Riflessioni sul primo forum internazionale della didattica dell’arte
Parola alla responsabile del progetto EDI Global Forum for Education and Integration di Napoli svoltosi lo scorso ottobre, la piattaforma che mette in rete le esperienze di istituzioni impegnate nella ricerca didattica applicata all’arte
Dall’11 al 14 ottobre scorsi, Napoli si è trasformata nella capitale mondiale dell’educazione all’arte grazie al primo EDI Global Forum for Education and Integration nato in seno alla Fondazione Morra Greco. Abbiamo parlato con la responsabile del progetto, Alessandra Drioli, per condividere alcune riflessioni su questa edizione zero, a cui ne seguiranno altre.
Quando è nata l’idea di un primo Global Education Forum internazionale?
L’idea è nata subito prima che scoppiasse la pandemia e ha preso forma proprio nei mesi del più stretto lockdown. L’urgenza che si è sentita è stata quella di creare un dialogo all’interno della comunità globale che lavora nelle istituzioni culturali di tutto il mondo per costruirne un ruolo sociale sempre più articolato, forte ed efficace. Dietro le molteplici definizioni di dipartimenti educativi, sezioni didattiche, learning o programme department, e si potrebbe continuare con tante altre, si muove un ecosistema professionale multiforme e con un ruolo centrale per la vita di queste realtà, siano esse grandi o piccole, pubbliche o private, con una lunga storia alle spalle o recentissima.
Ci siamo resi conto, infatti, che non esiste una piattaforma a livello internazionale che metta in contatto e crei un confronto concreto, uno scambio di esperienze e di progettualità all’interno di questo ecosistema. Con l’EDI Global Forum for Education and Integration, realizzato grazie al supporto della Regione Campania, abbiamo voluto fare proprio questo, creare uno spazio, per noi una vera e propria casa, che accolga chi lavora, chi fa ricerca e chi si sta formando sui temi dell’innovazione didattica nei luoghi della cultura.
Come vi siete mossi per tessere la ricchissima rete di istituzioni invitate? E come avete poi strutturato la quattro giorni?
Ripercorrere i primi passi di EDI e l’incredibile numero e varietà di istituzioni che questo evento ha messo insieme in pochissimi mesi continua, da un lato, a essere sorprendente ed emozionante anche per noi, dall’altro è una conferma che EDI ha colmato un vuoto, raccogliendo un’esigenza sentita dai tanti professionisti e ricercatori che operano in questo ambito.
Questo per dire che sicuramente c’è stato un grosso lavoro organizzativo per riunire a Napoli più di 180 realtà rappresentative dei cinque continenti ma allo stesso tempo va detto che a tutti i nostri inviti abbiamo ricevuto un riscontro positivo da subito e da un certo momento in avanti ci sono poi cominciate ad arrivare anche tante nuove richieste a partecipare, tanto da modificare la struttura dell’evento per poter accogliere un numero molto maggiore di partecipanti e attività rispetto al programma iniziale. L’evento infatti ha riunito 250 partecipanti. Abbiamo coinvolto gli stessi musei invitati nella costruzione del programma, scegliendo di creare momenti di scambio e conoscenza laboratoriali ed esperienziali progettati insieme a tutti loro nei mesi precedenti il Forum e condotti poi dai vari rappresentanti intervenuti a Napoli.
Facci alcuni esempi delle attività proposte.
La fase preparatoria del Forum è stata di fatto già una bellissima palestra di idee che ha visto il suo punto d’arrivo a Napoli. E così per fare solo qualche esempio il Museo Reina Sofía e Museion hanno proposto un workshop con al centro la danza come strumento utile a sfumare i confini percepiti tra spazio pubblico e personale; Manifesta ha condotto un workshop itinerante tra cardi e decumani del centro storico di Napoli mirato ad approfondire il legame dei partecipanti con il territorio di riferimento. La Fondazione Morra Greco con Officine Gomitoli – Dedalus Cooperativa Sociale e Multaka ha condiviso approcci sperimentati tra Italia e Germania nel coinvolgimento attivo di comunità di migranti nella mediazione artistica come strumento di coesione sociale; la National Gallery di Singapore e Palazzo Grassi si sono confrontati sul tema dell’engagement di pubblici differenti per estendere la portata della propria collezione oltre i confini dello spazio museale, spazio che il MoMA e il Castello di Rivoli hanno spinto oltre i confini dello spazio chiuso, nella natura, altro elemento di riflessione centrale nel Forum; e ancora il Kunstenfestivaldesarts e Fondazione Cittadellarte ci hanno coinvolto nel tema del co-design e del gioco come modalità di coinvolgimento del pubblico.
E invece sul fronte dei partner locali?
Allo stesso modo abbiamo coinvolti tanti partner locali per creare un evento diffuso sul territorio, così che il Forum fosse anche un’occasione speciale per scoprire e conoscere luoghi simbolici di Napoli per i tanti ospiti che vi giungevano per la prima volta. 40 workshops, 10 keynote speaker, 10 sedi cittadine: le attività sono state tante, il programma delle quattro giornate molto intenso, dalla mattina fino a tarda sera, con occasioni per scambiarsi esperienze, stare insieme, conoscersi meglio e divertirsi, muovendosi tra la Fondazione Morra Greco e il Museo e Real Bosco di Capodimonte, dal Complesso di San Domenico Maggiore a Palazzo Corigliano, sede dell’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, dall’Accademia di Belle Arti di Napoli al Complesso Museale Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco al Complesso Monumentale di Sant’Anna dei Lombardi al Museo Madre, il Palazzo Reale, il Museo Archeologico Nazionale e le Gallerie d’Italia. A guidarci nel definire la struttura dell’evento è stata l’idea di dargli una forma sperimentale e innovativa, assolutamente informale, dinamica e coinvolgente, che fosse coerente con le parole chiave su cui stavamo andando a riflettere: accessibilità, inclusione e diversità, sostenibilità, benessere e strutture istituzionali.
IL PRIMO EDI GLOBAL FORUM FOR EDUCATION AND INTEGRATION A NAPOLI
Il Forum ha goduto dell’ospitalità dei maggiori musei partenopei. È quindi possibile un dialogo tra istituzioni pubbliche e private? E chi può fare cosa?
Il dialogo, il lavoro di rete sono assolutamente possibili e necessari se si vuole contribuire ad attivare processi di innovazione e trasformazione concreti. Anche in questo caso abbiamo trovato in tutte le istituzioni coinvolte, sia pubbliche che private, dai loro direttori ai gruppi di lavoro, una disponibilità assoluta a essere parte di EDI e ad accoglierci con uno spirito di collaborazione che ha regalato a tutto il Forum un’atmosfera familiare, così come la desideravamo. Tanti e bravissimi sono stati anche gli studenti delle varie università campane che ci hanno affiancato nella realizzazione dell’evento nel corso delle quattro giornate e nei giorni precedenti.
Quali sono gli ambiti di riflessione in cui avete invitato al dialogo i partecipanti?
Siamo partiti dal ragionare e lavorare insieme su temi come accessibilità, inclusione e diversità, sostenibilità, benessere e strutture istituzionali. Il Forum è anche arrivato a poche settimane di distanza dalla ratifica a Praga della nuova definizione di museo dell’ICOM e ci siamo trovati tutti perfettamente allineati sugli obiettivi che oggi le nostre istituzioni culturali devono impegnarsi a perseguire e su cui i temi messi al centro di EDI hanno puntato fin dall’inizio della genesi del progetto. Nel corso della sessione di progettazione partecipata, che ci ha visto lavorare insieme nei meravigliosi spazi del Museo di Capodimonte, sono state messe a punto una serie di proposte di azioni da realizzarsi in rete nel corso dei prossimi mesi, che mettono insieme più di uno di questi temi, come quelli della sostenibilità e del benessere, con al centro il concetto che “partnership is the goal”, il 17esimo dei Sustainable Development Goal dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Quali sono le prime riflessioni e proposte raccolte e quali le reazioni inaspettate?
Sono tantissime le riflessioni e anche le proposte che questo Forum ci ha già dato e sta continuando a darci. Speriamo a breve di restituirle in modo ancora una volta innovativo sia a chi ha partecipato a questa prima edizione che a tutti coloro che sono interessati a questi temi.
La necessità di una trasformazione profonda nel rapporto tra le varie funzioni di un’istituzione culturale è stato sicuramente uno degli argomenti che è tornato in tanti confronti. Il rapporto tra il dipartimento di curatela e chi si occupa di programmazione ed educazione è cruciale; la stessa figura professionale che si dedica oggi all’una o all’altra di queste due attività si sta trasformando e dovrà farlo sempre di più, trovando punti di incontro sempre più organici fin dai primi passi di una nuova progettualità. Stessa cosa per i temi dell’accessibilità, dove il grande passo ancora da farsi è quello di pensare e progettare “accessibile” e non adeguare, aggiungere, trasformare a seguire.
Anche il ruolo fondamentale dell’artista è stato chiamato più volte in causa e sarà sicuramente uno dei temi al centro dei prossimi appuntamenti, oltre a vedere gli artisti più coinvolti direttamente nel Forum. In termini di partnership, molte sono le istituzioni che ci stanno proponendo di creare insieme sezioni e tappe del Forum e questo per noi è un risultato meraviglioso perché testimonia che la rete è già solida, proattiva e soprattutto efficace. Unendo le forze anche in termini organizzativi, è possibile camminare rapidamente anche verso la realizzazione e produzione di azioni e progetti in rete, uno degli obiettivi principali di EDI: pensare e fare insieme.
Ci sarà una seconda edizione del Forum? E sarà questa volta possibile aprirlo alla comunità di educatori in senso più ampio?
Certamente ci sarà non solo una seconda edizione, ma anche una terza e una quarta edizione e così a seguire, perché EDI nasce come una attività permanente della Fondazione Morra Greco con un grande forum annuale in presenza accompagnato da tanti altri eventi e attività in presenza e online lungo tutto il corso dell’anno.
Riguardo a chi saranno i prossimi partecipanti, EDI vuole assolutamente aprirsi non solo alla comunità degli educatori in modo sempre più ampio, ma alla stessa comunità delle istituzioni per la diffusione della conoscenza a 360°, coinvolgendo istituzioni che si muovono in vari ambiti, non solo quello dell’arte contemporanea, e anche tutte le varie figure che necessariamente devono collaborare nella costruzione della visione strategica e quindi della programmazione all’interno dei nostri musei.
Annalisa Trasatti
https://www.fondazionemorragreco.com/activities/edi-global-forum/
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