A Firenze una mostra sull’arte del Novecento in Basilicata
Non solo Matera: la mostra a Palazzo Medici Riccardi porta alla ribalta quanti hanno contribuito, nei modi più vari, a scrivere la storia dell’arte in Basilicata durante il secolo scorso
Al viaggiatore assetato di rotte a ridotta densità turistica e dal singolare richiamo storico e naturalistico, la Basilicata ha da sempre offerto motivi di soddisfazione e appagamento. Già prima che l’imprescindibile esperienza di Matera 2019 e il successo di alcune pellicole cinematografiche catapultassero questo territorio in un vortice di (meritata) popolarità, quanti si erano spinti fin qui avevano potuto posare gli occhi su luoghi particolarissimi: talvolta remoti, all’apparenza aspri e introversi, di frequente evocativi di altre dimensioni, in primis quella lunare. Oggi destinazioni come Craco, Pietrapertosa, Castelmezzano, fra le altre, sono note a un pubblico crescente ed eterogeneo, consapevole di trovare in questa regione non solo le struggenti e memorabili bellezze materane.
L’ARTE DEL NOVECENTO DALLA BASILICATA A FIRENZE
Nel più rinascimentale dei palazzi storici fiorentini, progettato nel Quattrocento da Michelozzo, la mostra Dentro il paesaggio. Arte del ‘900 nella Basilicata interna prende per mano i visitatori e li incoraggia a indirizzarsi altrove, in strade forse ancora sconosciute. Lontano dal vociare dei turisti internazionali che affollano via de’ Ginori e San Lorenzo; lontano nel tempo e nello spazio dal Giardino Mediceo o dalla Cappella dei Magi, affrescata da Benozzo Gozzoli, entrambi parte del complesso architettonico promosso da Cosimo il Vecchio; lontano perfino dalle mete must-see della Basilicata. Curata da Antonello Tolve e inaugurata contestualmente alla Settimana Lucana ‒ VI Edizione: Radici e Percorsi, la rassegna aderisce a un percorso strutturato di narrazione e di scoperta delle specificità della Basilicata. Lo fa rispondendo a un quesito chiaro. È vero: stiamo imparando a identificare e apprezzare le specificità paesaggistiche della regione, le sue stratificazioni storiche – dalla civiltà magno-greca fino alle alterne vicende dell’emigrazione del secolo scorso –, la sua attitudine all’accoglienza. Ma cosa accadrebbe se provassimo a osservare più da vicino, impiegando la lente dell’arte moderna e contemporanea, una porzione di questo territorio?
DISEGNI, DIPINTI E LIBRI D’ARTISTA A PALAZZO MEDICI RICCARDI
Nel percorso espositivo, che si snoda secondo quattro macro-aree in una successione di ambienti dalle dimensioni contenute, Tolve chiama a raccolta artisti nati in Basilicata – come Leonardo Sinisgalli, Riccardo Dalisi, Luigi Guerricchio, Mauro Masi, Antonio Masini, Gaetano Pompa, Giacinto Cerone – e autori che, a vario titolo (e anche in ragione di memorie individuali e legami personali) hanno finito per intrecciare la propria traiettoria creativa con la Basilicata e il suo paesaggio. Un’operazione, tentata in anni recenti anche in altre zone del Paese, che a prima vista sembrano distanti (non solo geograficamente) dall’azione degli artisti del Novecento, in grado di lasciar intravedere una pluralità di storie, frequentazioni, relazioni e insospettabili convergenze. Arricchita da una ventina di libri d’artista e da un’installazione interattiva, dedicata ai parchi e alle risorse naturalistiche e ambientali della Basilicata, la mostra identifica nel nucleo di 116 opere di artisti nazionali e internazionali la propria struttura portante. Esposti lavori quasi interamente bidimensionali, come dipinti, disegni o collage, che portano la firma anche di Carla Accardi, Kengiro Azuma, Pietro Consagra, Fausto Melotti, Antonietta Raphaël, Paul Russotto, Toti Scialoja, Giulio Turcato, fra gli altri.
UN INVITO AL VIAGGIO NELLA BASILICATA INTERNA
Non resta dunque che chiedersi perché e in quale modo i destini di queste voci dell’arte del secolo scorso si siano a un certo punto incrociati con la Basilicata, erroneamente percepita in posizione marginale su questo fronte. La mostra fiorentina costituisce il preludio per un racconto che attraverso il viaggio in prima persona potrà arricchirsi di dettagli e curiosità, in particolare includendo nel proprio itinerario il “circuito museale” da cui provengono i lavori esposti. Insieme le istituzioni coinvolte disegnano una sorta di “quadrilatero culturale alternativo”, concentrato nella Val d’Agri, che prevede tappe ad Aliano, sede del Museo Paul Russotto e della Pinacoteca Carlo Levi; Castronuovo Sant’Andrea, che accoglie il MIG – Museo Internazionale della Grafica; Moliterno con la rete MAM – Musei Aiello e Montemurro, dove dal 2008 è attiva la Fondazione Leonardo Sinisgalli.
‒ Valentina Silvestrini
https://www.basilicataturistica.it/
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