Paris+ e Paris Internationale. Il report dalle fiere di Parigi

Buona la prima per il debutto di Art Basel a Parigi e consolidamento anche per la fiera sorella. I collezionisti internazionali di tutto il mondo hanno premiato le gallerie con partecipazione e acquisizioni

Si spengono le luci del Grand Palais Éphémère e si chiude questa edizione di debutto dell’attesissimo approdo nell’ecosistema dell’arte francese di Paris+, la nuova fiera del gruppo svizzero di Art Basel. All’ombra della Tour Eiffel, le mega gallerie multinazionali e blue-chip hanno mostrato i muscoli gomito a gomito con le gallerie di taglia media e con le emergenti, contendendosi le attenzioni dei collezionisti internazionali avvistati nei corridoi, da Alain Servais e la famiglia Rubell ai nostri Patrizia ed Eugenio Sandretto Re Rebaudengo ed Enea Righi. E arriva il momento di tirare le somme sia al Champ de Mars sia negli spazi dello storico atelier di Nadar dove ha trovato posto quest’anno Paris Internationale, la fiera sorella per le gallerie emergenti che si configura sempre più come il posto in cui scoprire e intercettare le nuove e più interessanti traiettorie dell’arte contemporanea.

Berlinde De Bruyckere, Arcangelo V, 2021. Courtesy Continua

Berlinde De Bruyckere, Arcangelo V, 2021. Courtesy Continua

I PRIMI RISULTATI DI VENDITA DI PARIS+, LA NUOVA FIERA DI ART BASEL A PARIGI

L’opinione condivisa è che mediamente la fiera abbia offerto una qualità di opere e di display di alto livello, con una maggiore concentrazione anche sugli aspetti di ricerca degli artisti e delle artiste proposte e spesso in connessione con importanti mostre in corso nelle sedi museali della città, da Anri Sala ad Alice Neel. E che tante gallerie abbiano riservato per questo appuntamento, piuttosto che per Londra, le armi più affilate e le opere più dense. Ma veniamo alle ricadute pratiche della partecipazione alla fiera Paris+. Alla fine del primo giorno non emergevano dai dati rilasciati dagli operatori risultati di vendita e livelli di prezzo raggiunti che fossero pari a quelli di Londra o di altre giornate di preview targate Art Basel. Il che potrebbe far pensare, da un lato, a un rallentamento e a una certa preoccupazione che iniziano a comparire all’orizzonte e che possono essere legati agli scenari economici e politici che vanno configurandosi al di fuori del mondo dell’arte. Oppure, dall’altro, essere solo il riflesso dei comportamenti di acquisto dei collezionisti che già erano stati caratteristici delle precedenti edizioni di Fiac. Per cui può essere prevalso un approccio più equilibrato soprattutto sulle acquisizioni milionarie che richiedono, semplicemente, del tempo per riflettere.

Brilant Milazimi, Yellow light to cross the rainbow, 2022 nello stand di Ermes Ermes a Paris Internationale 2022. Courtesy l’artista e Ermes Ermes, Roma

Brilant Milazimi, Yellow light to cross the rainbow, 2022 nello stand di Ermes Ermes a Paris Internationale 2022. Courtesy l’artista e Ermes Ermes, Roma

LE VENDITE DELLE GALLERIE INTERNAZIONALI

Gli scambi però ci sono stati eccome. David Zwirner ha portato a casa $ 11 milioni di vendite totali solo nel primo giorno, incluse opere di Anni Albers ($ 450,000) a un museo asiatico, Joan Mitchell ($ 4.5 milioni), Robert Ryman ($ 3 milioni). Venduto Ryman anche da Pace Gallery’s, che avevo un suo olio su pannello del 1970 con una richiesta intorno ai $ 900,000. Hauser & Wirth, che ha annunciato l’apertura di una sede a Parigi l’anno prossimo nell’8° arrondissement, ha venduto opere di George Condo ($ 2.65 milioni), Rashid Johnson ($ 1 milione) e Avery Singer ($ 800,0000). Da Xavier Hufkens nuovi proprietari per, tra le altre: Alice Neel ($ 1-1,2 milioni), una scultura in bronzo di Louise Bourgeois (500,000-600,000 dollari), una scultura di Roni Horn (intorno a $ 1.3 milioni), un dipinto di Tracey Emin (650,000 sterline circa), due opere di Giorgio Griffa (range tra 28,000-35,000 euro ciascuno). Da Mendes Wood DM un grande dipinto di Guglielmo Castelli è stato acquisito da Rajeeb Samdani, collezionista del Bangladesh e co-fondatore, con la moglie Nadia, della Samdani Art Foundation di Dhaka.

Tornabuoni Arte a Paris+ 2022. Courtesy Tornabuoni Arte

Tornabuoni Arte a Paris+ 2022. Courtesy Tornabuoni Arte

LE GALLERIE EMERGENTI E ITALIANE A PARIS+

Ottima l’accoglienza anche per le gallerie che esponevano nella sezione delle emergenti, forse anche grazie all’esperienza pregressa del direttore Clement Delepine, che aveva già traghettato con successo nell’establishment la giovane fiera sorella di Fiac, Paris Internationale. Nei corridoi dedicati alle Galeries Émergentes, dove 16 espositori presentavano altrettanti solo show, la famiglia Rubell ha premiato la galleria londinese Seventeen e ha acquisito la video installazione dell’artista Patrick Goddard (1984), Whoopsie’s Dream. Anche da Continua le vendite sono andate bene, con risultati rilevanti per Berlinde De Bruyckere, Pascale Marthine Tayou, Yoan Capote, Antony Gormley, Anish Kapoor, con opere in un range di prezzo tra i 50mila e il milione di euro. “Paris + ha portato una ventata di novità ed energia, attirando appassionati da tutti i continenti che hanno partecipato con grande entusiasmo. Non oso immaginare come sarà quando tornerà al Grand Palais!”, commenta Lorenzo Fiaschi. Che continua anche sulla grande partecipazione dei musei, che a Londra hanno fatto in parte sentire la propria mancanza: “Abbiamo riscontrato anche una grande presenza dei musei, come il Guggenheim che ci ha chiesto un dossier per interesse nell’opera Le Vase Abominable di Adel Abdessemed”, che la galleria esponeva anche nella sua sede del Marais con la mostra Out, Out, Brief Candle. Da Massimodecarlo ci riferiscono una “bellissima energia in fiera fin dal primo giorno”, oltre che vendite soddisfacenti e costanti per i primi due giorni, nei quali sono state almeno 14 le opere vendute (in un range di prezzo tra i 10,000 e i 360,000 €) nel booth proposto e “rappresentativo del nostro programma: un dialogo tra i nostri artisti storici Yan Pei-Ming, Piotr Uklanski, Nate Lowman, Carla Accardi e i nostri artisti piu giovani, Ferrari Sheppard, Jean-Marie Appriou, Lenz Geerk, Xiyao Wang, Ludovic NKoth, Skyler Chen”. Soddisfazione anche da Cardi Gallery per i “risultati raggiunti sia a livello commerciale che di visibilità”. Così come da Tornabuoni il cui booth celebrava “i grandi artisti italiani del XX secolo” ed esponeva anche “una delle opere di Lucio Fontana del rarissimo ciclo La Fine di Dio: il culmine della ricerca plastica di Fontana”. Quella presentata a Parigi era la stessa che, nella cappella di Santa Maria Regina della Purità, chiudeva la passeggiata della mostra Panorama curata da Vincenzo de Bellis nel 2021 a Procida. “Inoltre, siamo lieti di annunciare che opere di Carla Accardi, Alighiero Boetti, Claudio Parmiggiani, Mimmo Rotella ed Emilio Isgrò sono state vendute a collezioni francesi e internazionali a un prezzo compreso tra 40.000 e 1.000.000 di euro”, ci raccontano sempre da Tornabuoni.

Alfonso Artiaco a Parigi

Alfonso Artiaco a Paris+. Ph. Yosuke Kojima. Courtesy Alfonso Artiaco

I COLLEZIONISTI INTERNAZIONALI NEGLI STAND ITALIANI

La presenza di collezionisti importanti e da tutto il mondo, sia istituzionali che privati, resta un dato oggettivo e incoraggiante per la fiera, e ce lo confermano quindi anche i galleristi italiani. “Paris+ ha avuto un’eco internazionale di grande respiro”, ci racconta Francesca Minini, che nello stand condiviso con la galleria Massimo Minini segnala di aver effettivamente ricevuto visite da “collezionisti da tutto il mondo: nordamericani, sudamericani – soprattutto da Perù e Brasile – e una discreta presenza di collezionisti orientali”. Soddisfacenti anche i risultati di vendita, con la conferma dell’attenzione internazionale “per Carla Accardi e Sheila Hicks, oltre che per i giovani come Alice Ronchi, Elena Damiani, Flavio Favelli e Landon Metz”. Dello stesso parere anche Alfonso Artiaco secondo il quale: “La fiera è stata un grande successo, Parigi ha sempre risposto con entusiasmo, ma questa prima edizione proposta da Art Basel ha dato maggiore respiro internazionale alla fiera, portando in città per esempio collezionisti americani ed asiatici”. Con buoni risultati anche sulle vendite: “Molto bene sono andati, tra gli altri, Ann Veronica Janssens, Tursic & Mille, Anri Sala, Sol LeWitt, Juan Uslè e Diego Cibelli”.

Cardi Gallery a Paris+ 2022. Courtesy Cardi Gallery

Cardi Gallery a Paris+ 2022. Courtesy Cardi Gallery

LE VENDITE DEGLI ITALIANI A PARIS INTERNATIONALE

In consolidamento e crescita costante anche la reputazione di Paris Internationale diretta da Silvia Ammon che quest’anno raccoglieva 60 espositori internazionali e che ha convinto pubblico e collezionisti. E, ambiziosa, scommette sulla qualità dei suoi galleristi, che sarebbe riduttivo includere nell’antipatica etichetta di “giovani”, soprattutto considerando che tra i partecipanti ci sono ricerche e operatori in attività da oltre dieci anni. Sede itinerante e informalità restano invece le cifre distintive e di successo della fiera, insieme alla qualità delle proposte selezionate. “Paris Internationale si è dimostrata una fiera con una qualità di pubblico straordinaria in un contesto informale che agevola lo scambio con i visitatori”, racconta la galleria bolognese P420, che per la sua prima partecipazione alla fiera presentava un duo show di June Crespo (Pamplona, 1982) e Shafei Xia (ShaoXing, 1989), con range di prezzo delle opere in mostra tra 10.000 e i 15.000 € per la prima e dai 5.000 ai 10.000 € (Iva esclusa) per la seconda. Per entrambe riscontro più che positivo, “sia in termini di curatori e istituzioni che in termini di mercato. Per quanto riguarda June Crespo si è raggiunto velocemente il sold out. Sicuramente già conosciuta, anche grazie alla sua partecipazione all’ attuale Biennale di Venezia nella mostra The Milk of Dreams curata da Cecilia Alemani ha in programma un 2023 intenso con due personali, una al CA2M di Madrid a febbraio e l’altra al Guggenheim di Bilbao in estate. Shafei Xia, per la prima volta esposta a Parigi, ha letteralmente conquistato il pubblico francese e internazionale”. Soddisfazione poi anche da Ermes Ermes di Roma, che aveva in stand opere di Behrang Karimi e Brilant Milazimi, che hanno registrato vendite a collezionisti internazionali.

P420 a Paris Internationale 2022. Ph. Sebastiano Pellion di Persano. Courtesy P420

P420 a Paris Internationale 2022. Ph. Sebastiano Pellion di Persano. Courtesy P420

PARIGI E IL SISTEMA DELL’ARTE DELLE MEGA GALLERIE

Intorno, fuori dal padiglione temporaneo disegnato da Jean-Michel Wilmotte e dallo studio di Nadar, Parigi era più in forma che mai, con temperature miti e il sole sui boulevard che ha accompagnato quasi sempre le scorribande degli appassionati internazionali tra le ottime mostre istituzionali e le gallerie della città. Che in molti casi avranno offerto spunti di riflessione non solo sullo stato della ricerca artistica, ma anche sulla necessità di interrogarsi sui modelli di business attualmente perseguiti dagli operatori del mercato dell’arte. Con formule da industria culturale globale e una scala di intervento non scontata, in cui le attività di galleria trovano spesso espansione in nuovi modelli operativi che lambiscono ambiti differenti ma vicini al core business di queste imprese. Librerie e case editrici, servizi aggiuntivi di ristorazione e accoglienza, ma anche un approccio museale ai progetti espositivi: sono queste solo alcune delle strategie messe in atto dalle gallerie mega della città. Certo a disposizione ci sono risorse e budget di peso. Il risultato però non è misurabile, o interessante, solo in termini di mercato, ma anche di rilevanza di questi presidi nel tessuto culturale cittadino, dove le gallerie riescono a diventare luoghi vitali e visitatissimi dal pubblico, anche in un normale sabato mattina. Che non è un risultato trascurabile.

Cristina Masturzo

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Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna Economia e Mercato dell'Arte e Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni al Master in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia di…

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