È morto l’artista e critico Brian O’Doherty, padrino della “Casa Dipinta” di Todi
Per celebrarlo, il suo capolavoro concettuale nel cuore della città umbra è ora finalmente aperto a tutti. “Era uno degli artisti più influenti del XX secolo”, dicono dal Kunstmuseum Liechtenstein
È morto il 7 novembre nella sua casa di New York l’artista irlandese-americano Brian O’Doherty. Nato a Ballaghaderreen, nel nord della Repubblica irlandese, aveva 94 anni. L’artista concettuale, accademico e critico per il New York Times e Art in America – descritto dal New Yorker come uno degli artisti e intellettuali più apprezzati della grande mela – era emerso come figura chiave della scena internazionale sin dagli Anni Sessanta, usando nel corso della sua carriera una serie di alter ego, primo tra tutti quello, celebre e longevo, di Patrick Ireland (un riferimento alla strage del Bloody Sunday, dismesso solo con gli accordi del 2008) con cui aveva esposto a Documenta e alla Biennale. Dagli Anni Settanta aveva comprato con la moglie e critica d’arte Barbara Novak un’abitazione nel centro storico, in via delle Mura Antiche: questa era diventata nel tempo una grande opera immersiva, poi nota come “Casa Dipinta” e apprezzata dai cultori dell’arte contemporanea di tutto il mondo.
LA CASA DIPINTA A TODI
Nonostante il fondamentale contributo all’arte concettuale e alla critica, la Casa Dipinta è considerata l’opera magna di O’Doherty. L’abitazione ottocentesca fu inizialmente acquistata dai coniugi nel 1975 solo per le vacanze, finendo con il diventare la loro seconda dimora e un medium artistico senza eguali. In un costante work in progress, O’Doherty ha affrescato per quarant’anni le pareti dell’abitazione di tre piani creando con gli acrilici un grande ciclo di pitture che includono la riproduzione dell’antico alfabeto Ogham, usato in Irlanda fino al VII secolo. Inserita nel circuito culturale cittadino, la Casa è dal 2011 aperta alle visite del pubblico solo su prenotazione: tuttavia, venute a conoscenza della sua scomparsa, la città umbra e CoopCulture hanno deciso di dimostrare la propria riconoscenza all’artista e amico aprendo la Casa gratuitamente ai residenti (con accesso a 2 euro per i turisti) la prossima domenica, 13 novembre.
IL CORDOGLIO PER LA MORTE DI BRIAN O’DOHERTY
“È una perdita che ci addolora profondamente, non possiamo dimenticare il grande atto di generosità di Brian e Barbara nell’aver concesso anni fa in comodato al Comune il bene culturale, affinché venisse incluso nel circuito turistico della città e divenisse meta di visita di migliaia di turisti italiani e stranieri”, ha commentato il sindaco di Todi Antonino Ruggiano. “Mi sento onorato di aver conosciuto Brian O’Doherty e di aver potuto godere della sua personale amicizia. I suoi colori ci aiuteranno a tener vivo il suo ricordo”, ha aggiunto. A conferma del legame tra l’artista e Todi, proprio in queste settimane stava venendo ufficializzata la donazione della Casa Dipinta al Comune. Una nota di cordoglio è giunta anche dal Kunstmuseum Liechtenstein, che da pochi giorni ha inaugurato il solo show In the Context of the Collection: Brian O’Doherty. Phases of the Self, una mostra che approfondisce la sua percezione del proprio ruolo di artista e individuo anche attraverso il dialogo sviluppato con altri artisti contemporanei. “Piangiamo la morte di uno degli artisti più influenti del XX secolo. Brian O’Doherty, che apparteneva alla prima generazione di artisti concettuali, ha guadagnato fama internazionale come autore di saggi sul “White Cube” apparsi sulla rivista Artforum nel 1976. Nei suoi scritti O’Doherty descrive l’ascesa del bianco – spazio espositivo vuoto e recintato – che, come osserverà in seguito, non è lo stesso ovunque, poiché le persone portano se stesse, la cultura locale e anche le proprie storie in ogni mostra. Per espandere la propria sfera creativa e per proteggere la sua opera da una ricezione principalmente biografica, l’artista, critico d’arte e scrittore irlandese-americano Brian O’Doherty ha operato sotto una varietà di pseudonimi. Questa immagine di sé aperta e la percezione del suo ruolo ha aperto la strada alla grande ampiezza del suo lavoro ed è di grande importanza tempestiva […] Vorremmo ringraziare Brian O’Doherty per la fiducia che ci ha dimostrato nella preparazione della mostra ‘In the Context of the Collection: Brian O’Doherty. Phases of the Self’ e per la gioia che ha condiviso con noi per questa mostra. Piangiamo una persona gentile e un amico”, ha comunicato il curatore della mostra Roman Kurzmeyer insieme al team del Kunstmuseum Liechtenstein. “Era una personalità incredibile!”, ha aggiunto la direttrice del museo, l’italiana Letizia Ragaglia.
Giulia Giaume
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