Ferruccio De Filippi – Primo esemplare assoluto e autonomo
La mostra si compone di due nuclei di opere— comprese tra il 1970 e il 1972 da un lato, e tra il 1977 e il 1980 dall’altro — le quali aprono e chiudono una fase fondamentale della ricerca di De Filippi.
Comunicato stampa
EDDart
Presenta la mostra
Ferruccio De Filippi. Primo esemplare assoluto e autonomo
A cura di Diletta Borromeo e Pasquale Polidori
Opening: Giovedì 15 Settembre 18.30
La mostra si compone di due nuclei di opere— comprese tra il 1970 e il 1972 da un lato, e tra il 1977 e il 1980 dall’altro — le quali aprono e chiudono una fase fondamentale della ricerca di De Filippi, che complessivamente è dedicata al posizionamento teorico di una ideale figura di artista all’intersezione di traiettorie culturali in cui la storia dell’arte si somma all’antropologia e alla filosofia antica, secondo un radicale senso di discendenza archetipica di tutti i significati — inclusa quella dello stesso artista a cui il titolo della mostra rimanda.
In quegli anni si compie il passaggio dalla primitiva esplorazione, comportamentale e scultorea, dei temi speculari del corpo anatomico e corpo linguistico, alla successiva sintesi iconografica di questi stessi temi, dapprima attraverso l’uso del disegno, e poi nel definitivo abbraccio di una pittura concettualizzata. La visione fondata sull’antico è, fra le altre, quella di «un’arte popolare», narrata in sequenza e in uno spazio ideale, senza margini né sponde — come nelle icone bizantine — che interessa la messa in atto del corpo e dello spazio.
In mostra è documentato l’intero percorso operativo che, da gennaio a giugno del 1970, prepara le azioni e le sculture che formeranno Antropologica, l’evento espositivo che avrà poi luogo a Torre Astura nel mese di luglio, centrato sul getto in mare del calco del corpo dell’artista, e che tra l’altro segna l’inizio della fruttuosa collaborazione di De Filippi con Gian Tomaso Liverani e la galleria La Salita. Due opere di poco successive — Autoritratto impossibile (un primo dipinto di piccole dimensioni esposto al centro di una grande tela bianca nel 1972) e Levitazione (una fotografia del 1971) — distillano un carattere paradossale e metafisico della sensibilità artistica di De Filippi. Questo spirito è destinato a permeare la pittura — qui presente con due esempi cardinali: Tre figure con inserto (1977) e A. in posizione di equilibrio (1980) — e la straordinaria serie di disegni che impegna l’artista per svariati anni, incentrata su una dimensione più sociale e drammatica, sorta di virtuosismo di forme, costumi e tipi umani, che Mario Diacono etichettò come “social- barocco”. Di questa serie, che include numerosissimi disegni su carte di piccolo e medio formato — come il Senza titolo (testa) del 1978 — qui troviamo dei più rari esempi su cartoncino di grande formato, tutti del 1978: Folla; L’euforia e il dubbio; Tentativo euforico.
Questa mostra segue la recente pubblicazione di due volumi che approfondiscono l’opera di Ferruccio De Filippi, entrambi per le edizioni Cambiaunavirgola Spazio Etico (Roma), e i cui contenuti si ritrovano qui intrecciati.
Euforia, Dubbio, Travestimento (2020), con uno scritto di Diletta Borromeo, propone una serie di disegni selezionati insieme all’artista e tratta il nodo cruciale che dall’arte concettuale viene poi risolto in pittura.
Io sono un frammento archeologico (2022) è il volume che Pasquale Polidori ha dedicato a Ferruccio De Filippi all’interno del progetto artistico Solventi, rivolto alla lingua come medium dell’arte visiva. Oltre ai testi di De Filippi e di Polidori, il volume contiene una ricchissima documentazione fotografica dei lavori di De Filippi tra il 1970 e il 1974, ad opera di Mariella Bolzoni.
Nota Biografica :
Ferruccio De Filippi è uno dei principali interpreti dell’arte concettuale a Roma, protagonista di eventi come quelli organizzati dagli Incontri Internazionali d’Arte nel 1972 e delle mostre personali alla Galleria La Salita, mentre all’estero è partecipe delle rassegne internazionali quali la VIII Biennale di Parigi e “Italy two. Art around ‘70” al Museum of the Philadelphia Civic Center. Ha attraversato gli anni Settanta dando vita a un percorso personale che lo ha spinto a elaborare le istanze sollevate dalla filosofia e dall’antropologia in quegli anni, attraverso i disegni presentati per la prima volta nel 1977, fino a mettere a punto, non ultima, una nuova concezione di pittura. L’intesa intellettuale con Gian Tomaso Liverani (La Salita) e con Mario Diacono determinerà sodalizi che, in entrambi i casi, si spingeranno oltre un decennio.