Apre a Milano MUSA, il Museo delle Scienze Antropologiche per i Diritti Umani

L’obiettivo del nuovo museo universitario? Diffondere il ruolo delle scienze nella lotta alla violenza e nella tutela dei diritti umani: all’interno, una collezione di 10mila ossa, dispositivi multimediali e interattivi e un’opera d’arte contemporanea

È sorto attorno a una delle più grandi collezioni scheletriche del mondo e si impegna a far conoscere al pubblico il ruolo della scienza nella difesa della persona e dei diritti umani. MUSA è il nuovo Museo delle Scienze Antropologiche per i Diritti Umani, un museo universitario delle Scienze Antropologiche, mediche e forensi nato in seno all’Università Statale di Milano in zona Città Studi, grazie al supporto di Fondazione Cariplo, Fondazione Isacchi Samaja Onlus e Terre des Hommes. A coordinarlo è Cristina Cattaneo, docente di Medicina Legale e Antropologia presso il Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute e responsabile scientifico del Labanof (ovvero Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense), che durante la presentazione ha spiegato: “scienza e medicina, applicate al corpo in tutte le sue forme, diventano un’arma formidabile per contrastare la violenza e tutelare i diritti umani. Questo è il messaggio che il MUSA vuole portare, per progettare un futuro migliore anche attraverso una nuova lettura del passato”.

LA COLLEZIONE DI OSSA AL MUSA DI MILANO

All’interno del MUSA, è possibile scoprire la Collezione Antropologica del Labanof, che nel 2018 Regione Lombardia ha riconosciuto come raccolta museale: a comporla, quasi 10 mila scheletri principalmente di Milano e Lombardia di ogni epoca storica, provenienti dalle necropoli antiche, dai cimiteri moderni e dai resti non reclamati e arrivati fino all’Università Statale grazie a Soprintendenza dei Beni Archeologici, la Regione Lombardia, il Comune di Milano, la Procura della Repubblica di Milano e ATS. Un patrimonio che è stato finora utilizzato come strumento di ricerca per tematiche forensi come il sopralluogo, la criminalistica e il maltrattamento, sviluppando anche nuovi metodi per stabilire l’identità, le malattie e le cause di morte violente su resti umani. In poche parole, una strada diretta per studiare nuovi metodi per la tutela della dignità e per i diritti della persona.

COSA VEDERE AL MUSA, NUOVO “MUSEO DELLE OSSA” DI MILANO

Il percorso si divide in sei sezioni, ognuna delle quali è accompagnata da pannelli, diorami, esposizioni, animazioni e video. A una sezione introduttiva, seguono quella Storico-archeologica, Identità, Crime, Vivi (video e supporti multimediali raccontano dell’importanza della scienza nella tutela dell’individuo da violenze e torture) e Missione Melilli-il Barcone, dedicato alla grande tragedia umanitaria dell’aprile 2015, quando il naufragio di un peschereccio al largo della Libia causò la morte di migliaia di migranti. Anche l’arte contemporanea entra a far parte del progetto MUSA: grazie alla collaborazione dell’Istituto Europeo di Design, è stata posta sulla facciata principale del museo l’opera Verità Nascoste, ideata dagli studenti Paolo Eccher, Clara Panainte e Lara Montresor del corso triennale in Illustrazione e Animazione. “Il Museo Universitario delle Scienze Antropologiche, mediche e forensi per i Diritti Umani nasce da una profonda idea di giustizia nei confronti della singola persona ed è un esempio emblematico di come attraverso l’attività scientifica sia possibile creare valore culturale e sociale per tutta la comunità”, conclude Giovanni Fosti, Presidente Fondazione Cariplo. “È all’interno di questa visione che Fondazione Cariplo sostiene la nascita del MUSA, come luogo capace di connettere diverse conoscenze e saperi che insieme contribuiscono in modo significativo alla conoscenza della storia individuale e collettiva”.

Giulia Ronchi

MUSA, il Museo delle Scienze Antropologiche
via Ponzio 7, Milano
Aperto dal martedì al sabato
Per info e prenotazioni:
[email protected]

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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