Davide Cantoni – Of Men and Giants: The dreams of History of Elisabetta Farnese

Informazioni Evento

Luogo
MANN - MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE
Piazza Museo Nazionale 19, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
06/10/2022

ore 17

Contatti
Email: info@blindarte.com
Artisti
Davide Cantoni
Curatori
Memmo Grilli
Generi
arte contemporanea, personale

Un interessante e stimolante dialogo tra i famosi “disegni bruciati”, alcuni realizzati per l’occasione, di Davide Cantoni e le celebri sculture della Collezione Farnese.

Comunicato stampa

Il 6 Ottobre 2022 si inaugura al MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI NAPOLI, nelle sale che ospitano la Collezione Farnese, la mostra Of Men and Giants: The dreams of History of Elisabetta di Davide Cantoni, a cura di Memmo Grilli.

La mostra resterà aperta fino al 16 dicembre 2022.

Considerato con grande interesse per la tecnica innovativa e per l’intensità delle storie che racconta e reinterpreta attraverso il proprio lavoro, Davide Cantoni presenta in questa mostra opere che fanno parte di 2 interessanti e recenti cicli: Les Etrangers e le opere sulle conseguenze del surriscaldamento globale (2 degrees). Realizzate con la famosa tecnica della bruciatura su carta eseguita con lente di ingrandimento, le opere ispirate dalle immagini pubblicate sul New York Times entreranno in diretto contatto visivo con le celebri sculture esposte al Museo in un meccanismo di dialogo ma anche scontro tra giganti e uomini comuni, storia indelebile e notizie passeggere, grandi gesta che vengono impresse per sempre nella memoria collettiva ed episodi che incuriosiscono per poco, ma che vengono presto dimenticati.
Per la serie de Les Etrangers l’artista prende spunto dal capolavoro letterario del 1942 di Albert Camus L'Étranger (Lo Straniero). Un libro che esalta forse meglio di qualunque altro quel sentimento di indifferenza e di alienazione che in certi casi si sviluppa e si diffonde nella popolazione, e che l'artista da sempre addita molto chiaramente attraverso il suo lavoro come uno dei mali della società contemporanea. Gli stranieri in questo caso sono tutti protagonisti di episodi di cronaca, apparsi nelle pagine di quotidiani (in primis il New York Times, ma anche altri giornali). Sono per lo più rifugiati che riescono in qualche modo a sopravvivere al disperato viaggio ed arrivano nei paesi dell'occidente, pieni di speranza per il futuro, o almeno felici di essere sfuggiti al loro passato. I protagonisti, portatori di culture molto diverse da quella occidentale, invadono per un breve periodo le pagine dei giornali, quelle su internet o i telegiornali, arrivano alle nostre menti e a volte diventano spunto per le nostre conversazioni, ma ben presto finiscono per passare in secondo piano, fino a dissolversi di fronte alla pubblicazione di altre immagini, di altri episodi, spesso ancora più crudi, o semplicemente più recenti. È proprio contro questa conseguente indifferenza di fronte all'incessante sovrapporsi di eventi, di storie, di protagonisti e di stranieri che Davide Cantoni innalza la propria arte. È contro queste non-reazioni di fronte all'esasperazione che l'artista, sulla scia del protagonista del citato libro di Camus, si interroga su chi siano i veri stranieri: i soggetti rappresentati nei suoi ritratti o noi che li guardiamo indifferenti?
Nel ciclo di opere in cui focalizza l’attenzione sulle conseguenze del surriscaldamento globale, Cantoni mostra come le problematiche escano fuori dai margini dei salotti della politica internazionale per investire direttamente l’uomo e gli altri esseri viventi, e la vivibilità del pianeta. Le immagini, fragili per effetto delle bruciature, mostrano come questa piccola misura espressa in gradi - 2 - possa creare enormi differenze, portando il mondo per la prima volta davanti ad una catastrofe di proporzioni globali mai affrontata in precedenza creata da noi stessi, l’era dell’antropocene.

I disegni bruciati, le celebri opere realizzate da Cantoni concentrando la luce del sole attraverso una lente di ingrandimento che, imitando il processo fotografico, arriva a bruciare i tratti disegnati sulla carta, si arricchiscono in questo ultimo nucleo di opere (circa 15) per la presenza del colore, ormai - come dice l’artista - sempre più presente anche sulla carta stampata. Il colore, sottile e sbiadito, a volte bruciato, cattura l’attenzione e contribuisce a fissare nelle nostre memorie le immagini di eventi, evitando che il loro incessante susseguirsi ne faccia sbiadire il ricordo e l’importanza.

A queste opere si aggiungono 2 appositamente realizzate dall’artista.
PALMYRA - l’enorme quadro, dipinto con candeggina su telone fotografico nero, rappresenta l’immagine dei resti del teatro dell’antica città Palmyra (Syria) gioiello archeologico, che fu distrutto dai militanti Isis/Daesh insieme a gran parte del sito archeologico, quando presero controllo della zona nel 2015.

La candeggina che disinfetta, pulisce e rimuove il colore su una tela nera che ricorda le bandiere del ex-califfato.
UKRAINE FLAG - un campo di azzurro e uno giallo divisi da bruciature, una bandiera divisa da un gesto distruttivo che nonostante rimane integra.

Contesto

Le sculture della collezione, gigantesche di statura, sono anche dei Giganti della storia e della cultura, mentre le immagini di Davide Cantoni che ritraggono gli eventi di oggi, dei fatti dei “piccoli “esseri umani, sono dei reperti archeologici per il futuro.

Le immagini pubblicate dal NY Times hanno una visione tanto grande come numero di sguardi, che piccola come durata e diventano perciò parte di in una memoria collettiva quasi subconscia. Le opere della collezione invece funzionano in modo quasi opposto; fanno parte della memoria collettiva da secoli e “vivono” da secoli più a lungo della maggiore parte dei loro spettatori.

La connessione tra i due lavori include la storicizzazione delle immagini di cronaca che dopo essere pubblicate bruciano la loro rilevanza come “notizia” e vengono soppiantate quasi immediatamente dalle nuove immagini del prossimo ciclo di notizie.

L’artista bruciando le opere, da una parte brucia la notizia, dall’altra la eleva a opera d’arte. La innalza. E questo crea invece un effetto opposto cioè di rendere più duratura l’immagine e di farla sopravvivere all’incessante sovrapporsi di notizie che genera l’oblio.
Alcune osservazioni sull'Oeuvre recente di Davide Cantoni per la mostra 2 gradi - 2 degrees

di Lorand Hegyi

"Tutto il lavoro ha ovviamente un aspetto politico, e voglio che lo abbia. Penso che qualsiasi lavoro per essere interessante debba avere un aspetto politico. Voglio che la gente si chieda: cosa sto guardando? Cosa sta succedendo e perché? Allo stesso tempo, non voglio che sia travolgente, non sto facendo politica, sto facendo dipinti. I lavori riguardano la politica, ma hanno altro da dire sulla pittura, sul disegno, sulla fotografia, sul video. "- ha detto Davide Cantoni a David Coggings quando ha intervistato l'artista sulla relazione del suo lavoro con la politica. In realtà, l'opera di Davide Cantoni non si rivela come affermazione politica, né come manifestazione di alcuna attività politica, ma pura poesia. La fragilità delle immagini, la sottigliezza delle forme che suggeriscono un'esistenza provvisoria ed effimera di tutto il fenomeno compaiono nel suo universo, l'aura emotiva che circonda i motivi della natura e della civiltà umana creano tutti un contesto estremamente sensibile e riflessivo, meditativo, piuttosto contemplativo che attivo. Questa contemplazione quasi malinconica fa molto bene a qualsiasi attivismo politico. Questo è l'universo dell'artista, il regno del poeta, che ha la capacità e la competenza di vedere e lasciare vedere le forze nascoste e irrazionali dell'autodistruzione dietro la superficie apparentemente neutra delle cose.

La nuova serie di disegni su grande scala di Davide Cantoni offre un incredibile equilibrio tra intellettualità intrigante e sovversiva e sensualità accattivante e sottile, tra osservazione nitida e precisa ed immaginario empatico. Le sue immagini rappresentano luoghi, casi, situazioni e costellazioni sul nostro pianeta, dove diverse forme di ignoranza, indifferenza, violenza e aggressività umane distruggono l'armonia naturale e il resto storico delle civiltà precedenti. La bellezza accattivante dei frammenti, la superficie sensuale dei dettagli, i toni sottili e delicati della colorazione accuratamente introdotta di alcune parti dei disegni contribuiscono alla creazione di un nuovo tipo di bellezza della superficie, mentre noi abbiamo la tendenza a dimenticare, o almeno non renderci conto della tristezza della realtà che c'è dietro. Questa doppia strategia di lettura della realtà visiva delle immagini fabbricate rivela l'approccio intellettuale sovversivo di Davide Cantoni all'aspetto visivo e riempie il suo lavoro di tensioni, contraddizioni e molteplici riferimenti contestuali non solo per quanto riguarda la complessità narrativa dell'opera ma soprattutto riguarda il processo di osservazione critica e analisi del fenomeno riflesso. In questo senso la sua opera incarna anche un certo tipo di sfida dell'atteggiamento dello spettatore, come una messa in discussione della competenza dell'artista nella fabbricazione delle immagini. Il romanticismo nascosto di Davide Cantoni coinvolge la sua convinzione della competenza intrigante e sovversiva delle immagini, come il suo appassionato coinvolgimento emotivo nelle costellazioni umane concrete, nell'esperienza umana di angoscia, sofferenza, emarginazione, abbandono e violenza dei nostri giorni. I suoi disegni evocano prospettive di consapevolezza e allo stesso tempo dimensioni emotive di responsabilità ed empatia.