Orizzonti possibili. Fra arte e cryptoarte
La Kunsthalle West ospita un’inedita mostra sulla contaminazione di linguaggi contemporanei in dialogo fra loro, dove il virtuale fa parte del reale in un’immersione di memorie storiche che si trasforma in un’unica opera condivisa col pubblico.
Comunicato stampa
Kunsthalle West inaugura il 16 settembre, nell’area industriale di Merano, la mostra dal titolo Orizzonti possibili. Fra arte e crypto arte. Si tratta di un inedito percorso espositivo, volto a diventare un’opera condivisa con il pubblico, costruito sull’infrastruttura architettonica di questo spazio museale che, per vocazione, è un laboratorio di idee.
La mostra intende, infatti, introdurre il pubblico alle più recenti frontiere dell’innovazione applicate all’arte come la stampa 3D, la realtà aumentata, gli NFT (Non Fungible Token). Al tempo stesso, l’esposizione fa dialogare queste nuove tecnologie con forme d’arte più tradizionali: pittura, scultura, incisione e fotografia.
All’interno di questo percorso l’osservatore viene invitato a diventare artista attraverso una live performance per la creazione dell’opera della mostra creata dai partecipanti. Anche i bambini saranno protagonisti: avranno uno spazio dedicato in cui potranno colorare un pavimento di tela, ispirati dal contesto.
“Quando entrai alla Kunsthalle, ebbi la sensazione di sublimare la dimensione spaziale come forma d’arte, immaginando la mostra come un racconto dove le opere e gli artisti dialogano fra loro. Un’esperienza condivisa con gli osservatori, anche i bambini, invitati a partecipare alla creazione di un’opera d’arte, come espressione nel presente della propria emozionalità creativa, insita in ogni persona”, commenta Cristina Ciusa, curatrice della mostra, la quale si occupa di comunicazione, con un focus sulla cultura e l’etica dell’innovazione, dalla trasformazione digitale a quella delle persone.
Le opere in mostra a Orizzonti possibili
Il Sacco di orbace di Francesco Ciusa rappresenta il fulcro attorno a cui si dipanano le contaminazioni di linguaggi e mondi che disegnano e interpretano l’esposizione Orizzonti possibili.
La scultura di Ciusa del 1922 evoca infatti la centralità espressiva da cui si sviluppano percorsi e suggestioni, che entrano in comunicazione con una tela di cinque metri dedicata ai bambini che potranno lasciare i singolari timbri emotivi con i colori. Nata dal progetto i colori raccontano storie, un concept ideato e realizzato dalla curatrice come esperienza creativa dell’arte contemporanea per i più piccoli; in cui le emozioni e l’immaginazione fluiscono senza confini, ispirandosi a opere di artisti internazionali viventi attraverso un itinerario immaginifico che racconta nuove storie.
Con questa veste interpretativa il visitatore sarà intercettato dal monitor di una televisione che trasmette l’ironia di una nuova pop art in chiave rinascimentale.
L’anteprima della Breaking David collection in NFT realizzata da Marcello Baldari, Emiliano Iozzo, Gabriele Votta insieme a Luca Vajani, NFT expert. In questo allestimento artistico la televisione diventa l’arena innovativa in cui il digitale destruttura la classicità dell’iconico David di Michelangelo con lo sviluppo 3D sofisticato dalla combinazione di materiali preziosi, elementi primari, effetti speciali. Qui il dettaglio riflette sull’immaginario collettivo dissacrando e divertendo. La tecnologia NFT, basata su blockchain, garantisce l’unicità, l’impossibilità di contraffazione e la dimostrazione univoca di proprietà dell’opera d’arte. Breaking David sdogana lo sciovinismo materiale del collezionismo notorio, riportando l’arte ai costumi di massa in un umanesimo che abbraccia stili eterogenei, diversi.
Le carte cotone di Isabella Accenti sono invece mondi legati a personalità esistite, fluttuanti in un tempo sospeso. La fotografia viene strappata alla sua realtà dal digitale con influenze dadaiste e cubiste, in rapporto fra l’Art Déco e il futurismo, per essere toccata dalle mani dell’artista che ne ridà vita e valore con impressioni acquarellate. Le carte incorniciate e libere creano in un gioco prospettico una poetica visiva sensuale sullo sfondo sonoro di un vecchio proiettore anni ’30.
Le macchie di colore di Andrea Varesco rivelano un apparente disordine verso un caso ordinato in grado di tracciare un’estetica raffinata compositiva. Dagli sfondi accesi emergono spirali che volteggiano fra le pennellate. Acrilici e resine accelerano e rallentano in un cromatismo sospeso che evoca nell’astratto una forte e cristallina emotività, priva di limitazioni. Il colore emerge nelle sue molteplici possibilità in un continuum processuale pittorico.
Gli universi di materia di Gregor Prugger si ispirano alla natura dei boschi delle Dolomiti, con cui sono realizzate le opere, la quale si esprime nella plasticità dell’astratto. Elementi di legno e bassorilievi vengono presentati come cammini scultorei intersecando lo spazio. Radici e rami si arrampicano per creare insolite forme, come solo la natura sa fare adattandosi a condizioni inaspettate. L’ingegno umano dell’artigiano agisce sulla materia sublimando il primordiale rapporto con la natura, musa ispiratrice dell’artista.
Il percorso porta alle isole ontologiche di Giuditta Gilli Ravalli, che attraverso il gesto delle mani espresso in stampa 3D vibrano oltre la cornice dell’esistenza. L’artista entra con la penna 3D nella profondità scultorea costruendo reti plastiche come istantanee su momenti che ognuno può aver vissuto in rapporto con la natura, con l’infanzia, con l’arte e l’altro da sé. Confluendo in una sintesi intensa.
Camminando per la mostra con l’app per smartphone Still Life AR di Chiara Passa si valica un mondo immersivo, sperimentando un’ipotesi di viaggio nel metaverso attraverso still life di oggetti di casa realizzati con le tecniche di fotogrammetria e scansione 3D. Una memoria di oggetti che ruotano, si appoggiano, possono essere visti all’opposto della consuetudine da ogni prospettiva e raccontarsi a fianco o sovrapposti alle altre opere, disegnando spazi liminali e dinamici in cui il digitale ha valore con il reale.
Giuditta Gilli Ravalli realizzerà inoltre una sfera trasparente in stampa 3D che diventerà, in occasione della serata inaugurale del 16 settembre, la scultura condivisa di Orizzonti possibili alla Kunsthalle West; perchè il pubblico sarà invitato a partecipare alla live performance in cui avrà l’opportunità di raccontarsi come artista per un giorno. Ognuno potrà inserire spontaneamente nelle trame dell’elemento scultoreo oggetti, parole, messaggi tridimensionali in stampa 3D. La circolarità e la neutralità del colore dell’opera definiscono gli spazi di scambio, interazione e comunicazione liberi da confini.
“Per la prima volta ospitiamo una mostra che inserisce l’arte digitale in stretto dialogo con il reale. Il virtuale come racconto di nature morte e del classico dissacrante impregnato di estetica. Cristina Ciusa ha creato un’idea espositiva unica e inedita che per tre settimane renderà la Kunsthalle un posto fantastico”, racconta Ulrich Egger artista e presidente della Kunsthalle West.