Metaverso nuova miniera d’oro dell’industria della moda. Che futuro ci attende?
Siamo immersi nel Web3, la frontiera che si decentralizza e restituisce il potere agli utenti. Ma che ruolo avranno gli NFT, il gioco e la moda virtuale nel futuro della shopping experience alle prese con il metacommercio? Un’analisi
Dobbiamo essere consapevoli che la moda digitale è a tutti gli effetti un’estensione naturale dell’applicazione dei filtri sui social media. L’intelligenza artificiale e la realtà aumentata stanno già offrendo nuovi modelli di business, come la visita virtuale degli showroom o la presenza in front row senza muoversi dal proprio desk o divano di casa (con o senza VR glasses). Gli NFT, i token non fungibili, sono beni crittografici la cui autenticità e proprietà sono verificate su blockchain e vengono acquistati, venduti e scambiati nel metaverso, spesso con criptovalute. Nel mondo della moda, gli NFT vengono utilizzati per autenticare i prodotti e identificare i beni collezionabili. Gli acquirenti, in particolare quelli della Gen Z, passano più tempo online e hanno modo di sperimentare le infinite possibilità del metaverso, ribattezzato a tutti gli effetti un ambiente digitale iperattivo dove si lavora, si gioca, si socializza e, per onor di cronaca, si acquista.
IL METAVERSO NELLA MODA
L’industria della moda è approdata nell’universo meta già ai suoi albori, basti pensare che Balenciaga ha creato skin per Fortnite, Nike ha comprato il marchio di sneaker virtuali RTFKT e Louis Vuitton ha lanciato un videogioco con NFT da collezione, parzialmente progettato da Beeple, per il suo 200° anniversario. Lo stesso Gucci ha effettuato incursioni sulla piattaforma di gaming Roblox proiettandovi il più classico dei Gucci Garden e acquisendo, nella sua versione digitale, ben 19 milioni di visitatori (nulla a che vedere con i numeri di quello fisico). Intanto, dall’altra parte del globo, Ralph Lauren decideva di firmare una collaborazione con l’app sudcoreana Zepeto per la creazione di una collezione e di “skin” che modificano l’aspetto. Tutto è fattibile nei metaversi come Meta’s Horizon Worlds, Decentraland, Sandbox e l’innovativo IMVU. Qui si possono personalizzare avatar 3D per rappresentare sè stessi mentre si esplora, si gioca e si interagisce con i propri simili. Come scegliere di disegnare i propri avatar dipende dai singoli utenti, e qui si chiude un occhio sulle implicazioni e le patologie dismorfiche causate dall’alterazione virtuale che derivano dal plasmare, con l’onnipotenza a portata di clic, il nostro virtual human. Non poteva mancare la prima Metaverse Fashion Week che ha avuto luogo lo scorso marzo su Decentraland, senza non poco disorientamento da parte della stampa specializzata, di matrice boomer e millenial, impegnata a girovagare nell’universo parallelo richiamando gli stessi ritmi vorticosi delle settimane della moda fisiche. Eppure si è trattato del più grande evento di moda virtuale fino ad oggi che ha visto il coinvolgimento di circa 70 marchi, artisti e designer, inclusi i grandi nomi come Dolce&Gabbana, Etro, Tommy Hifiger, Cavalli o IKKS.
QUALI SONO LE NOVITÀ ITALIANE CIRCA IL “METABUSINESS”?
L’Italia è antesignana, e lo dimostra ponendo le basi con la formazione visionaria grazie all’esperienza trentennale di Polimoda. Nelle sue aule si sta svolgendo primo corso dedicato al FASHION FOR METAVERSE dove, partendo dal design di abbigliamento per avatar, è possibile esplorare la sottocultura della moda che affianca il design digitale e la modellazione di capi reali, nonché l’uploading del design all’interno della blockchain. In collaborazione con Monogrid, agenzia creativa digitale eletta Agency of the year dal Digital Design Award, viene promosso lo short course di 4 settimane che esplora tecnologie, scenari e opportunità che il metaverso offre all’industria della moda formando esperti specializzati nel design e nello sviluppo di creazioni moda digitali per metaverso e NFT. “Una nuova esperienza, interamente digitale, che connette il mondo reale con quello delle interazioni virtuali per offrire alle persone l’opportunità di esprimere sé stessi attraverso avatar 3D digitali personalizzabili”, sono le parole del Direttore di Polimoda, Massimiliano Giornetti. “In risposta alla crescente richiesta di profili professionali con una conoscenza sempre più sfaccettata della fashion industry, questo corso saprà amplificare il potenziale creativo dei designer di domani, capaci di integrare l’artigianalità della moda tradizionale con realtà iper aumentate. Una creatività versatile, concettuale e capace di mettere in collegamento l’Heritage della moda con il metaverso”.
METAVERSO E MODA. LE REALTÀ ITALIANE
Processi operativi già all’attivo con giovani realtà come BLOCKVISION, nata nel bolognese, che si occupa di tracciabilità e Web 3.0 definendosi una blockchain boutique specializzata nella digitalizzazione di opere e prodotti. Con all’attivo una lista di committenze entusiaste, tre sono le attività consigliate da BLOCKVISION per esaltare il valore delle collezioni e creare nuove esperienze di engagement: Tracciabilità, Digital twin e l’applicazione di una Smart Label. BLOCKVISION ha sviluppato una piattaforma tramite la quale è possibile tracciare filiera e prodotti su blockchain in pochi semplici step. Ciò non vuol dire solo aumentare la visibilità di filiera e la trasparenza del brand, ma anche proteggere design e marchio dalla contraffazione. Grazie alla tracciabilità è poi possibile creare automaticamente un Digital Twin per ogni prodotto, in altre parole un alter ego sotto forma di NFT che racchiude tutte le sue informazioni – dall’autenticità alla qualità dei materiali sino alla paternità del design o il proprietario attuale. A questi importanti dati si accede scansionando una Smart Label, ovvero una soluzione di extended packaging che incrocia QR Code e Tag NFC per svelare la vera identità e storia del prodotto. Smart Label agisce come un vero e proprio sigillo di autenticità, generando al contempo canali diretti di comunicazione 1:1 fra brand e consumatore e preziosi consumer leads.
MODA E METAVERSO. LE REALTÀ INTERNAZIONALI
Le ultime novità internazionali riguardanti i presidi virtuali sulle orme della moda giungono, infine, da Tommy Hilfigher e da Meta. Il primo ha inaugurato il suo primo store sempre sulla piattaforma di gaming Roblox, sulla quale era già presente dallo scorso dicembre con una collezione realizzata da otto stilisti digitali. Gli stessi hanno dato vita ad uno spazio ispirato alla street art e al Bronx dove le statue degli animali in pietra prendono le fattezze di quelle dello Zoo di New York. Nella boutique si può acquistare tutta la collezione Pop Tommy Jeans composta da puffer, da giacche a vento, da felpe con cappuccio e dagli accessori come il cappello a secchiello e il marsupio con logo. Nel pieno della disputa sul riavere alcune piattaforme con le loro finalità originali, poco prima dell’estate, Meta ha lanciato il primo Avatars Store – disponibile su Instagram, Facebook e Messenger – dove poter scegliere look griffati per i propri alter ego virtuali. Il kick off ha visto il coinvolgimento di tre brand del segmento lusso: Prada, Balenciaga e Thom Browne. “I beni digitali saranno un modo importante per esprimere se stessi nel metaverso e un driver decisivo dell’economia creativa», ha affermato Eva Chen, direttore delle fashion partnership di Instagram. Si è trattato di una sfilata virtuale di avatar «la prima e unica che ha visto la partecipazione esclusiva di Mark Zuckerberg”, aggiunge Chen, per presentare gli outfit creati dai brand.
– Alessia Caliendo
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