L’osteria dei pittori
Nelle magnifiche sale di Palazzo Rospigliosi a Zagarolo si concluderà il viaggio di L’osteria dei pittori.
Comunicato stampa
Sarà l’ultima tappa del percorso espositivo di una mostra iniziato a Roma, nella prestigiosa galleria La Nuova Pesa e transitato attraverso la Libreria Eli di Viale Somalia. La mostra ha richiamato l’attenzione di un vastissimo pubblico e coinvolto stampa e televisioni. Francamente un successo eccezionale, e in questa misura inaspettato, che premia l’idea di aver coinvolto un nutrito drappello di artisti di prima grandezza nell’idea, solo apparentemente stravagante, di ricordare un’Osteria. Un’Osteria romana molto particolare: quella dei fratelli Menghi, che, a partire dagli anni Cinquanta, rappresentò per alcuni decenni un cenacolo senza eguali nella storia recente, un crocevia di esperienze artistiche, letterarie, poetiche ed anche relative al mondo del cinema. Mondo quest’ultimo al quale apparteneva Ugo Pirro, che, in modo particolare si è inteso ricordare, come autore di “Osteria dei pittori”, un libro speciale che ricorda proprio quella trattoria: un piccolo scrigno prezioso nel quale sono custodite le storie di artisti indimenticabili: da Picasso a Turcato, da Mafai a Consagra, da Accardi a Scarpitta, a Dorazio e ancora: Fellini, Moravia, Zavattini, Sargentini, Sandro Penna e tantissimi altri. Figure formidabili e diverse ma tutte unite da un comune denominatore: essere clienti abituali dell’Osteria dei pittori.
La mostra intende non solo rievocare un’epoca e una storia, ma recuperare una memoria da rivivere attivamente dentro un’attualità che è figlia di quei tempi. Dietro questa operazione, c’è la convinzione che l’arte è sempre contemporanea. Per lo meno fino a quando non si abbattono su di essa eventi che ne modificano la natura più profonda, come purtroppo accade ai nostri giorni. In questo senso, gli ambienti
di Palazzo Rospigliosi carichi di storia, le sue splendide pareti affrescate sono state scelte per riaffermare con forza l’idea che l’arte non conosce frontiere di tempo e di spazio.
Un grazie particolare al Comune di Zagarolo.
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