The Bathers
L’erotismo si annida ovunque; i percorsi della mente (del cuore, del sesso) sono infiniti. Viene a ricordarcelo, una volta di più, l’opera del giovane artista britannico Benjamin Senior, classe 1982, che quest’estate espone da BolteLang di Zurigo una serie di dipinti, raccolti sotto il titolo un po’ generico Artifice, profumati ora di cloro e ora di sudore.
Con flemma tutta albionica, Benjamin Senior mette geometricamente in scena situazioni ginniche: soprattutto femmine sode, ma anche maschi nerboruti, in costume da bagno o calzoncini e canottiera, mentre allenano i muscoli. Qualcuno corre, qualcuno riprende per un momento fiato, la maggior parte si tuffa o si riscalda a bordo piscina. Ognuno di costoro appare chiuso in se stesso, concentrato a confrontarsi con la propria complessione fisica; ma visti nell’insieme, di volta in volta compongono a sorpresa coreografie involontarie (benché in realtà il loro coreografo occulto abbia calcolato tutto, non senza humour).
Le immagini che Senior decide di rappresentare sono fascinose, nei loro precisi modi démodé. L’ordine compositivo è tale che anche le linee vettoriali diagonali si percepiscono quasi come ortogonali. Rappresentazioni statiche, in controllato ossimoro, di attività dinamiche. Ma potente è il richiamo sensoriale di quei corpi, pudicamente seminudi. Le teste sono sproporzionate, troppo piccole rispetto al resto; d’altronde sono i volumi dei corpi che qui interessano – masse oblunghe, compatte, le cui superfici alternano metriche porzioni di pelle nuda e vestita. Vestita di poco, comunque: magliette leggere e costumi di elastam lycra, il tutto ridotto e attillato; e te lo immagini tutto umido o bagnato, in ogni caso odoroso. Sì, è una pittura che solletica l’olfatto, quando anche ambientata all’aria aperta; se poi ti invita in piscina, titilla pure l’udito, lasciandoti immaginare tonfi ed echi, scoppi di spruzzi, botti di voci, onde di rimbombi.
Soprattutto l’appeal del costume da bagno, anche intero, è un lampo di nostalgia. Le cuffie e gli occhialini da nuoto spersonalizzano le figure, tanto che tutte sembrano la stessa; ma a questo punto l’oggetto del desiderio non abbisogna di essere un soggetto, ti basta il mood, quell’atmosfera carica di svagata energia che ti penetra proprio, inaspettatamente, attraverso le narici. Non avresti mai detto che la tempera all’uovo potesse invece odorare di scivolose piastrelle bagnate, di gomme scaldate al sole, di scarpe da ginnastica, perfino.
Tra il ricordo di un cocktail di Francis Scott Fitzgerald e quello di un pigro languore di Balthus, se sei maturo per un attimo ringiovanisci e respiri quest’idea a pieni polmoni, atleticamente; se sei immaturo, beato te che hai ancora tante sensazioni intense da provare.
Ferruccio Giromini
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #8
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