Tra reale e virtuale. La mostra di Raul Cordero a Milano
Wizard Gallery ospita la prima mostra di Raul Cordero: 7 dipinti e 3 opere digitali che invitano gli spettatori a interrogarsi sul confine tra reale e virtuale, sempre più sottile nell’epoca contemporanea
L’impatto che ha la tecnologia sulla nostra vita e sull’arte: è questo il focus della mostra Reality is the New Spam dell’artista cubano Raul Cordero (L’Avana, 1971) da Wizard Gallery.
Il progetto è composto da sette opere su tela e tre opere digitali ispirate allo strato digitale che da circa due decenni ha invaso la vita di tutti gli esseri umani.
Lo spettatore è chiamato a mettersi in gioco: non deve solo “guardare” l’arte, ma deve imparare a leggerla. Le opere sono posizionate a parete, ma entrando nel piccolo spazio della galleria si possono vedere opere video a terra, o nascoste dietro la sala principale. I dipinti hanno colori accesi, quasi fluorescenti. Le immagini sono sfocate e sovrapposte a segni e forme che il pubblico deve decifrare.
LA MOSTRA DI RAUL CORDERO DA WIZARD GALLERY
L’intelligenza dell’uomo deve confrontarsi con l’intelligenza artificiale: ci sono opere in cui ai paesaggi si sovrappongono localizzazioni satellitari, o ancora dipinti in cui la sfocatura si contrappone al confine rigido della cornice. Raul Cordero vuole farci comprendere che probabilmente a oggi non saremmo più in grado di vivere senza l’assistenza dei nostri dispositivi digitali. La fruizione della realtà è sempre mediata da qualche dispositivo tecnologico che rende diversi la nostra esperienza e il nostro sguardo. Non vi è una critica all’uso dei mezzi digitali, piuttosto l’artista invita a comprendere questo nuovo linguaggio e a farlo proprio. Con l’utilizzo di tele e opere video che contrappongono un’immagine realistica a un intervento artificiale, Raul Cordero racconta una realtà filtrata, che a suo modo fa nascere un nuovo mondo: il reale e il virtuale non sono più due ambienti distinti, ma diventano un tutt’uno e creano una nuova dimensione unica a cui tutti oggi apparteniamo.
Gloria Vergani
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