Rachele Monti – Volo e mi radico
Partendo dal mezzo bidimensionale della fotografia, Rachele Monti crea installazioni spaziali site-specific.
Comunicato stampa
Partendo dal mezzo bidimensionale della fotografia, Rachele Monti crea installazioni spaziali site-specific. La sua ricerca si compone di binomi. Si sviluppa per stratificazioni, muovendosi per gradi, tra materiale e immateriale, tra pausa e movimento, tra detto e non detto, tra verbale ed emotivo, tra virtualità e realtà, tra immagini vive e perdute. Elementi che nella pratica artistica trasla nell'intangibile, quale esperienza del vivere. Il lavoro combina così la trasformazione sintomatica delle emozioni in immagini. I tecnicismi del mezzo fotografico sono sfidati dall'uso deliberato della luce, del colore, quali strumenti per toccare le sensazioni e i ricordi di tutto ciò che è indicibile.
Tramite la natura e il corpo umano, inteso non solo come assemblaggio di carne e ossa ma veicolo per sentimento e storie, Monti genera mondi intimi dominati da impressioni sensoriali. Volo e mi radico è una fessura sulla relazione tra il proprio inconscio e lo spazio che lo circonda, tra dove vive l’anima e dove sopravvive il corpo. Il volo - simbolo di libertà, di evasione - è qui amalgamato al radicamento, ovvero alla propria consapevolezza, alla propria solidità. Due elementi apparentemente distanti convivono senza escludersi. Mi libero, curioso, cerco e ricerco, maturo, e cresce con me la consapevolezza di ciò che sono e di cosa non sono, di ciò che so e ciò che non so. Mi muovo e rifletto, mi inserisco perfettamente o imperfettamente in un ambiente.
Allo Spazio Lampo, Monti ci invita a perdere l’equilibrio attraverso la deformazione e la rifrazione, nella quale le opere saranno frammenti di una storia personale e comune: se c’è un riflesso, una sfumatura, ci sarà anche un’apparizione, una memoria, un individuo. Non è solo una cosa, c’è anche un resto e un altrove.