Simon Dybbroe Møller – Boulevard of Crime / What Do People Do All Day
Francesca Minini presenta contemporaneamente due mostre dell’artista: What Do People Do All Day e Boulevard of Crime.
Comunicato stampa
Simon Dybbroe Møller
What Do People Do All Day
Boulevard of Crime
Opening November 15, 2022
Until January 15, 2022
Francesca Minini è lieta di presentare non una, ma due mostre di Simon Dybbroe Møller: What Do People Do All Day, accompagnata da un testo di John Miller, e Boulevard of Crime, accompagnata da un testo di Contemporary Art Writing Daily.
What Do People Do All Day
What Do People Do All Day utilizza l’architettura della galleria come sfondo, i suoi arredi come oggetti di scena e il suo staff come comparse nell’allestimento di una serie TV in forma di video. L’adattamento di Simon Dybbroe Møller del leggendario libro per bambini del 1968 di Richard Scarry, What Do People Do All Day (in italiano, Il libro dei mestieri), sostituisce gli originali disegni di simpatici animali antropomorfizzati che compiono attività da esseri umani nella industriosa e produttiva Busytown con esseri umani nevrotici della realtà che agiscono nel paesaggio schizofrenico del post-capitalismo. Qui i lavoretti precari della gig economy si contendono la scena con mestieri bizzarramente anacronistici. Ci viene ricordato che molto resta immutato, che ci tocca ancora riparare i condotti fognari, servire i pasti, abbattere gli alberi e guidare i camion. Veniamo accompagnati nel percorso dall’idealistico "tutti sono lavoratori" di Busytown al tecnocapitalista "tutto è lavoro" dei nostri giorni. I primi tre episodi della mini-serie sono usciti nel 2020; questa mostra presenta in prima visione l’ultimo e conclusivo episodio.
Boulevard of Crime
Non può certo essere una coincidenza che la prima fotografia di esseri umani ritragga un rapporto di potere: una persona inginocchiata davanti a un’altra; un uomo che si fa lucidare le scarpe di cuoio da un altro in una città per il resto deserta, mentre la tecnologia protofotografica dell’otturatore favoriva la transazione. Simon Dybbroe Møller strumentalizza il dagherrotipo del 1838 di una strada parigina per mettere a fuoco l’interdipendenza tra immagini fotografiche e controllo, crisi degli alloggi, identità e capitale. Lo spettacolo dei lampioni a gas dei Grands Boulevards di Parigi è valso alla città il nomignolo Ville Lumière. Questa mostra offre un rischiaramento di diverso genere. Nel Boulevard of Crime lampioni di ghisa ridimensionati illuminano una serie di fotografie che giocano con le convenzioni stesse della moderna produzione di immagini.
Simon Dybbroe Møller esplora la relazione tra le qualità fondamentali della percezione e l’evolversi della comunicazione; che cosa si prova a essere corpi che ruzzolano o arrancano in questo mondo; come noi cambiamo i media e come i media cambiano noi. Il suo lavoro spesso ruota attorno alla materialità e alla fisicità delle cose sullo sfondo delle onnipresenti rappresentazioni mediatiche.
Tra le sue mostre personali, ricordiamo quelle che si sono svolte al Contemporary Art Centre di Vilnius, alla Fondazione Giuliani di Roma, alla Kunsthalle di San Paolo, alla 21er Haus di Vienna, al Kunstverein di Hannover e al Kunstverein di Francoforte. I suoi lavori sono stati esposti alla 5° Biennale di Mosca, alla 2° Triennale di Torino e alla 9° Biennale di Berlino e in mostre collettive nelle seguenti sedi: MOCA, Detroit; KW Institute for Contemporary Art, Berlino; Palais de Tokyo, Parigi; SMK National Gallery, Copenhagen; Centre Pompidou, Parigi; CCA Wattis, San Francisco; Hamburger Bahnhof, Berlino; Ludwig Museum, Colonia; MMK, Francoforte sul Meno, e Museo di arte contemporanea, Tokyo.
Simon Dybbroe Møller (nato ad Aarhus nel 1976) è professore e direttore della Scuola di scultura della Royal Danish Academy of Art.
Ha studiato alla Kunstakademie Düsseldorf e alla Städelschule di Francoforte.