L’umorismo di Yuval Robichek
Vive sulla riva sudorientale del Mediterraneo, dove l'estate dura ben più che altrove. I suoi personaggi sono dunque poco vestiti. Il delicato sens of humour di un illustratore israeliano
Ci si dimentica troppo spesso che anche l’esercizio dell’umorismo è un’arte; e diremmo, prima di tutto, un’arte di vivere. È un’arte, perché è un modo di interpretare la realtà e, come immediata conseguenza, di reinventarsi il mondo.
LO SGUARDO LATERALE DELL’UMORISTA
L’umorista, col suo sguardo (estetico ed etico) che definiamo laterale, sa vedere particolari che a noi gente comune sfuggono, o forse semplicemente ci paiono congrui, e invece d’improvviso li svela incongrui, prima a sé e poi a noi – e questo ci suscita di colpo un piccolo shock percettivo, indi una sorpresa, indi un microflash nervoso, indi una risata o almeno un sorriso, indi un lampo di benessere. Indi, sì, ogni volta l’umorista ci fa dono di un attimo di gioia di vivere, di un fugace beneficio al nostro equilibrio psicofisico, di una piccola dose di medicina contro il grande nemico, il male di vivere. Grazie umoristi, dunque, artisti del godimento dell’esistenza, che riuscite a trasformare – quand’anche solo illusoriamente e transitoriamente – gli stessi imprevisti negativi in opportunità viceversa positive. Grazie umoristi, perché ci fate buon sangue, perché ci regalate scintille di calore in ogni stagione dell’anno e della vita.
L’ESTATE DI ISRAELE
A proposito: in Israele c’è un umorista che ama suddividere e classificare le sue opere proprio in base alle quattro stagioni. E si direbbe che si mostri specialista soprattutto dell’estate, forse perché vive sulla riva sudorientale del Mediterraneo e gode così più estate di tanti altri. Ma la stagione calda, almeno a suo vedere, si può intendere pure come la più disponibile alle influenze e agli esercizi dell’eros, probabilmente a causa dei pochi vestiti che richiede di indossare; e si sa che la vista della carne nuda suggerisce immaginazioni di sempre maggiori nudità.
Ebbene, il baldo Yuval Robichek mette in moto la propria fantasia – e di conseguenza le nostre – volentieri di fronte agli indumenti più succinti che ci siano, quelli da spiaggia. I costumi da bagno in particolare coprono lo stretto indispensabile, in fin dei conti esaltando quanto nascondono. E Rubichek si diverte a puntare esattamente lì il suo sguardo: diretto in senso letterale, ma laterale in senso figurato.
IL TRATTO ESSENZIALE DI YUVAL ROBICHEK
Ricorrendo a un segno estremisticamente essenziale, che assegna a uomini e donne le stesse corporature snelle e squadrate e il medesimo ovale di viso, spesso privo di occhi e sempre dotato di un lungo naso rettilineo a turacciolo, il nostro umorista è capace di fissare momenti qualunque in visioni eccezionali, ovvero in concentrazioni quasi monocromatiche – perciò ancora meno distraenti, più precise – atte a catapultare fantasticherie oltre quegli straccetti di stoffa, verso l’ispirazione prettamente erotica.
Ma stavolta, e ogni volta, soprattutto per ridere. Non solo per una buona estate, in definitiva, ma per una estate migliore per tutti. E sappiamo quanto bisogno ve ne sia – sempre, e ultimamente più che mai.
– Ferruccio Giromini
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #67
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