pereto ci accoglie un motto: Un paese ci vuole. È un arazzo fatto a mano, opera di Lea Contestabile (Ortucchio, 1949), protagonista della mostra omonima curata da Manuela De Leonardis al Palazzo dell’Emiciclo e di una personale al Museo delle Genti d’Abruzzo. Il filo rosso torna nella seconda opera accolta nel borgo, una sorta di frammento mnemonico e simbolico che riporta all’attimo sospeso di un’infanzia lontana, e nell’installazione Legittimare di Daniela d’Arielli (Ortona, 1978), a piazza San Giorgio, dove va a ricamare due stendardi bianchi. Il cucito traccia sul fronte di una delle due superfici delle grafie in apparenza illeggibili, ma girando sul retro è possibile svelare il significato della scritta: una poesia di Wisława Szymborska dedicata all’acqua. Sono “due facce della stessa medaglia”, spiega l’artista, ed effettivamente, nel ritmo del filato sembra di percepire un movimento fluido, come un corso d’acqua. Sullo stendardo adiacente un groviglio scarlatto traccia il percorso dei maggiori fiumi europei che confluiscono nel Mediterraneo. Sullo spazio per le affissioni pubblicitarie d’Arielli colloca invece una carta rivestita di foglia d’oro con una sorta di frottage eseguito con i sampietrini.

CORRISPONDENZE TRA ARTISTI A PALAZZO MACCAFANI PER STRAPERETANA

La rassegna di Straperetana, quest’anno è ridotta rispetto al solito apporto. Non si espande nel saliscendi del borgo, limitandosi appunto agli interventi di Contestabile e d’Arielli. L’esposizione si concentra tuttavia a Palazzo Maccafani, sede abruzzese della galleria Monitor. Il curatore Saverio Verini ha rivolto una domanda ai cinque artisti invitati: quali sono gli artisti che assocereste al vostro lavoro? Ogni artista, in risposta, ha chiamato in causa altri artisti. Riccardo Baruzzi ha invitato il fotografo Marcello Galvani, entrambi si sono formati sotto l’egida del fotografo Guido Guidi. In Baruzzi, le opere Spaventapasseri e Giungo sono infatti assemblaggi di materiali poveri, tra il naturale e l’artificiale. Vivendo in provincia di Ravenna, entrambi si muovono nell’ambiente rurale, portando avanti l’idea che non sia necessario fare tanta strada per saper guardare. L’artista Alek O. ha invece invitato Diego Bianchi, uno dei più importanti artisti argentini contemporanei. Le opere di Bianchi, realizzate per delega, sono verdure come cetrioli e melanzane con stuzzicadenti conficcati, che fanno pensare a piccoli istrici o animali fantastici. Gli altri lavori di Bianchi sono dei motorini, opere mobili che combinano materiali di scarto come un tappo di una CocaCola e uno scontrino, e si basano sull’idea dell’inciampo, un elemento che rischia di inceppare il meccanismo. I lavori di Alek O. sono dei cubi composti con piastrelle e plafoniere che accostano luce fredda e calda. Anche le sue opere si basano sulle idee di assemblaggio ed errore, e sull’impiego di materiali poveri.

OMAGGI AGLI “EROI DEL PASSATO” E RICERCA DI RADICI: L’ABACO ROVESCIATO

Cesare Pietroiusti propone uno scatto dell’opera di Piero Manzoni esposta nel 2012 a Documenta Kassel, Socle du Monde ovvero “lo zoccolo del mondo”. Inoltre, presenta la copia originale del numero di Psicologia dell’Arte che contiene all’interno un saggio in cui Pietroiusti si sofferma sulla pratica di Manzoni. Namsal Siedlecki decide, invece, di omaggiare le proprie nonne e artiste Sofia Bentinck e Joan Hudson, per lui fonte di ispirazione. Il lavoro di Siedlecki parte da un Forno Verneuil, l’unico in Italia usato per sintetizzare i rubini, preso in prestito dal CNR di Padova, la cui fiamma agisce a 1800 gradi. L’artista ha posizionato per sei mesi lo strumento sotto una cascata, in Francia, trasformando il forno in un’opera d’arte bianca come neve fresca e brillante come quando la stessa viene attraversata dai raggi solari. In conclusione, Margherita Moscardini porta il suo motto Inhabiting without belonging e omaggia la figura di Bas Jan Ader. Il documentario dell’artista olandese, disperso in mare all’età di 33 anni, Launch of the Ocean Wave: Los Angeles to Cape Cod, June / July 1975 suggella con uno spirito di euforia irresistibile la sua ultima impresa artistica, un’intrepida traversata, con l’Ocean Wave che avrebbe dovuto condurlo da Cape Cod (Massachusetts) a Falmouth (Cornovaglia).

– Giorgia Basili

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Giorgia Basili

Giorgia Basili

Giorgia Basili (Roma, 1992) è laureata in Scienze dei Beni Culturali con una tesi sulla Satira della Pittura di Salvator Rosa, che si snoda su un triplice interesse: letterario, artistico e iconologico. Si è spe-cializzata in Storia dell'Arte alla Sapienza…

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