Quali sono i critici d’arte e gli intellettuali più vicini alla destra che ha vinto le elezioni?
Sono giornalisti, critici, curatori, opinionisti, intellettuali. Ecco chi sono in Italia i profili meno lontani alla destra appena salita al potere, nonché coloro che potremmo vedere su poltrone e cariche pubbliche nel futuro prossimo
Nessuna sorpresa, nessun colpo di scena: i risultati delle elezioni politiche 2022 in Italia erano ampiamente annunciati da tempo e non sono stati contraddetti dai fatti. Con la schiacciante vittoria della coalizione di centro destra, su cui spicca il partito di Giorgia Meloni, si prospettano nel Paese nuovi equilibri e scenari, a cui una grande compagine di esponenti del mondo della cultura sta guardando con preoccupazione. Ma ci sono anche coloro che potrebbero uscire avvantaggiati da questo cambio di potere: sono critici, intellettuali, docenti, giornalisti, curatori, alcuni dei quali hanno già ricoperto incarichi pubblichi in amministrazioni di centro destra. Da Vittorio Sgarbi a Luca Beatrice, vediamo chi sono i professionisti che nei prossimi anni ambiranno ad incarichi, poltrone, musei, nomine.
– Giulia Ronchi
VITTORIO SGARBI
Storico dell’arte, critico, politico e opinionista, Vittorio Sgarbi non ha certo bisogno di presentazioni. È la figura del mondo dell’arte più nota e popolare-impopolare del nostro Paese, anche e soprattutto per i suoi tormentoni mediatici e le sue partecipate televisive in cui non ha mai lesinato scoppi d’ira e affermazioni “out of politically correct”. Attualmente è presidente del Mart – Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, della Fondazione Canova di Possagno, della Fondazione Ferrara Arte, sindaco di Sutri e all’inizio dell’anno è stato anche chiamato dal MAG, il Museo Alto Garda, sempre alla presidenza. Nonostante la collezione di cariche, con queste elezioni ha perso il posto al Senato, candidato con la sua lista Rinascimento e battuto da Pierferdinando Casini nel collegio di Bologna. Ma se chi esce dalla porta rientra dalla finestra, c’è chi dà per certo il suo ritorno in politica addirittura nel doppio incarico di Ministro della Cultura e dell’Istruzione.
LUCA BEATRICE
Critico d’arte, storico del cinema, curatore e professore all’Accademia Albertina di Torino, Luca Beatrice è stato curatore del Padiglione Italia alla 53esima Biennale d’arte di Venezia nel 2009 e per otto anni Presidente del Circolo dei Lettori. Tra le figure più note del panorama dell’arte italiana, è stato al centro di diverse polemiche le sue affermazioni “forti”, in contrasto con il pensiero degli addetti ai lavori. Uno su tutti, la polemica legata alle Luci d’artista di Torino scoppiata nel 2017, quando le opere luminose sono state vandalizzate nei quartieri periferici della città. “Ora a qualcuno per puro spirito demagogico è venuto in mente di portarle in periferia. Ci sono luoghi dove la bellezza e la cultura non arrivano; vanno lasciati al loro triste destino”, sono state le parole a commento del fatto. Un pensiero che ha seguito la stessa linea l’anno successivo, a seguito del dibattito scattato attorno al manifesto della Barcolana realizzato da Marina Abramovic, che diceva “We are on the same boat”, riferito alle tragedie degli sbarchi. “Una catena umana ben protetta nella propria torre d’avorio che va da Gad Lerner a Saviano, che dice di amare il popolo (un certo popolo) ma non ne sopporta l’odore e ora assolda Marina Abramović il cui illuminato parere sulla questione migranti e barconi ancora non conoscevamo”, tuonava su Artribune. “Ognuno la può pensare come vuole, ma qui si tratta di propaganda strumentale: da una parte i buoni, i giusti, gli artisti, le persone di cultura, dall’altra i cattivi, grezzi, rozzi, censori perché alla loro festa vorrebbero un messaggio di bellezza e serenità piuttosto che l’ennesimo predicozzo che, badate bene, al Paese reale interessa sempre meno. Dicono che la Abramović o la accetti così o rinunci. Mah, dipende chi paga”. Il suo ultimo libro è uscito lo scorso aprile e si intitola Sguardi. Cittadini con l’arte edito da Lattes: rivolto ai ragazzi di scuole medie e superiori, getta uno sguardo sull’educazione civica attraverso l’arte contemporanea.
ANGELO CRESPI
Tra le figure vicine alla destra italiana c’è anche Angelo Crespi, giornalista, saggista, critico d’arte e curatore di mostre, autore di libri come Nostalgia della bellezza. Perché l’arte contemporanea ama il brutto e il mercato ci specula sopra, Costruito da dio. Perché le chiese contemporanee sono brutte e i musei sono diventati le nuove cattedrali con la casa editrice Johan&Levi, 100 anni di arte immonda e Contro la Terza pagina. Crespi è stato direttore del settimanale “Il Domenicale” e del “Giornale OFF”, consigliere del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali (XVI Legislatura), presidente di Palazzo Te di Mantova e del Museo Maga di Gallarate ed è entrato in diversi consigli di amministrazione di importanti istituzioni culturali come Fondazione Triennale, Permanente e Piccolo Teatro di Milano. Attualmente è nel cda di ADI Design Milano e direttore artistico di Fondazione Sangregorio. È stato inoltre sottosegretario alla cultura durante il ministero di Sandro Bondi.
LUIGI MASCHERONI
Critico e giornalista, scrive attualmente per Il Giornale (dal 2001) occupandosi di cultura, costume e spettacoli, dopo aver collaborato con le pagine culturali del Sole24Ore e del Foglio. È professore all’Università Cattolica di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia, prima con il corso “Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico e poi “Teoria e tecniche dell’informazione culturale”. Nel 2022 è stato membro della giuria incaricata dal ministero per i Beni culturali di scegliere la Città capitale della cultura italiana per il 2024. Tra i suoi libri, il dizionario sui luoghi comuni dei salotti intellettuali Manuale della cultura italiana (Excelsior 1881, 2010), Elogio del plagio. Storia, tra scandali e processi, della sottile arte di copiare da Marziale al web (Aragno, 2015) e I libri non danno la felicità (tanto meno a chi non li legge) (Oligo, 2021).
MIMMO DI MARZIO
Mimmo Di Marzio è giornalista, critico e curatore d’arte contemporanea. È autore di numerose mostre ed è stato professore insegnando Editoria d’Arte all’Accademia di Belle Arti di Brera. Nella redazione de Il Giornale è responsabile della sezione di cultura e spettacoli della cronaca milanese. “L’arte concettuale infatti si concentra sull’idea, sul senso da esprimere più che sul lavoro sull’opera”, ha detto in un’intervista di ArtsLife. “Oggi, però, stiamo assistendo a un ritorno al manufatto, all’interazione diretta dell’artista con e sulla sua opera. C’è una sempre maggiore attenzione sulla materia. Siamo in una fase nuova dell’arte contemporanea: gli artisti di oggi partono dal confronto con la materia con cui lavorano”. Come artista, si dedica alla pittura, ispirandosi a uno stile vicino al neoespressionismo europeo degli anni ’80, esponendo presso la galleria Silvano Lodi & Due, la galleria Wannabee, la Click Gallery e la Silbernagl.
MASSIMILIANO FINAZZER FLORY
Massimiliano Finazzer Flory è un attore, drammaturgo e regista teatrale. Ha realizzato spettacoli teatrali e lungometraggi di stampo culturale. Tra gli ultimi progetti, Essere Leonardo da Vinci in collaborazione con RAI per le celebrazioni dei 500 anni dalla scomparsa di Leonardo e Dante, per nostra fortuna, film di dedicato alla Divina Commedia. Ha organizzato una lettura integrale della Divina Commedia nel Duomo di Milano e, sempre a tema dantesco, ha curato la mostra L’amor che move il sole e l’altre stelle nel parco di CityLife a Milano, coinvolgendo i progetti di 11 artisti contemporanei. Attualmente in preparazione, il suo prossimo lavoro cinematografico Altri Comizi d’Amore, le cui riprese sono iniziate a Casarsa della Delizia presso il Centro Studi Pier Paolo Pasolini. Il film attingerà dal “metodo Pasolini”, rievocando il titolo dei famosi Comizi d’Amore del 1964: tra sessualità, amore, relazioni e percezione sociale nel Paese, tematiche che restano tutt’oggi di grande urgenza. Finazzer Flory è stato dal 2008 al 2011 Assessore alla Cultura del Comune di Milano all’interno della Giunta Moratti, spodestando di fatto l’allora assessore Vittorio Sgarbi (che non fece di certo passare la cosa inosservata).
GIORDANO BRUNO GUERRI
Si è definito “liberale, liberista, libertario, ex libertino”. Giordano Bruno Guerri Anselmi è uno storico, saggista e giornalista italiano, noto studioso del XX secolo italiano, in particolare del ventennio fascista e dei rapporti fra italiani e Chiesa cattolica. Dal 2015 è presidente della Fondazione Opera pia Carità laicale e direttore del MuSa, Museo di Salò e nel 2016 ha fondato GardaMusei, che dirige, un’associazione culturale e turistica fra comuni, musei e altre istituzioni, che si è allargata fino a comprendere la Fondazione Guglielmo Marconi (Emilia-Romagna), la Fondazione Giovanni Pascoli (Toscana) e Istituti Italiani di Cultura all’estero. Nel 1997 è stato assessore alla Cultura di un del comune calabrese di Soveria Mannelli, dimettendosi tuttavia dopo un mese. Guerri è anche Presidente del Vittoriale o, per meglio dire, la vedova di Gabriele d’Annunzio perché, spiega in un’intervista su Luz, “Il Presidente del Vittoriale tradizionalmente è la sua vedova: perché lui, d’Annunzio, ha lasciato come erede il Vittoriale”. E prosegue, “gli allarmi di ritorno al fascismo mi fanno ridere. Li si tira fuori ogni volta che c’è un problema… Il fascismo fu un fenomeno inquadrabile in un periodo storico, con caratteristiche che non sono ripetibili. Ma ce lo vediamo uno in stivali, o anche in giacca e cravatta, che guida il Paese in maniera dittatoriale? Prima di tutto non ce lo permetterebbe l’Europa”.
PIETRANGELO BUTTAFUOCO
Giornalista, scrittore, conduttore televisivo e opinionista, Pietrangelo Buttafuoco ha cominciato la sua attività giornalistica collaborando con riviste di destra come Proposta e Il Secolo d’Italia, proseguendo poi con Il Giornale fino a Il Foglio di Giuliano Ferrara e Panorama. Alla fine degli anni novanta conduce su Canale 5, chiamato dall’allora direttore Giampaolo Sodano, la trasmissione Sali e Tabacchi, mentre nel 2011 ha condotto Questa non è una pipa su Rai 5. Tra i saggi pubblicati ci sono Cabaret Voltaire. L’Islam, il sacro, l’Occidente, Salvini e/o Mussolini, Sotto il suo passo nascono i fiori. Goethe e l’Islam.
FRANCO CARDINI
Storico e saggista italiano, specializzato nello studio del Medioevo, in gioventù è stato iscritto al Movimento Sociale Italiano, poi al movimento transnazionale Jeune Europe. Direttore di Ricerca nell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University, ha pubblicato numerosi saggi sull’epoca medievale, il confronto tra Oriente e Occidente, le crociate e la figura di Giovanna D’Arco, per citare alcuni temi. Ha espresso più volte la sua stima e il suo apprezzamento nei confronti di Giorgia Meloni e in un’intervista dell’ottobre del 2021 ha dichiarato di aver fatto qualche saluto romano senza essersene pentito.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati