Calixto Ramirez – Una Otra Cosa
La mostra, risultato di un’azione performativa ideata in esclusiva per Spazio Rivoluzione, è dedicata alla martoriata e splendida Palermo, una città traboccante di contraddizioni, nella quale i fasti del passato coesistono fastidiosamente con un lacerante e quasi immortale stato di abbandono.
Comunicato stampa
Giovedi 20 ottobre si inaugura a Spazio Rivoluzione (Pa) la personale dell’artista messicano Calixto Ramirez.
Inaugurazione: giovedi 20 ottobre , h 19:00 – 22:00
"Y replantearse...
¿ hasta dónde se podría llegar?" Calixto Ramirez
Si presenta a Spazio Rivoluzione “UNA OTRA COSA” (2022) dell’artista messicano Calixto Ramírez. La mostra, risultato di un’azione performativa ideata in esclusiva per Spazio Rivoluzione, è dedicata alla martoriata e splendida Palermo, una città traboccante di contraddizioni, nella quale i fasti del passato coesistono fastidiosamente con un lacerante e quasi immortale stato di abbandono. È una tragedia indescrivibile quella di Palermo, superbamente bella e corrotta fino al midollo, avvinghiata senza speranza al fascino magnetico della sua decadenza.
Tra meraviglie e degrado, Calixto Ramírez ha raccolto una serie di oggetti tra i vicoli e le strade della città, attivandoli attraverso un rituale propiziatorio che ne ha previsto la distruzione nell’auspicio di un nuovo inizio. Questi oggetti logori, trasformati, frantumati, simboleggiano la rottura con un passato invadente, ingombrante, che carica il presente di paure ed incertezze, rallentandone il progresso e soffocandone gli entusiasmi.
Nella cultura materiale, infatti, un oggetto porta con sé una potente carica espressiva legata alla sua interazione con lo spazio e le persone. Un oggetto crepato, sbeccato, non più utile, conserva i segni dell'azione dell'uomo e del tempo, di una storia che si riversa nel presente. Ciò che è trascorso, tuttavia, non deve essere del tutto negato, ma ricomposto in nuova forma come base per una diversa ripartenza. Non, dunque, un peso dal quale è difficile scrollarsi, ma un ponte solido per un nuovo ed hegeliano divenire.
La necessità di un cambiamento ci conduce a un atto liberatorio e profondamente taumaturgico. Ci invita alla rottura, a mutare il punto di vista su ciò che siamo e osserviamo, a trasformare una cosa in un'altra. Costruire una versione migliore del presente ci allontana dalle trasgressioni e dalle barbarie del passato, di una storia che vuole continuare ad essere, ma che è giusto far deflagrare per dare spazio a nuovi nutrimenti ed energie.
testo di Luisa Montaperto
grafica di Adalberto Abbate e Patrizia Filizzola