Landscapes of Hidden Words / Lello Lopez

Informazioni Evento

Luogo
A PICK GALLERY
via Bernardino Galliari 15/C 10125 , Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

In occasione della Art Night promossa da TAG Torino Art Galleries, sabato 5 novembre A PICK GALLERY sarà aperta dalle ore 15.30 fino alle 24.

Il 4, 5 e 6 novembre, con la collaborazione di Lavazza, la galleria ospiterà Art Coffee Breakfast dalle ore 9.30 alle 12.00.

Vernissage
31/10/2022

ore 18

Artisti
Lello Lopez, LegakwanaLeo Makgekgenene, Renée Akitelek Mboya, Karla Nixon
Curatori
Laura Burocco
Generi
arte contemporanea, personale, collettiva

A PICK GALLERY inaugura la collettiva Landscapes of Hidden Words, a cura di Laura Burocco e la personale di Lello Lopez, The factory project, presentata a Torino da Shazar Gallery, invitata in occasione dell’art week torinese.

Comunicato stampa

A PICK GALLERY inaugura lunedì 31 ottobre alle ore 18, in via Galliari 15/C, la collettiva Landscapes of Hidden Words con i lavori di LegakwanaLeo Makgekgenene, Renée Akitelek Mboya e Karla Nixon, a cura di Laura Burocco e la personale di Lello Lopez, The factory project, presentata a Torino da Shazar Gallery, invitata in occasione dell’art week torinese.

Landscapes of Hidden Words propone il lavoro di tre artiste nate in diversi paesi africani, Karla Nixon (1990, Durban, South Africa), LegakwanaLeo Makgekgenene (1995, Gaborone, Botswana) e Renée Akitelek Mboya (1986, Nairobi, Kenya), le cui ricerche sono accomunate dalla rielaborazione di memorie personali e immagini legate a spazi e a tradizioni dei luoghi in cui hanno vissuto. In modo differente le tre artiste reinterpretano storie nascoste, oppresse, spesso travisate.
“Dal video alla fotografia e fotomontaggio, sino ad installazioni pittoriche. Le artiste - scrive Laura Burocco - interrogano la definizione di un territorio di appartenenza e la costruzione di una identità unica e collettiva”.
Il lavoro di Karla Nixon si sviluppa a metà tra astrazione e figurazione. Lei usa la carta, tagliata a mano, dipinta, incollata. La carta ritagliata è storicamente legata all'artigianato, tema sensibile nel contesto africano, ma l’obiettivo di Nixon è quello di portare lo spettatore a guardare oltre al materiale e alla tecnica, perdendosi nelle intricate trame che sovrappone e articola con ritmicità. In mostra una serie di lavori prodotti recentemente, come Dune II e Flood light and rain fall che, con texture e colori, evocano paesaggi naturali.
LegakwanaLeo Makgekgenene presenta una serie di fotomontaggi con i quali vuole
ridimensionare la dimensione collettiva di una memoria nazionale basata su una identità
mascherata come nel caso dei monumenti pubblici del Botswana. Le sue opere sono ascrivibili ad una manipolazione virtuale del folklore, una narrazione tra passato, presente e futuro, a metà tra vita reale, tradizione e immaginazione, dove le immagini dei monumenti, e simboli nazionali si intrecciano.
I lavori in mostra fanno parte di una serie presentata nel 2022 nella collettiva del Botswana
Pavilion, mettendo in discussione la domanda posta dalla curatela della biennale di Venezia su cosa significhi un mondo in cui tutti possono cambiare, trasformarsi, diventare qualcosa o qualcun altro.
Renée Akitelek Mboya è interessata al ruolo significativo della razza nell'articolare le narrazioni antropologiche ed etniche di appartenenza nazionale.
Nei video A Glossary Of Words My Mother Never Taught Me e And Salt The Earth Behind You utilizza archivi cinematografici legati al periodo del colonialismo con l’intento di tracciare le genealogie razziste legate alla produzione e alla visualizzazione delle immagini.
Appropriandosi e rielaborando materiali storici, come Africa Addio documentario italiano del 1966 sulla fine dell’era coloniale africana, Mboya lavora sulle immagini in modo da far riflettere sul loro potenziale narrativo violento.

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Shazar Gallery presenta a Torino il lavoro di Lello Lopez (1954, Pozzuoli, Napoli) che fonda la sua ricerca sulla realtà e sulle relazioni interpersonali. Il suo vissuto e le persone che ne hanno fatto parte sono il punto di partenza di una profonda analisi introspettiva capace di riflettere sul presente e sugli elementi più tangibili della realtà.
Potremmo dire che il lavoro di Lello Lopez sia l’espressione della necessità di comunicare mettendo in evidenza la verità.
Con il progetto The factory project Lopez pone l’attenzione sulla difficoltà che attraversa il mondo del lavoro. Si tratta di una videoinstallazione composta da opere su carte cianografiche di progetti tecnici trovati in uffici abbandonati, che con colori acrilici ripropongono le immagini di macchinari e/o semplici utensili che fanno ormai parte di un mondo altro, e dal video “The Factory”, accompagnato da “Epitaffio N.1” di Luigi Nono e dalla voce narrante della poesia di Garcia Lorca “La Casida De La Rosa”. L’opera è una riflessione sulle trasformazioni e le drastiche riconversioni che l’industria subisce nei periodi di crisi economica e la loro ricaduta sulla vita delle persone che vi lavorano. La fabbrica dismessa diventa quasi un cimelio di un tempo e di un luogo che è stato capace di dare forte impulso alla società e allo stesso tempo fagocitare intere esistenze.
In queste opere, il pensiero dell’artista si sviluppa con grande dinamismo alternando i segni originali di quel tempo con proposte di stili di vita alternativi, provocando così spaesamento e un’aurea sognante.