Bruna Esposito / Fina Miralles
Bruna Esposito presenta una selezione di opere realizzate negli ultimi vent’anni, mentre la mostra Fina Miralles. I Am All the Selves that I Have Been, a cura di Teresa Grandas, affronta il lavoro di quest’artista attraverso una serie di performance, fotografie, installazioni e dipinti.
Comunicato stampa
Bruna Esposito presenta una selezione di opere realizzate negli ultimi vent’anni, che definiscono attraverso gli spazi espositivi un percorso costellato da pause, accelerazioni, corrispondenze e contrasti. Il titolo dell’esposizione, “Con questi chiari di luna”, denuncia l’interesse dell’artista per i detti popolari, confermato tra l'altro dai titoli dei lavori in mostra, nelle cui metafore spesso naturalistiche si stratifica una saggezza arcaica. Avvalendosi dell’accostamento fra materiali organici ed oggetti quotidiani, la produzione dell'artista si declina in composizioni essenziali impreziosite da un rigoroso equilibrio formale, impostato sulla millimetrica compensazione degli opposti. Fra le trame dei lavori in mostra è possibile leggere la sensibilità militante di Esposito, un’etica e un’estetica della fragilità e della precisione, il cui esito è una produzione caratterizzata da una silenziosa densità poetica.
La mostra Fina Miralles. I Am All the Selves that I Have Been, a cura di Teresa Grandas, affronta il lavoro di quest’artista attraverso una serie di performance, fotografie, installazioni e dipinti. La sua riflessione sulla natura e sull'artificio non si limita a sovvertire le convenzioni del nostro rapporto con l'ambiente in cui viviamo e in cui ci sviluppiamo come individui, ma ci invita anche a ripensare a ciò che intendiamo per arte, ai valori che sono alla base dell'arte e a ciò che le dà significato. La mostra non segue un ordine cronologico, ma si concentra su una serie di opere che sono centrali nella struttura della pratica di Miralles. Si tratta di opere che mettono in discussione concetti come l'appartenenza, l'autorità, il potere e l'ordine stabilito, nonché ciò che conferisce loro valore, invertendo costantemente le nozioni di arte, artista e spettatore. Il potenziale critico - persino denaturalizzante - e le differenze e i conflitti evidenziati da queste opere dimostrano che l'immagine poetica può diventare anche politica.