Aperto Eataly Art House a Verona: foto, video, prime considerazioni

Il nuovo punto vendita Eataly di Verona ospita la Fondazione EARTH - Eataly Art House che propone mostre di alto livello ma anche opere d’arte in vendita per i clienti del supermercato

Ti piace l’arte? Vuoi diventare collezionista? Le opere che vedi puoi portarele a casa tua!”. Immaginate la comunicazione e segnaletica tipica dei punti vendita di Eataly però applicata a quadri, sculture e installazioni. Esposti come merce qualsiasi in un supermercato, con tanto di prezzi esposti. È ciò che da oggi succede a Verona dove ha aperto un nuovo grande negozio di Eataly (“forse il più grande d’Italia dopo Roma” dice la proprietà) all’interno del quale trova spazio la Fondazione Eataly Art House – EARTH, il primo progetto del gastromarket di Oscar Farinetti dedicato specificatamente all’arte.

LE OPERE D’ARTE IN VENDITA DA EATALY A VERONA

Di Eataly Art House abbiamo parlato già molto in passato raccontando il progetto e i protagonisti. Oggi che lo spazio è ufficialmente aperto al pubblico è il momento di mostrarvi le immagini di questo enorme (11mila mq) ex deposito di ghiaccio. E con le immagini (foto e video), raccontarvi anche la bizzarra e coraggiosa atmosfera che si respira passando da una esposizione di prosciutti ad una mostra di importanti opere del Novecento. Perché Eataly Verona fa proprio questo al piano terra, mescola opere d’arte e cibo, entrambe le merceologie ostentatamente in vendita. Ci sono al piano terreno tre spazi espositivi a forma di corridoio che intervallano bar, ristorantini, macellerie e verdurai: uno dedicato alla fotografia, uno dedicato ai giovani artisti, l’altro infine gestito direttamente da una serie di importanti gallerie d’arte italiane che hanno messo qui opere sperando, come dice la segnaletica appunto, che qualcuno voglia diventare collezionista. C’è poi un quarto ulteriore spazio culturale al piano terra, dedicato all’ex ghiacciaia per lunghi anni la più grande d’Europa.

I SUPERMERCATI DEVONO CAMBIARE. ANCHE CON L’ARTE?

Del resto il mondo del retail commerciale, in particolar modo per quanto riguarda il food, deve ripensarsi e metteresi nell’ordine di idee di offrire esperienze nuove al pubblico che altrimenti è prontissimo a assolvere tutte le sue esigenze virando le abitudini d’acquisto sull’e-commerce. Se vogliamo che la gente vada ancora al supermercato, il supermercato deve restituire alla gente delle esperienze coinvolgenti. E l’arte potrebbe essere una delle risposte secondo la sfida lanciata da Eataly. In questo i Farinetti, babbo e figli, coadiuvati dalla art manager Chiara Ventura – in capo alla quale sta tutto il progetto – sono stati ancora una volta pionieri.

EATALY ART HOUSE A VERONA: LE MOSTRE

Ma da EARTH a Eataly Verona, in queste massicce cubature post industriali a ridosso dell’importante quartiere fieristico della città (a proposito, tra poco inizia Art Verona qui a fianco), non si punta solo a ‘mercificare l’arte’ come sussurrano maligni gli immancabili detrattori. Non manca infatti l’attività culturale pura gestita direttamente dalla nuovissima fondazione. Si svolge al piano superiore dove ci sono due gallerie espositive per mostre di grido e uno spazio più piccolo dedicato a focus sui giovani artisti curati da Treti Galaxie che parte con una mostra di Marta Ravasi. Negli spazi grandi una mostra di Anton Corbijn con ottanta lavori ordinati dal curatore Walter Guadagnini e una di Ibrahim Mahama curata da Eva Brioschi. Nulla di preconfezionato: entrambe le mostre sono state progettate per gli spazi, pensate su misura assieme agli artisti che sono presenti a Verona all’opening. La sfida sarà far sì che queste produzioni passano girare anche per le altre sedi di Eataly, magari all’estero tra New York e Londra: anche lì i metri quadri dedicati al retail risulteranno presto sovradimensionati e si dovrà pensare a nuovi contenuti da affiancare alla rivendita di cibo sottoposta alla micidiale concorrenza dell’e-commerce.
Ultime due note prima di lasciarvi allo sfoglio delle immagini del nuovo polo e alla visione dei due video: lo spazio, rigenerato dopo anni di abbandono da Mario Botta, risulta centrato, piacevole, ottimale sia nella parte commerciale che in quella cultural-espositiva. Qualche dubbio resta sulla scelta di aver imposto un biglietto (14 euro) per la visita delle mostre. Nella logica dell’esperienza coinvolgente da offrire ad avventori e clienti forse si dovrebbe pensare a far provenire gli introiti da sponsor e partner piuttosto che dal pubblico che tra una spesa e un pranzo decide di vedersi una mostra.
Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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