Mercato dell’arte e divario di genere. L’esempio di Christina Quarles
Fra gli artisti in mostra nella Biennale di Cecilia Alemani – e presto in scena a Londra nell’ambito di Frieze ‒, l’americana Christina Quarles ha fatto parlare di sé nell’asta di Sotheby’s a New York della scorsa primavera. Accorciando le ingiustificate distanze dai colleghi
Christina Quarles (Chicago, 1985) dipinge corpi, ritratti di corpi non rappresentati come oggetti da osservare, quanto restituiti nella quantità di vita che li attraversa. “Tanto del mio lavoro riguarda momenti di intimità in cui esistiamo in tutte le nostre contraddizioni e complessità”, afferma l’artista.
All’asta The Now di Sotheby’s lo scorso 19 maggio a New York è stata proprio lei la sorpresa e la rivelazione, in una serata che si è distinta per un’attenzione robusta alle artiste più giovani, le cui vendite in aggregato hanno raggiunto un fatturato di 28 milioni di dollari. L’energia in sala era palpabile sin dal primo lotto, Falling Woman (2020), di Anna Weyant. Aggiudicato a 1,6 milioni di dollari da una stima ben più contenuta di 150mila dollari, è stato il primo di una lunga serie di record d’asta per diverse artiste i cui nomi risuonano negli ultimi mesi dalle sale room alle istituzioni dell’arte internazionali: Simone Leigh, Avery Singer, Jennifer Packer, Lucy Bull. E poi appunto, Christina Quarles, in catalogo da Sotheby’s con Night Fell Upon Us (Up On Us) del 2019.
MERCATO E DIVARIO DI GENERE
In un articolo apparso lo scorso 2 agosto sul Guardian, Mary Ann Sieghart ha rimesso sotto i riflettori lo spaventoso divario di genere tra i prezzi raggiunti dagli artisti e dalle artiste: 10 volte superiori quelli degli uomini, dicono i dati. E se qualcosa sta cambiando, come è vero, lo sta facendo lentissimamente, sia nelle sedi espositive – Biennale di Venezia su tutte – che alle aste, con incrementi dei processi di valorizzazione di alcune artiste. Richiestissime dai collezionisti, le loro opere partono in molti casi da stime pre-asta inferiori ai colleghi, ma stanno anche crescendo più rapidamente di quelli.
CHRISTINA QUARLES ALLA BIENNALE DI VENEZIA
In asta con una stima tra i 600 e gli 800mila dollari, Night Fell Upon Us (Up On Us) di Christina Quarles, una coppia intrecciata in un abbraccio sotto la Luna, ha raggiunto la cifra di 4,5 milioni di dollari, polverizzando il precedente record d’asta di 686mila dollari. L’opera incarna diversi aspetti distintivi della pratica dell’artista, interessata a esplorare e liberare le complessità del corpo umano, dell’identità, della razza, del genere, della sessualità, introducendo al tempo stesso interessanti innovazioni del medium pittorico con manipolazioni digitali e lacerti di stencil.
Scelta da Cecilia Alemani tra le protagoniste de Il latte dei sogni alla Biennale di Venezia 2022 e con mostre di rilievo istituzionale in curriculum – Museum of Contemporary Art, Chicago; Frye Art Museum, Seattle; South London Gallery; X Museum, Beijing –, l’artista di stanza a Los Angeles è anche già in importanti collezioni pubbliche (Centre Pompidou di Parigi, Guggenheim Museum di New York, Hirschhorn Museum a Washington, Museum of Contemporary Art di Los Angeles, Tate Modern a Londra) e la sua pittura e le sue figure dissonanti, ibride, distorte continuano a sedurre, tra astrazione e rappresentazione.
Cristina Masturzo
Articolo pubblicato su Grandi Mostre #30
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