Alberto Gianfreda – Italia
Alla galleria Molinella di Faenza il progetto, a cura di Irene Biolchini, che “rompe” la tradizione ceramica italiana in un’azione contemporanea.
Comunicato stampa
Nell’anno del ritorno di Argillà presso la Galleria Comunale della Molinella viene presentata l’opera ITALIA, nata da un processo partecipativo coordinato da AiCC Associazione Italiana Città della Ceramica. Grazie all'azione di AiCC, sono stati inviate all’artista ceramiche provenienti da 21 differenti città per 11 regioni, che sono state poi sapientemente rotte in frammenti, attraverso un processo mirato e ragionato, e successivamente riassemblati per comporre il grande mosaico che dona vita a ITALIA. Descrivendo l’opera è Irene Biolchini, curatrice della mostra, a scrivere: «Davanti agli occhi dello spettatore un cerchio dalle dimensioni monumentali si sviluppa in un continuo movimento cromatico. Solo avvicinandosi si possono riconoscere i dettagli delle diverse decorazioni tradizionali. La particolarità, la specificità di un luogo cedono il passo alla lettura complessiva dell’opera. Non esistono più tanti centri isolati nella loro storia artigiana, ma un insieme armonico di storie che si ibridano e confondono per restituire un’immagine nuova, inattesa, spiazzante. Ripensare la tradizione per Gianfreda significa intervenire all’interno del suo linguaggio: spezzettare il decoro non significa distruggerlo. Al contrario è proprio il trauma, la rottura, l’evento dirompente che permette alla tradizione di uscire da sè stessa incontrando l’Altro. Chi è questo Altro? L’artista, ma anche il pubblico non specialista. Non bisogna conoscere la storia della ceramica italiana per entrare in ITALIA. Semplicemente i diversi decori parlano di un sapere legato alle mani, che si rinnova ad ogni ripetizione, ad ogni giro attorno al tornio. E se il tornio impone un movimento che continuamente trasforma, allo stesso modo anche ITALIA ci obbliga ad uno sguardo attorno alla ceramica: un modo di concepire lo sviluppo antropologico prima ancora dell’oggetto ceramico stesso. I decori di ITALIA allora non sono virtuosità o tecnicismi, ma segnali di un contesto culturale».