Protagonisti dell’arte in Italia dagli anni Cinquanta in poi
La felicità della pittura italiana del dopoguerra. Un nesso fra centralità della pittura e realtà.
Comunicato stampa
Alla storica Galleria Russo si espongono i principali artisti italiani dal dopoguerra agli anni Sessanta e oltre: una stagione probabilmente irripetibile, che ci offre alcune indicazioni sulla vicenda artistica nel nostro paese.
L’arte italiana, osserva Laura Cherubini nella introduzione, sembra ruotare tutta intorno alla pittura. Perché? Perché la pittura – sia essa espressionista, astratta, materica, informale – sempre è radicata nella realtà, e nessun popolo come gli italiani ha una percezione così netta, vivida della realtà. Dante senza Giotto sarebbe impensabile, è un visionario. Lo stesso De Sanctis nella sua storia letteraria mette in evidenza l’aderenza del pensiero e dell’arte italiani alla realtà.
La pittura sorgiva di Afro, il cosmico nel quotidiano di Turcato, la natura stessa mentre cresce della Accardi, le particelle disperse di Sanfilippo che aspirano al cielo, il corpo femminile frammentato e ingigantito da Pascali, la “nuova oggettività” di Rotella e Twombly, Mauri che assume la performance come evoluzione del quadro, i ricami con l’umile biro di Boetti, il contatto con la “strada” di Angeli, e poi Festa, Gilardi, Baruchello, e ancora in Fontana e Leoncillo (dove la pittura si intreccia con la scultura)... tutti cercano - seguendo poetiche anche diversissime tra loro - una realtà sempre più inafferrabile, miniaturizzata, scomposta, naturale o artificiale, e la luce nascosta dentro questa realtà.
Dietro la densa e lineare struttura che Laura Cherubini nel suo saggio dedica all'esposizione Russo, si percepisce uno slancio che, lungimirante, si posa col suo sguardo su Gino De Dominicis, Tano Festa e Boetti come si citava, sull'iridescenza di Balla, sul segno murale di Gastone Novelli, e ancora, su paesaggi di luci al neon e fosforescenti, per dirla con Maurizio Calvesi, fissando la centralità delle opere di artisti presenti in mostra come Rotella, Dorazio, il monocromo di Schifano, Fontana e lo stesso Boetti.
Scrive Laura Cherubini sul paragrafo Peripezie e paradossi della scultura a questa arte dedicato che “Le vicende della scultura che ha una importante e gloriosa tradizione, appaiono continuamente intrecciate a quelle della pittura”.
Brillante è la liaison che Cherubini nota fra pittura e scultura nel lavoro di Pino Pascali. L’artista usa la tela, primo elemento della pittura, per le sue gigantesche sculture, forme di donne, in tele centinate, quasi monumentali.
Carlo Lorenzetti con Teodosio Magnoni e Nicola Carrino, partecipa alla grande impresa progettata dall'architetto Mario Fiorentino del Corviale, l'“urbatettura” come architettura a scala urbana. Lorenzetti persegue forme mobili e dinamiche sulla lastra di metallo. La sua scultura si articola nello spazio, ma mantiene un rapporto con la pittura attraverso l'uso del colore e degli smalti.
Le incursioni critiche dimostrano l'evoluzione e la volontà anche se inconscia e onirica dell'arte, al cambiamento, alla rivoluzione e il prestar fianco, dopo gli incantamenti con gli oggetti comuni praticati da più artisti, al protagonismo del corpo umano pulsante, spesso e volentieri ferito.
Schifano dichiara di non sentirsi pittore e si limita a sottolineare la sua grande attitudine a guardare. Viene in mente un articolo di Alberto Savinio, del 1951 – “Il segreto della felicità sta nel guardare senza vedere”
- dove definisce la poesia (e l’amore) come guardare e non vedere: “guardare è rivolgere l’occhio per vedere, vedere è prendere conoscenza della cosa”. Ma prendere conoscenza significa dissolvere, annientare. La pittura italiana presente nella mostra è felice perché si ostina a “guardare” la realtà - nei modi che ogni volta si inventa - per farla esistere e per proteggerla.
Le opere:
Carla Accardi
Turchese argento – 1965
Afro
Percorsi di caccia - 1963
Franco Angeli
Senza titolo - 1966
Senza titolo - 1972
Gianfranco Baruchello
Pieno l'accordo fra le parti, previo rogo a benzina - 1969
Alighiero Boetti
Maurizio Fagiolo - 1977
Piero D'Orazio
Senza titolo - 1963
Happy days
1989-1999
Tano Festa
Rosso - 1961
Lucio Fontana
Concetto spaziale- Attesa -1959
Piero Gilardi
Betulle sul greto -2000
Fuoco in montagna - 2000
Battigia ligure -2009
Leoncillo
Taglio bianco - 1960
Carlo Lorenzetti
Rilievo in ferro - 1962
Scultura - 1963
Fabio Mauri
Schermo - 1969 circa
Pino Pascali
Bomba - 1965
Mimmo Rotella
Ruvido e delicato - 1956 circa
Antonio Sanfilippo
La mia occupazione - 1952
Mario Schifano
Monocromo - Schifano 1962
Senza titolo - firmato al retro Schifano
Giulio Turcato
Segnico - 1960