Sono passati pochi giorni dalla chiusura di ModaLisboa, l’evento dedicato alla moda portoghese che per tradizione migra e si adatta a diversi paesaggi urbani di Lisbona, stagione dopo stagione, per offrire una visione sempre diversa di una città in mutamento. Intitolata Oasis, la kermesse ha incluso performance e mostre diffuse, in cui il confine tra arte e moda ha definitivamente perso la sua ragion d’essere. Oasi come rifugio per l’essere umano che volge lo sguardo ad arte e tecnologia, cultura e sostenibilità in un’ottica libera e propositiva, come parte integrante di un processo evolutivo che coinvolge necessariamente la società di tutto il mondo.
La moda in questo senso diventa forza motrice e incubatrice dei talenti del futuro, in grado di trovare soluzioni sostenibili e innovative per condurre il nostro pianeta a una concreta transizione ecologica e digitale.
Il Social Mitra è stato anche teatro di performance per i nuovi talenti creativi attraverso il progetto Sangue Novo, che offre una passerella dedicata alle nuove generazioni di designer, sotto la curatela di Miguel Flor, fotografo e designer visionario il quale ogni anno contribuisce a rendere quest’evento sempre più stimolante per i creativi e per gli operatori del settore.
Il suo obiettivo è quello di dare voce ai designer della moda del futuro, insistendo sul valore della sperimentazione senza il limite vincolante della finalità commerciale.
Rosamaria Coniglio
ÇAL PFUNGST
Artista transdisciplinare la cui pratica fonde scrittura, teatro, arte, scenografia e moda. La sua laurea in teatro (ESMAE, Porto) e la sua formazione in Fashion Design (Modatex, Porto) l’ha portato a collaborare con l’Associazione Artistica “A Leste” (Porto) e la Platform Yuuts Ruoy (Lisbona), in mostre e pubblicazioni. Attraverso un approccio decostruttivista, Çal Pfungst sviluppa un lavoro sperimentale basato sulla ricerca di nuove forme, relazioni e limiti degli abiti.
MOLLY98
La sua collezione è ispirata ai luoghi rurali di Ribatejo, dove è cresciuta e ha trascorso gran parte della sua infanzia. La tipica “tuga”, con i suoi trofei e le sciarpe delle società sportive appese alle pareti del caffè; le nappine, ricamate dalla nonna e appoggiate sui mobili; i cugini immigrati che tornano ogni estate vestiti con le magliette delle squadre di calcio portoghesi. Un’esplorazione dei suoi quartieri che si interseca con il suo gusto e la sua creatività e che si traduce in una satira sul villaggio in cui è cresciuta e di cui si dichiara orgogliosa.
NIUKA OLIVEIRA
Emotional Diary, questo è il nome della sua collezione, ha come riferimento l’opera Blue Tissues di Rudolfo Quintas, una serie di 28 disegni che rappresentano un autoritratto delle sue emozioni interiori dilatate nel tempo. Il lavoro ha richiesto tre produzioni seguendo il metodo della ripetizione nel corso dei mesi: sistema scelto per rivelare la variazione emotiva come un autoritratto. L’emozione è rappresentata in modo pratico e visivo: l’intero processo passa attraverso l’esplorazione e la manipolazione di forme con vari materiali allo scopo di rappresentare l’identità e rivelare l’aspetto naturale e l’organicità plastica presenti negli studi sulle forme.
MIGUEL FLOR ARCHIVES
Uno show-evento per celebrare il 20esimo anniversario di Miguel Flor dalla sua ultima presentazione a ModaLisboa, che coincide con i suoi trent’anni di formazione in Fashion Design ed esattamente cinquanta dalla sua nascita (7 ottobre 1972, ore 22.20). La condivisione di questo archivio nasce dal desiderio che Flor ha di far conoscere ai giovani, nel cui valore crede fermamente, il lavoro corrispondente a circa un decennio del marchio Miguel Flor, ma anche di far tornare alla memoria quel percorso stilistico per chi ha avuto la fortuna di vederlo crescere. La sfilata è stata realizzata in collaborazione con i designer João Melo Costa e Filipe Augusto, la cui interpretazione stilistica mette in evidenza capi e codici senza tempo.
L’HAPPENING DI IVAN HUNGA GARCIA
L’ultimo prefisso, con la sua teatralità, interrompe il ritmo delle sfilate con una performance ipnotica in cui viene messo in evidenza il processo vitale della natura nella sua mutevolezza.
Il prefisso sarà sempre il suffisso di un’altra parola, quindi un altro capitolo. La fine di qualcosa implica sempre l’inizio di qualcos’altro, abituandoci al ciclo della vita continuo.
La performance dà seguito allo studio di Ivan Hunga Garcia, presentato durante l’ultima edizione di Sangue Novo, in cui ha scelto di mettere in scena una collezione fatta di sensazioni e di stati emotivi più che di prodotti finiti. E ancora è l’emotività che attrae il pubblico e prende vita in una sorta di acquario esterno del Social Mitra, rappresentando quasi un luogo surreale in cui si rivela una dimensione profonda e distaccata dalla routine definita dalle sfilate calendarizzate della Fashion Week. È qui che la moda entra in osmosi con l’arte, in una narrazione che mette in stretta connessione l’essere umano e la natura, utilizzando materiali sviluppati con colture batteriche ed ecosistemi botanici su cui Ivan Hunga Garcia aveva basato la sua ricerca sei mesi fa.
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