Milano: pronta la 40esima piazza realizzata con l’urbanistica tattica
A Milano, la nuova Piazza per Pratocentenaro è la 40esima opera realizzata con il programma comunale di urbanistica tattica “Piazze Aperte”. L’intervento, ultimato durante un workshop coordinato dallo studio Ecòl, definisce un nuovo spazio pubblico in un quartiere che ne è carente
Quanti quartieri italiani, nel corso del Novecento, sono cambiati per effetto della pressione demografica e delle trasformazioni edilizie finendo per perdere l’impronta storica e, soprattutto, restando privi di un luogo identificato dalla comunità locale come “centro”? Questo processo, probabilmente non isolato, si è senza dubbio compiuto a Pratocentenaro, per tutti Prato. Siamo alla periferia nord di Milano, in un’area urbana dalle antichissime origini, citata per la prima volta in una fonte del lontano 1078. Del villaggio-borgo di un tempo, con cascine circondate da campi coltivati, corsi d’acqua e perfino una residenza di villeggiatura settecentesca – la demolita Villa Litta, appartenuta all’omonimo marchese – restano oggi ridotte memorie. Situato a ridosso del polo ospedaliero Niguarda, il moderno Pratocentenaro ha saputo nel tempo rispondere in modo concreto alle esigenze abitative; è raggiunto dal trasporto pubblico (si può arrivare qui con la M5, scendendo a Ca’ Granda), è dotato di spazi verdi, servizi e strutture scolastiche. Eppure, sembra aver “smarrito il proprio centro”, inteso come luogo privilegiato per l’aggregazione e l’incontro spontaneo per i residenti. Questa, almeno, la situazione fino a pochi giorni fa.
IL PROGETTO DELLA NUOVA PIAZZA PER PRATOCENTENARO
Nell’ambito del programma Piazza Aperte, lanciato dal 2018 dal Comune di Milano e sviluppato da AMAT – Agenzia Mobilità Ambiente Territorio, è stata infatti promossa un’operazione che si potrebbe definire di “riconquista” dello spazio pubblico. Preceduto da un luogo iter e sostenuto da diverse realtà presenti sul territorio, il processo è stato reso possibile grazie all’adesione dei partecipanti (15 persone, tra studenti e giovani architetti) al laboratorio organizzato in collaborazione con l’associazione Terraviva e coordinato da ECÒL. Con all’attivo importanti riconoscimenti, questo studio di progettazione multidisciplinare, di base in Toscana, in anni recenti si è fatto conoscere in Italia e in Europa soprattutto per gli interventi condotti nello spazio pubblico. Talvolta a carattere temporaneo, sono in larga parte accomunati da un peculiare ricorso alla geometria e alle sue regole. Un approccio adottato anche nel recente caso della Piazza per Pratocentenaro, ribattezzato FRAME. Come raccontano gli architetti di ECÒL ad Artribune, il progetto ha avuto come obiettivo “la valorizzazione di una porzione di asfalto, sottratta alla viabilità carrabile per diventare un luogo d’incontro e di scambio”.
IL CANTIERE APERTO DELLA PIAZZA PER PRATOCENTERARO
Date le specificità del quartiere, non si è infatti operato in una piazza canonica o preesistente, ma all’interno di un perimetro urbano che potenzialmente potrebbe diventare tale, ovvero quello compreso fra l’abitazione di una cooperativa, contraddistinta da decori in facciata, e una chiesa costruita nel 1938. Il lessico scelto per l’opera “attinge al vocabolario novecentesco dei tessuti, degli intarsi a pavimento e delle decorazioni geometriche, vocabolario familiare ai cittadini di Milano. Il disegno si compone di una serie di riquadri concentrici attorno alle aree di maggior interesse: i salotti urbani, l’area ping pong e gli accessi agli attraversamenti pedonali. Partendo da questi punti fissi, con la duplice volontà di individuare queste aree e campire tutta la superficie della Piazza, si genera un disegno intricato formato da linee spesse e continuamente in movimento”, aggiunge lo studio ECÒL. Dotata di arredi urbani selezionati fra quelli presenti nel catalogo comunale, come panchine e tavoli in legno con panche, la Piazza per Pratocentenaro è in grado di accogliere più funzioni in contemporanea, intercettando una platea eterogenea per età e bisogni. “Se il tema del riquadro è di immediata lettura rispetto agli arredi disposti sulla superficie, il gioco non codificato che si genera è aperto all’interpretazione e all’uso spontaneo: un lungo percorso labirintico da percorrere in fila indiana, una serie di linee da saltare a piedi uniti dove l’obiettivo è non cadere sul colore sbagliato”, osservano i progettisti, commentando le possibilità aperte dall’intervento.
A MILANO REALIZZATE 40 OPERE CON L’URBANISTICA TATTICA
Si tratta di un aspetto centrale di Piazze Aperte, che intende incoraggiare una forma di rigenerazione urbana diffusa e condivisa, capace di rafforzare il senso di appartenenza delle comunità al territorio anche attraverso un uso sperimentale o inconsueto degli spazi pubblici. Sviluppato in collaborazione con Bloomberg Associates e Global Design Cities Initiative, questo programma ha raggiunto quota 40 opere proprio con la Piazza per Pratocentenaro. Per alcune realizzazioni, tra cui questa, il programma è stato inoltre co-finanziato dall’ Unione Europea tramite EIT Urban Mobility (Un organo di EIT – European Institute of Innovation and Technology ) all’interno del progetto CLEAR. Oltre alla creazione di nuove piazze o di aree pedonali attraverso la sperimentazione di modifiche alla viabilità, come nel caso descritto, il piano prevede come ulteriori possibili interventi: di va dall’attivazione di spazi pubblici sottoutilizzati (o non attrezzati) alla realizzazione di percorsi ciclabili, fino all’estensione e messa in sicurezza degli spazi pedonali tramite la razionalizzazione degli spazi per la mobilità. Non resta che seguire le prossime azioni messe a punto attraverso questo strumento, magari auspicando dei ritmi maggiori: si fanno piazze tattiche anche perché è veloce farle, e allora facciamole. Tante e convintamente.
Valentina Silvestrini
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