La galleria italiana Massimo De Carlo apre un nuovo spazio in un palazzo storico di Londra

La personale dell'artista francese Jean-Marie Appriou inaugura il nuovo spazio londinese progettato dallo studio PiM.Studio Architects in un edificio di interesse culturale costruito nel 1723

Nuova casa per Massimo De Carlo a Londra: dallo spazio di South Audley il gallerista italiano si sposta infatti in un palazzo settecentesco di interesse culturale e storico di livello II in Clifford Street 16, nel cuore del prestigioso quartiere di Mayfair (dove già sorgono altre realtà artistiche italiane). La storica galleria milanese, presente sulla scena di Londra dal 2009, si trasferisce così in una casa più all’altezza delle altre sedi globali, andando a conservare gran parte delle caratteristiche interne originali del palazzo risalente al 1723 con un progetto dello studio londinese PiM.Studio Architects, con il cui aiuto aspira a offrire un “modello espositivo alternativo” per il sistema dell’arte contemporanea.

LA MOSTRA DI JEAN-MARIE APPRIOU NEGLI SPAZI ESPOSITIVI DI MAYFAIR DI MASSIMO DE CARLO

A inaugurare lo spazio, il 10 ottobre 2022, è la mostra dell’artista francese Jean-Marie Appriou (Brest, 1986) Ophelia, dove sono esibiti fino al 12 novembre una serie di lavori che evocano forme arcaiche e contemporanee allo stesso tempo, realizzati con un approccio sperimentale alla lavorazione di metallo, argilla e altri materiali. La personale dell’artista con base a Parigi – la sua prima nel Regno Unito – riprende nel nome e nei fatti il tragico personaggio shakespeariano di Ofelia, mutuato dal capolavoro preraffaellita di Sir John Everett Millais. Affascinato dal misticismo del dipinto, Appriou rielabora la sua ipnotica ambiguità interpretandola come un’allegoria del “passaggio”, forse dalla vita alla morte o forse dalla realtà a una dimensione parallela, invitando gli spettatori a sbirciare attraverso le “porte della percezione” profetizzate da William Blake. Le sculture, modellate a mano da Appriou, però, vanno oltre, de-romanticizzando il femminile – la figura di Ofelia diventa quasi una creatura anfibia, la “nuova sirena” descritta da Shakespeare nell’Amleto – e riconnettendolo alla natura, a cui tornano tutte le opere in mostra tra ninfee, salici e libellule.

Giulia Giaume

www.massimodecarlo.com

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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