Una mostra a Roma ripercorre la storia d’Italia attraverso le sue stazioni
Documenti eccezionali e quasi cento preziose immagini dell’Archivio Luce e della Fondazione Ferrovie dello Stato si legano ai racconti di otto grandi scrittori per ricostruire la storia del Paese in una mostra da non perdere
Treni in partenza, sale d’aspetto e valigie di pelle sulla linea gialla: la stazione ferroviaria è per molti un luogo simbolico di grande valore, che se analizzata con cura diventa uno strumento prezioso per la memoria storica e uno specchio della società che, come i treni, avanza incessante. Ora la preziosa eredità delle stazioni ferroviarie italiane viene celebrata dalla grande mostra fotografica e documentaria curata da Cinecittà La memoria delle stazioni, all’Auditorium Parco della Musica di Roma dal 16 settembre all’1 novembre 2022. La storia dell’Italia che cambia si legge attraverso una collezione di documenti e a più di 90 immagini originali dell’Archivio Luce, arricchite con gli scatti della Fondazione Ferrovie Statali, di otto stazioni: a queste si affiancano i racconti di altrettanti scrittori, ciascuno originario della città di cui narra. La mostra non racconta tuttavia solo il passato del Paese: è esposto anche il presente delle stazioni, ritratte in 20 fotografie ad hoc dalla fotografa Anna Di Prospero.
LA MOSTRA LA MEMORIA DELLE STAZIONI ALL’AUDITORIUM DI ROMA
L’esposizione è quindi una raccolta a più voci, che riunisce da un lato l’immenso patrimonio archivistico dell’Archivio Luce – che meglio di ogni altro conserva la memoria audiovisiva del Novecento dell’Italia e del Mediterraneo – e quello della Fondazione FS, e dall’altro i racconti di alcuni dei maggiori scrittori dei nostri giorni, che si dipanano qui tra memoria privata e pubblica: sono Mauro Covacich per Trieste, Gaia Manzini per Milano, Tiziano Scarpa per Venezia, Enrico Brizzi per Bologna, Sandro Veronesi per Firenze, Melania Mazzucco per Roma, Valeria Parrella per Napoli, e Nadia Terranova per Messina. A questi si aggiunge il contributo del ministro della Cultura Dario Franceschini, che condivide un ricordo della sua Ferrara.
IL NUOVO CORSO DI CINECITTÀ
I contributi originali della mostra – che si tiene in autunno a Roma come prima tappa di un percorso itinerante in numerosi Paesi del mondo – vogliono essere il manifesto di un nuovo corso che “punta a fare cultura e non a custodirla semplicemente”, in linea con la visione dalla nuova presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia. I racconti, infatti, non sono l’unica opera originale realizzata appositamente per l’esposizione: nel selezionare il materiale dall’immenso Archivio Luce, Sbarigia ha scoperto che non esistevano immagini delle stazioni realizzate da fotografe donne. Da qui la decisione di avvalersi dell’opera di un’artista giovane, seppure già affermata e apprezzata, come Di Prospero, in modo che attraverso il suo female gaze restituisse un necessario punto di vista femminile sul tema. “L’Archivio Luce custodisce milioni di immagini, scattate soltanto da uomini nell’arco di quasi un secolo, mi sono ripromessa di colmare questa lacuna e cominciare a raccogliere anche sguardi e opere femminili; con Anna sento di aver cominciato col piede giusto: sarà un viaggio lungo e impegnativo, ma abbiamo agito subito per modificarne la rotta”, ha commentato Sbarigia. La mostra, ha proseguito, “riassume bene le linee guida che hanno improntato il mio progetto culturale per Cinecittà, a partire dal ruolo centrale che riveste l’Archivio Luce, un patrimonio inestimabile di immagini e filmati che deve essere divulgato, valorizzato, arricchito e soprattutto messo in dialogo con altri Archivi e altre espressioni artistiche, fedele al principio secondo il quale una ricchezza inattiva è una verità inerte”. Il progetto sarà oggetto di un catalogo (che include pezzi inediti) di Marsilio Arte / Archivio Luce Cinecittà, mentre la mostra dell’Auditorium sarà affiancata da iniziative di didattica in programma al Miac-Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema.
– Giulia Giaume
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