Corpi di Reato
Mostra fotografica “Corpi di Reato. Un’archeologia visiva dei fenomeni mafiosi nell’Italia Contemporanea”.
Comunicato stampa
“Corpi di Reato. Un'archeologia visiva dei fenomeni mafiosi nell'Italia Contemporanea”. Un lavoro fotografico di Tommaso Bonaventura, Alessandro Imbriaco e Fabio Severo.
In occasione del decennale dall’inizio del progetto, la Fondazione Garuzzo ha deciso di ospitarne le immagini nella sua totalità presso il polo museale della Castiglia di Saluzzo.
Ogni scatto cela un episodio diverso, piccolo o grande, della storia dei fenomeni mafiosi contemporanei. Si tratta di scelte meditate, di eventi e di luoghi. Le immagini dei tre autori sono lontane da ogni forma di spettacolarizzazione, nulla hanno a che vedere con la violenza e il male che il senso comune associa alle azioni della criminalità organizzata. Piuttosto, vengono mostrati paesaggi, luoghi, scorci, e la visione che da essi è possibile avere, lo stesso punto d'osservazione che ebbero i protagonisti. Il registro di “normalità” che pervade il lavoro è efficace nel mostrare e raccontare l’invisibilità̀ dei fenomeni mafiosi contemporanei, assai meno rumorosi rispetto agli scorsi decenni, ma non meno radicati nella vita del Paese, perché sempre più si celano alla vista dell'opinione pubblica ed evitano le manifestazioni più drammatiche in favore di una strategia contraddistinta dal basso livello di tensione.
Le fotografie non paiono denunciare alcunché, sono luoghi come tanti, sparsi nelle province o nelle piccole città lungo tutto il territorio italiano: nascondono invece la traccia indelebile di traumi e crimini perpetrati dalle organizzazioni criminali, ma è una traccia che non si concede allo sguardo, si nasconde dietro le recenti e multiformi strategie dell'agire mafioso. Il paesaggio diviene elemento di prova, strumento o provento di un crimine, ovvero corpo del reato.
Esistono multiformi e profonde connessioni tra il lavoro dei tre artisti e la storia e la struttura dell’architettura interna ed esterna della Castiglia che ospita la mostra. La Castiglia ha svolto la funzione di carcere fino al 1992 con la presenza, anche, di alcuni detenuti legati alla criminalità organizzata; oggi, per non dimenticare ospita il Museo della Memoria Carceraria. Saluzzo ha da sempre un forte legame con la lotta alle mafie grazie al Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, nato a Saluzzo, e a lui ogni anno viene dedicato un commosso ricordo, quest’ anno ancora più sentito visto che ricorrono i 40 anni dall’attentato che gli costò la vita e che aprì una delle pagine più dolorose del nostro Paese. La scelta di una mostra così forte e particolare è anche un omaggio alle figure di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino di cui quest’anno ricorrono i trenta anni dalle stragi di Capaci e Via d’Amelio.
Rosalba Garuzzo, Presidente della Fondazione raccontando l’evolversi del lavoro fotografico ha dichiarato: “Il progetto è per sua tematica in continuo divenire e la Fondazione Garuzzo, insieme al Comune di Saluzzo, sta collaborando con i tre autori per sostenerne la prosecuzione.”
“Una rassegna di scatti che raccontano episodi singoli, emblematici, e che sono anche piccoli tasselli di una composizione generale, di un fenomeno più ampio – Il Sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni ha così dichiarato - Le fotografie della mostra “Corpi di reato” ci permettono di svelare aspetti particolari e magari meno noti dei fenomeni mafiosi a livello italiano. Ancora una volta, le proposte della Fondazione Garuzzo in città ci permettono di indagare la quotidianità attraverso l’arte, in particolare proprio le arti visive e ci chiedono di non essere indifferenti, di approfondire la nostra conoscenza”.
L’inaugurazione della Mostra si terrà il 14 ottobre alle ore 17.30, alla presenza degli artisti e delle Istituzioni del territorio e rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2023.
Durante il periodo espositivo verranno organizzati eventi di approfondimento, incontri e presentazione di libri sul tema, visite guidate.
Mostra prodotta in collaborazione con il Museo di Fotografia Contemporanea-MUFOCO
Mostra a cura di Alessandro Carrer con la co-curatela di Clemente Miccichè
La grafica della mostra è stata curata da Mauro Bubbico