Un sentiero delle Dolomiti trasformato in mostra a cielo aperto

Arte e natura in dialogo nello scenario dolomitico di Pian de ra Spines. La fonte di ispirazione per gli artisti coinvolti e la dea Artemide. Tra realtà e fantasia

Si trasforma nel Giardino della dea Artemide Il sentiero di Pian de ra Spines, nei pressi di Fiames. Merito della terza edizione della rassegna artistica Sentieri d’arte, a cura di Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli.
Questa volta sono protagoniste sono le opere di Margherita Morgantin (Venezia, 1971) e Italo Zuffi (Imola, 1969) i cui interventi si aggiungono a due installazioni di T-yong Chung (Tae-gu, 1977) realizzate in occasione di un workshop presso il liceo artistico di Cortina.

IL GIARDINO DI ARTEMIDE

Fonte di ispirazione nella scelta del tema è stata la guida letteraria per escursionisti di Giovanni Cenacchi, Dolomiti cuore d’Europa (Hoepli, 2021), in cui si narra del sentiero di Pian de ra Spines proprio in relazione alla figura di Artemide, come se questo luogo rappresentasse il regno della divinità greca.
Artemide, dea della foresta, degli animali selvatici e al contempo della caccia, lascia traccia del suo passaggio fra le bellezze dolomitiche attraverso l’opera contemporanea in un gioco di dualismi tra arte e natura, realtà e fantasia, passato e presente.
Le opere, sei interventi installativi realizzati appositamente per la rassegna, dialogano con la natura circostante in modo incredibilmente armonioso, senza sovrastarla, ma ponendosi sul suo stesso livello di straordinarietà.

Margherita Morgantin, Arawa Aramis Anaramis Akawa, 2022. Photo Matteo Schiavoni

Margherita Morgantin, Arawa Aramis Anaramis Akawa, 2022. Photo Matteo Schiavoni

LE OPERE SUL SENTIERO DI PIAN DE RA SPINES

A richiamare la dimensione mitologica di Artemide è lo stesso allestimento delle opere per il quale è stato seguito, come ricorda il curatore Fulvio Chimento, un approccio di “scoperta casuale”, dove gli interventi artistici non sono sempre evidenti, ma spesso si palesano quasi come apparizioni.
L’essenza della dea Artemide riecheggia nelle opere che spesso sembrano rappresentare segni del suo passaggio, come nel caso delle frecce che trafiggono le cortecce degli alberi di Margherita Morgantin, o delle enormi chiavi e portachiavi con la scritta “bosco” di Italo Zuffi, che potrebbero proprio essere caduti ad Artemide, padrona e custode della foresta.
Le ciotole dorate parte di uno degli interventi di T-yong Chung sembrano invece rappresentare un atto di offerta alla divinità. La presenza di Artemide, oltre che nelle opere, si riflette anche nella particolare conformazione della natura stessa in cui queste si inseriscono, dove le dolci e sinuose curve del sentiero di Pian de ra Spines e il corso delle acque cristalline del torrente Boite richiamano inevitabilmente la divinità femminile, la donna incarnata da Artemide, in un’atmosfera di sacralità assoluta dell’arte e della natura.

Italo Zuffi durante l'allestimento di Abbinamento, 2022. Photo Matteo Schiavoni

Italo Zuffi durante l’allestimento di Abbinamento, 2022. Photo Matteo Schiavoni

SENTIERI A REGOLA D’ARTE DAL VENETO ALLA LOMBARDIA

La mostra Il Giardino di Artemide si pone in perfetta continuità e coerenza con le edizioni precedenti della rassegna; le opere, esposte in modo permanente lungo il sentiero, dialogano con quelle delle mostre precedenti in un universo fiabesco e mitologico che ogni anno si arricchisce di nuove storie. Quest’anno la rassegna si estende dal Veneto alla Lombardia con una seconda mostra dal titolo Polline nel contesto naturale della Valle di Intelvi con gli interventi degli artisti Simone BertiCaretto/Spagna e Jonathan Vivacqua, in programma dal 9 ottobre 2022.

Laura Coppelli

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Laura Coppelli

Laura Coppelli

Laura Coppelli (Pavullo nel Frignano, 1996) si laurea nel dicembre 2018 in Lingue e culture europee presso l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, concludendo il suo percorso con una tesi in letteratura angloamericana sulle arti visive con l’obiettivo…

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