Roberto Ferri
In mostra i capolavori del massimo esponente di una raffinata figurazione di suggestione caravaggesca.
Comunicato stampa
Inaugura il 20 ottobre a Bologna, a Palazzo Pallavicini la personale di Roberto Ferri, tra i più rilevanti esponenti della figurazione italiana, interprete della grande tradizione rinascimentale e poi barocca, da Michelangelo a Caravaggio, fino all’accademismo ottocentesco ed i preraffaelliti.
Sessanta opere uniche, di cui quaranta oli su tela e venti disegni - rappresentative della poetica visiva dell’artista , all’interno delle prestigiose sale del Palazzo quattrocentesco, aperte al pubblico in rare occasioni.
La mostra, a cura di Francesca Bogliolo, è patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna e prodotta e organizzata da Pallavicini Srl di Chiara Campagnoli, Deborah Petroni e Rubens Fogacci .
Il progetto è realizzato con il contributo di Liquid art system di Franco Senesi, la galleria che rappresenta Ferri da oltre dieci anni esponendo i suoi capolavori nelle sedi espositive di Capri, Positano, Ravello, e nelle fiere di settore oltreoceano.
Un percorso antologico tra il sacro e il profano mette in luce l'instancabile e meticoloso lavoro dell’artista tarantino, che fin dai suoi esordi tenta di fermare l'inesorabile procedere del tempo attraverso l'atto pittorico. Capace di trasporre nelle tele puntuali richiami alla grande arte del passato e di modificarne la natura più profonda con sentire visionario e onirico, Ferri sposa un estremo realismo con un puro simbolismo, generando incanto per l'animo e per lo sguardo. Tra i dipinti esposti compaiono splendide allegorie delle pulsioni umane e trasposizioni sacre delle tensioni dello spirito: attraverso la sensualità e la plasticità del corpo Ferri mette in luce le verità più profonde dell'anima dell'uomo e la sua continua e ininterrotta ricerca di senso. La meraviglia si sprigiona da opere di grandi dimensioni come “Le delizie infrante”, elaborata messa in scena di un conflitto interiore, oppure “L'amore la morte e il sogno” indagine personificata degli estremi che reggono le fila della vita. L'intenso rapporto dell'artista con la grafica è ben rappresentato dai disegni esposti, caratterizzati da uno squisito impianto formale intriso di delicato lirismo. Tra la penombra e il silenzio le figure sembrano riproporre un dialogo muto e cadenzato, il cui battito interno pare riproporre il più antico ritmo vitale dell'uomo: il cardine della ricerca di Roberto Ferri si rivela essere la vita, in tutte le sue infinite e più misteriose sfumature.
La mostra , visitabile fino al 12 marzo 2023, è accompagnata da un ampio catalogo edito da Pallavicini srl, con testi di Francesca Bogliolo.
ROBERTO FERRI
Roberto Ferri nasce nel 1978 a Taranto. Si diploma al Liceo artistico “Lisippo” nel 1996 e comincia a studiare pittura da autodidatta. Nel 1999 si trasferisce a Roma e dedica particolare attenzione alla pittura dall’inizio del Cinquecento alla fine dell’Ottocento; in particolare, si concentra sulla pittura caravaggesca e accademica (David, Ingres, Girodet, Géricault, Gleyre, Bouguereau, ecc.). Nel 2006, si laurea con lode in Scenografia presso l’Accademia di Belle arti di Roma. Nel 2011 partecipa alla 54° Biennale di Venezia, nel corso degli anni espone presso importanti istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero, come l’Istituto di Cultura Italiana di Londra, il Complesso del Vittoriano e il Palazzo delle Esposizioni di Roma, Palazzo Vecchio a Firenze, Palazzo dei Priori di Viterbo, Palazzo del Podestà di Rimini. Le sue opere si trovano all’interno di importanti collezioni di tutto il mondo, a Roma, Milano, Londra, Parigi, New York, Madrid, Barcellona, Miami, a San Antonio (Texas), Qatar, Dublino, Boston, Malta, Messico, Canada e presso il Castello Picasso e Dora Maar di Menerbes in Provenza.