Ancora da Viennafair 2011: se l’arte fa da apripista all’espansione europea della Turchia…
C’è anche l’apertura di un effettivo dialogo con la Turchia nel panorama di questa edizione 2011 della fiera viennese, a forte vocazione internazionale. Si parla di Istanbul come della più grande metropoli europea, tematizzando di fatto una annessione che supera il pragmatismo politico. Come e forse più di qualsiasi città europea, negli ultimi anni Istanbul […]
C’è anche l’apertura di un effettivo dialogo con la Turchia nel panorama di questa edizione 2011 della fiera viennese, a forte vocazione internazionale. Si parla di Istanbul come della più grande metropoli europea, tematizzando di fatto una annessione che supera il pragmatismo politico. Come e forse più di qualsiasi città europea, negli ultimi anni Istanbul ha rinnovato i suoi centri culturali, aperto nuovi musei d’arte e fondazioni e istituito una biennale che nel frattempo è diventata uno dei più importanti eventi d’arte internazionali.
Uno scenario ideale, quindi, per il futuro della cultura europea. Oggi sono quattro le gallerie turche presenti alla Viennafair: Art Sümer, Outlet Gallery, Rampa Istanbul, X-Ist. E non sorprende poi più di tanto il buon livello delle proposte; qualche nome dal mazzo: Ayse Erkmen, Nilbar Güres, Ceran Oykut, Fikret Atay, Sener Ozmer, Sinem Disli.
Intanto, nel fuori orario del secondo giorno, sulla pedana dello spazio centrale del padiglione, andava in scena Performance Nite, ovvero una serie di azioni performative, tra cui quella di Jakob Lena Knebl, artista transgender formatasi a Vienna nella sezione di moda nell’Università delle arti applicate e poi all’Accademia delle Arti figurative.
– Franco Veremondi
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