Gaetano Gambino – Mirabili Resti. Il tempo l’attesa la luce e l’ombra

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO URSINO - MUSEO CIVICO
Piazza Federico Di Svevia , Catania, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
14/07/2022
Artisti
Gaetano Gambino
Generi
fotografia, personale

Gaetano Gambino, da sempre dedito alla ricerca e alla documentazione del patrimonio artistico e paesaggistico siciliano, si sofferma stavolta su una popolazione lontana dai riflettori, conservata nei depositi del Museo Civico di Castello Ursino.

Comunicato stampa

Inaugura giovedì 14 luglio alle ore 18.30 al Museo Civico di Castello Ursino la mostra fotografica di Gaetano Gambino dal titolo Mirabili Resti. Il tempo, l’attesa, la luce e l’ombra organizzata dal Comune di Catania, Assessorato alla Pubblica Istruzione, Attività e Beni Culturali, Pari Opportunità e Grandi Eventi insieme all’autore delle fotografie. L’iniziativa, che verrà presentata tra gli altri dall’Assessore alla Cultura del Comune Cinzia Torrisi, è patrocinata dall’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana unitamente alla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania, dal FAI e dal FAI Giovani, dall’Accademia di Belle Arti di Catania, dal Museo Diocesano di Caltagirone, che oltre ad aver sostenuto questo evento ospiterà la prossima edizione, e dal Museo Diocesano di Catania; essa si avvale inoltre dello speciale contributo dell’Azienda Sac Service Aeroporto di Catania e di quello della Banca Agricola Popolare di Ragusa.
Gaetano Gambino, da sempre dedito alla ricerca e alla documentazione del patrimonio artistico e paesaggistico siciliano, si sofferma stavolta su una popolazione lontana dai riflettori, conservata nei depositi del Museo Civico di Castello Ursino. Oggetti legati da un denominatore comune: un silenzioso e nobile isolamento che cela le storie e il sentire di donne e di uomini, di eroi e di santi, di guerrieri e di bambini, di creature angeliche e demoniache. Testimonianze di un mondo parallelo, di una vita brulicante e invisibile, creature che divengono metafora dell’abbandono, dei dimenticati, ma anche metafora del custodire: custodi del tempo.
La mostra, curata da Domenico Amoroso e Roberta Carchiolo, accompagnata dai contributi letterari di Maria Attanasio e degli stessi curatori, e dal progetto grafico di Gianni Latino, ha visto la collaborazione di un gruppo di critici e intellettuali come Michela Becchis, Silvano Nigro, Pippo Pappalardo, Fabio Raimondi e Lina Scalisi.