Jason Middlebrook – Someday everything will be different

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA GIAMPAOLO ABBONDIO
Piazza Giuseppe Garibaldi, 7 , Todi, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
10/09/2022

Ore 11-19. L'artista sarà presente

Artisti
Jason Middlebrook
Generi
arte contemporanea

Gino De Dominicis soleva dire che l’arte più giovane era quella antica perché venuta prima nel tempo. Lui era di Ancona, città del centro Italia molto vicina a Todi: mi piace pensare che questa antichissima città, secondo il suo assunto giovanissima, abbia contribuito a formulare quel concetto.

Comunicato stampa

Jason è un pittore antico, per questo modernissimo, che ha realizzato opere concettuali più di vent’anni fa, per poi abbandonarle e concentrarsi sulla pittura. La sua produzione più recente lo vede creare trame optical su pezzi di tronchi d’albero, materiale primitivo su cui interviene con competenze intellettuali ed elementi geometrici al limite dell’alchemico. Nei suoi lavori possiamo riconoscere l’influenza del Michigan, dei Grandi Laghi da cui proviene e della Silicon Valley, in California, luogo in cui è cresciuto.

Oggi Jason è a Todi, ha trascorso qui parte dell’estate dipingendo in un contesto che non potrebbe essere più lontano da quello a cui è abituato: eccolo usare tele di lino enormi, ritrarre squarci di paesaggi con la cura al dettaglio di un orientalista, ritrarre in formato macro oggetti ritrovati fortuitamente e, talvolta, tornare a quelle geometrie a cui è abituato, ma alleggerendole dalla solida rigidità. Qui riscopre il piacere della sperimentazione e dell’osservazione di quello che lo circonda.

SOMEDAY EVERYTHING WILL BE DIFFERENT è il titolo scelto da Jason, una citazione presa da When I paint my masterpiece, una delle canzoni più significative della produzione di Bob Dylan che parla della frustrazione dell’artista e della speranza che il dipingere un capolavoro possa far cambiare le cose. A Todi (in Italia) Jason si è trovato di fronte alla sensazione che il tempo fosse immobile, da qui la spinta creativa a cercare di cambiare.

Qui tutto è antichissimo, quindi nuovo. Un luogo ameno in cui avvengono incontri imprevedibili come quello con John R. Pepper, fotografo di antica scuola e amante del bianco e nero più rigoroso. Tra i due artisti americani in terra straniera nasce un’amicizia. John inizia a documentare la genesi delle opere della mostra attraverso le foto inserite nel libro che sarà presentato in occasione del finissage. Nel testo dello studioso russo Kirill Petrin, che lo accompagna, leggiamo che non potremo mai sapere come fosse il processo creativo della nuova arte dei secoli passati. Attraverso questo libro, abbiamo per fortuna la possibilità di assistere a come quella riesca a ispirare la sensibilità contemporanea di un artista che vive il nostro tempo.