perfettipietro – Pensavo a una mostra ho fatto un mostro
Mostra personale.
Comunicato stampa
MOSTRO.
Sei lettere.
Una parola che apre innumerevoli parentesi e immaginari.
Ci si potrebbe perdere tra le varie mitologie ed etimologie, scomodare superstizioni di paese e fantasie ancestrali, dipingerci sopra paesaggi e suggestioni oniriche, giustificare e avvalorare tesi e collegamenti, ma avrebbe davvero senso tutto ciò?
Scrivo MOSTRO, incendio le lettere con un arancio spremuto da chissà dove ed ecco, tra quel pezzo di vetro piegato io intravedo la deformità, la fantasia, l’arroganza, la paura, la voglia, il desiderio, la scoperta, la notte, l’esotico, il carnale, la zucca.
Vedo carrozze sfrecciare prima che l’ultimo rintocco della mezzanotte arrivi, sento tra i denti la consistenza dei tortelli che mia nonna mi cucinava le domeniche di festa, il profumo della pioggia, le sere autunnali con un camino acceso e la notte come coperta, le foglie morte, un cane che scava una buca, cadere, il fango, sporcare, sporcarsi, la nebbia, dormire fino a tardi, le vacanze, leggere un libro, un bagno caldo, una storia di paura raccontata ad un bambino, la notte, e poi la notte, e poi la notte ancora.
Mostro, mostra, mostrare, mostrarsi, zucca.
(come da una zucca può nascere un mostro e viceversa)
(perfettipietro)
Stimolato dall’immaginario collettivo e macabro della festa di Ognissanti nella fine di ottobre, perfettipietro fa incursione all’interno di Spazio Pane con un’installazione che evidenzia il potere della parola di generare fantasie, storie e storture: ogni comunità e ogni paese ha i suoi fantasmi e i suoi mostri, storie che si perdono nel tempo e si tramandano tra le generazioni. Quali sono i mostri che vagano tra gli Appennini?
Da sempre l’uomo ha avuto bisogno dei mostri: i più famosi sono quelli dei bestiari medievali, che troviamo scolpiti come elementi decorativi all’interno e all’esterno delle chiese cristiane. Creature spaventose o esseri umani deformi, quei mostri erano interpretati ad esempio come monito per i fedeli contro le tentazioni del peccato, o come guardiani delle cattedrali. Il mostro richiama la diversità, la deviazione dalla natura, l’assurdità generata dal sogno o dal sonno della ragione, citando la celebre incisione di Goya. Da una sola parola, si apre quindi un atlante di immagini che attraversa la storia dell’arte e che racconta come l’umano e il mostruoso siano, in fondo, compagni da sempre.
Illuminando la parola mostro e richiamando le numerose simbologie che si nascondono anche dietro la zucca (tra i più noti quello collegato alla resurrezione dei morti), perfettipietro invita a recuperare l’aspetto più prodigioso e magico di questa parola dalle molteplici declinazioni. Nel mese dei travestimenti più macabri, l’installazione vuole creare uno spazio di riflessione sui mostri personali di ciascuno di noi, un’occasione per riattivare le fantasie infantili o semplicemente per chiederci se oggi crediamo ancora nei mostri, nel potere delle cose di trasformarsi come per magia.
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perfettipietro vive e lavora a Parma. La sua pratica artistica è prevalentemente concettuale e influenzata dall’incontro casuale con oggetti e materiali che suscitano in lui un'attrazione spontanea e talvolta incontrollata. Attraverso un processo di accumulo, selezione, e rielaborazione compulsiva, ordinata e intuitiva di una vasta gamma di riferimenti culturali e visivi, l'artista genera un archivio immaginifico di idee, ossessioni, simboli, riti infantili e vuoti emozionali da riempire che si tramutano in opere ironiche ed evocative.