Dora Maar
Oltre Picasso, oltre gli stereotipi della musa-amante del genio, oltre la Donna che piange, ma anche oltre il ruolo di primo piano avuto nel movimento surrealista e la straordinaria produzione fotografica degli anni Trenta, andare “oltre” per scoprire la Dora Maar (1907-1997) pittrice, l’artista che ha scelto, nei suoi ultimi quarant’anni, una vita solitaria, quasi ascetica.
Comunicato stampa
Oltre Picasso, oltre gli stereotipi della musa-amante del genio, oltre la Donna che piange, ma anche oltre il ruolo di primo piano avuto nel movimento surrealista e la straordinaria produzione fotografica degli anni Trenta, andare “oltre” per scoprire la Dora Maar (1907-1997) pittrice, l’artista che ha scelto, nei suoi ultimi quarant’anni, una vita solitaria, quasi ascetica.
Dopo aver abbandonato la fotografia per la pittura su insistenze di Picasso, e dopo aver affrontato la rottura della relazione con conseguenze psicologicamente drammatiche, dalla fine degli anni Cinquanta fino alla sua morte Dora Maar vive tra Parigi e Ménerbes, in Provenza, isolandosi progressivamente.
Nel corso di quei decenni non espone più, ma continua a dipingere alacremente. In mostra le opere, prevalentemente tecniche miste su carta, realizzate in quel periodo di reclusione volontaria. Nonostante la conoscenza del percorso artistico di Dora Maar si sia col tempo arricchita - grazie allo studio dei documenti privati emersi dalla vendita all’asta dell’enorme quantità di materiale (quadri, fotografie, carte) trovato nel suo atelier (1998-99), e grazie alle grandi mostre successive agli anni Duemila - poche sono le testimonianze che possono far luce sull’evoluzione delle sue ricerche pittoriche.
In quel lungo arco di tempo, è la natura la sua fonte d’ispirazione principale. Complice la fascinazione per il massiccio del Luberon, vicino a Ménerbes, Dora si dedica quasi esclusivamente a “ritrarre” paesaggi, evidenziandone la fluidità e il lirismo. Poco alla volta, la figurazione scompare - o si riduce al minimo - vira verso l’astrazione per lasciare spazio all’essenza poetica del soggetto. La poesia, infatti, è una dimensione che ha accompagnato l’artista per tutta la vita e lascerà un’impronta sempre più profonda nel suo cammino creativo. Una volta superato il confine con l’astrazione, Maar indaga quel linguaggio, approdando a risultati che confermano il suo constante desiderio di sperimentare forme e modi nuovi, di soddisfare una curiosità insaziabile.
Le opere esposte, in qualche modo, contribuiscono a cogliere altri frammenti dell’evoluzione artistica di Dora Maar, perché, essendo lavori esplorativi, studi preparatori, schizzi, hanno la forza della spontaneità e dell’immediatezza. Andando oltre la loro semplicità formale, si può intuire il cuore di una ricerca personale mai interrotta. Dora crea, anche nelle opere di piccolo formato, dei mondi sensibili nei quali, forse, trovare rifugio e serenità.
Il 27 ottobre, alle ore 18,30, la Galleria avrà il piacere ospitare l’incontro “Dans le secret de moi-même et moi-même secret, Federica Peirolo racconta Dora Maar.”