Cinque storici musei compiono gli anni nel 2022
È un’insolita convergenza quella in corso nel 2022. Dal Kimbell Art Museum di L. Kahn al National Art Center Tokyo di K. Kurokawa, cinque musei simbolo dell’architettura moderna e contemporanea celebrano importanti anniversari. Ecco le loro storie
L’istituzione del museo nella sua accezione moderna e la nascita della relativa tipologia architettonica risalgono all’epoca inclusa tra la fine del XVIII secolo e l’inizio del XIX secolo.
A fare da apripista fu il complesso dei Musei Vaticani, seguito in Europa da quelli di Vienna, Dresda, Pietroburgo, Berlino, Londra, Parigi e Madrid, le cui fondazioni furono iniziative dei rispettivi sovrani. La raccolta e la conservazione delle testimonianze artistiche erano sino ad allora rimaste legate al collezionismo privato, e a fare da cornice espositiva erano principalmente le monumentali gallerie di antichi palazzi nobiliari o le sontuose accademie. Anche la distribuzione delle collezioni, affollate e non ordinate secondo un criterio cronologico o selettivo, risentiva dell’approccio quantitativo ottocentesco, che spesso mirava all’esclusiva ricerca di effetti scenografici. A rompere con l’impostazione del museo come unico grande organismo fu il Movimento Moderno: la rinnovata museografia pone per la prima volta attenzione a qualità come la flessibilità (intesa sia come possibilità di ampliamento sia come trasformabilità delle sale), la gerarchizzazione dei flussi di percorrenza e specifiche modalità espositive che guardano anzitutto a un modello architettonico di dimensioni più ridotte e talvolta specializzato. Dai musei a impianto simil-durandiano, come il Kimbell Art Museum di Louis Kahn e la Staatsgalerie di Stoccarda di James Stirling, a soluzioni ispirate alle gallerie delle macchine di Paxton, come la Neue Nationalgalerie di Berlino di Mies van der Rohe e il famosissimo Centre Pompidou di Piano, Rogers e Franchini a Parigi, passando per soluzioni ibride quanto iconiche come il Guggenheim Museum di Frank Lloyd Wright a New York, la moderna disciplina si spinge verso un concetto diverso di “museo-opera d’arte”. Questo non è più una mera sovrastruttura scenografica, ma un’architettura sempre più aperta, democratica e partecipativa, il cui ruolo nella città si rivela di importanza cruciale; pensiamo a eccezionali riconversioni, come la Tate Gallery di Herzog & de Meuron a Londra, la Fàbrica Pompéia di Lina Bo Bardi a San Paolo e la Gare D’Orsay di Gae Aulenti a Parigi; o all’effetto sul piano economico e urbano che ebbe il Guggenheim di Gehry su Bilbao. Alcuni di questi templi dell’arte e dell’architettura, veri e propri landmark e mete di pellegrinaggio per entrambi gli interessi, hanno celebrato importanti anniversari nel 2022. A compiere gli anni sono cinque musei in particolare.
Maria Chiara Virgili
I 5 ANNI DEL LOUVRE ABU DHABI
Progettato da Atelier Jean Nouvel e caratterizzato da una grande cupola metallica di 180 metri di diametro, formata da otto strati di rivestimento perforati, il Louvre di Abu Dhabi colpisce per l’inusuale orizzontalità e per il gioco di luce generato al suo interno: una pioggia di fasci luminosi che ricorda proprio l’iconico precedente dell’Istituto del Mondo Arabo di Parigi, la cui facciata tecnologica è animata da diaframmi che si aprono e si chiudono grazie a dei sensori. In entrambi gli edifici è evidente la citazione delle mashrabiye, le aperture schermate da una grata in legno, tipiche dell’architettura islamica, caratterizzate da una fitta trama in grado di filtrare la luce, controllare il passaggio dell’aria e riparare dagli sguardi esterni.
Nata dopo dieci anni di lavori, nel mezzo del distretto culturale della Saadiyat Island, l’“agorà araba” di Abu Dhabi custodisce circa 600 capolavori; è legata a una partnership strategica, sottoscritta con l’Agence France-Muséums, grazie alla quale può utilizzare il nome Louvre e ricevere o cedere opere in prestito nell’arco di trent’anni. Presto attorniata da altre architetture culturali di prestigio (il secondo Guggenheim di Gehry, lo Zayed National Museum di Norman Foster, il Performing Arts Centre di Zaha Hadid e il museo marittimo di Tadao Ando), l’istituzione celebra i suoi primi cinque anni con un programma di eventi dal forte respiro internazionale. Fra questi spiccano le mostre Impressionismo: Sentieri della Modernità, la prima dedicata ai pittori impressionisti nella regione mediorientale, e Bollywood Superstars, incentrata invece sull’industria cinematografica indiana. Inoltre il Louvre di Abu Dhabi ospiterà il San Giovanni Battista di Leonardo da Vinci, dipinto concesso eccezionalmente dalla sede di Parigi e con il quale torna a far parlare di sé dopo la controversa storia del Salvator Mundi, opera da record attribuita al maestro toscano.
I PRIMI 15 ANNI DEL NATIONAL ART CENTER TOKYO
Costruito da Kishō Kurokawa, architetto giapponese fra gli esponenti di spicco del movimento metabolista e autore della Nakagin Capsule Tower (recentemente demolita), il National Art Center Tokyo è il più grande museo del Giappone. Sebbene le sue dimensioni siano a dir poco imponenti (45mila metri quadrati), il NACT non possiede una collezione permanente, in quanto concepito esclusivamente come enorme macchina espositiva: un centro artistico dinamico e partecipativo, adatto a ospitare mostre temporanee e itineranti, eventi pubblici, seminari, conferenze e laboratori artistici. Per questa funzione un po’ insolita, vista anche l’abbondanza di superficie, gli è stato spesso attribuito l’appellativo di “museo vuoto”; tuttavia, insieme al Mori Art Museum e al Suntory Museum of Art, costituisce uno dei vertici del triangolo dell’arte di Roppongi. L’architettura, eretta tra il 2000 e il 2006, è caratterizzata da una facciata ondulata in vetro che inonda di luce le sale distribuite su sei piani, di cui una parte ospita attualmente una retrospettiva dell’artista contemporaneo Lee Ufan: una mostra straordinaria che celebra il quindicesimo anniversario del museo.
25 ANNI DALL’EFFETTO BILBAO
Progettato dall’architetto decostruttivista Frank Gehry, il Guggenheim di Bilbao venne inaugurato nel 1997 nell’ambito del piano di riqualificazione urbana di aree dismesse e fortemente degradate della città. Attrazione turistica nonché emblema dell’architettura del XX secolo, il museo ha richiamato visitatori da tutto il mondo, diventando così il simbolo della città di Bilbao. Oggi questo tempio dell’arte contemporanea festeggia 25 anni: un quarto di secolo che ha inizio proprio con l’“effetto Bilbao”, fenomeno che rese memorabili le onde della sua facciata in titanio a specchio sull’antistante fiume Nervión. Il fenomeno fu l’esito di una volontà politica illuminata e di un’architettura dirompente ed esplosiva, che, oltre a rivoluzionare il concetto di museo unendo l’arte alla rigenerazione urbana, fu capace di dialogare con il paesaggio riportando in vita non solo l’area dell’ex porto fluviale ma anche la cultura e l’economia locali. Scultura d’ispirazione futurista a scala urbana, plastica fuori e imprevedibilmente cava all’interno, il Guggenheim di Bilbao celebra il suo anniversario con l’eccezionale programma Art inspires the future, all’interno del quale una serie di eventi cittadini si alterneranno alle mostre e a uno speciale riallestimento della collezione permanente.
https://www.guggenheim-bilbao.eus
L’ANNIVERSARIO D’ARGENTO DELLA FONDAZIONE BEYELER
Istituita dalla coppia di collezionisti Ernst e Hildy Beyeler, l’omonima fondazione è uno dei principali poli dell’arte moderna nel mondo e il più visitato museo in Svizzera. Costruito da Renzo Piano a Riehen, un sobborgo di Basilea, l’edificio dispone di un sistema di frangisole regolabili sul tetto che, insieme alle ampie vetrate aperte sul giardino e lo stagno circostanti, modula dolcemente la luce rompendo ogni barriera fra esterno e interno. Le facciate, rivestite in porfido rosso della Patagonia, conferiscono alla struttura solidità ed eleganza in continuità con il passare del tempo. Concepito allo scopo di ospitare più di 400 opere a firma di artisti quali Monet, Picasso, Mondrian, Giacometti, Klee, Matisse, Calder, Degas e Chagall, fra i tanti, il museo è attualmente in fase di ampliamento. Si attende infatti l’ultimazione del complesso progettato dall’architetto svizzero Peter Zumthor. Per festeggiare i 25 anni dall’apertura, fin da gennaio la Fondazione Beyeler ha avviato un importante programma espositivo: dalle retrospettive di Georgia O’Keeffe e Sondra Perry ai 150 anni di Piet Mondrian, sino alla grande mostra che da fine ottobre all’inizio del 2023 presenterà cento opere di artisti di spicco, dal 1800 all’attualità, appartenenti alla collezione.
https://www.fondationbeyeler.ch/en/home
NOZZE D’ORO CON L’ARTE PER IL KIMBELL ART MUSEUM
È passato mezzo secolo da quando Louis Kahn costruì il Kimbell Art Museum di Forth Worth (Dallas), splendida opera che vide anche lo straordinario impegno di Harriet Pattison, esperta paesaggista nonché madre del terzo figlio dell’architetto, Nathaniel Kahn (il regista del celebre docu-film My Architect). Si tratta di un’architettura moderna all’interno della quale è innestato l’impianto del museo tradizionale, ed è emblematica proprio per la sua semplicità. La struttura è infatti costituita da una sequenza di gallerie coperte da 16 volte a botte cicloidi al colmo delle quali una fessura, accoppiata a due elementi riflettenti curvi, trasmette e diffonde la luce all’interno dello spazio. Le travi ricurve in cemento armato precompresso, lunghe 30 metri e sorrette da una coppia di pilastri alle estremità (due sono aperte e fungono da portico d’ingresso), si ripetono come moduli creando all’interno una pianta libera composta da gallerie voltate e da “side gallery”, più basse e strette, dove trovano sede i servizi. A interrompere il ritmo, come nello schema ottocentesco a sale concatenate, sono delle corti quadrate; mentre all’esterno un giardino con cascate e specchi d’acqua riporta alla mente le atmosfere mediterranee e l’antichità classica, già esplicitamente citate da forme e materiali, che Kahn aveva conosciuto durante il suo soggiorno in Italia. Ampliato nel 2013 da Renzo Piano, che fu allievo dell’architetto estone, il Kimbell Art Museum inaugura un interno anno di iniziative culturali per i suoi cinquant’anni, fra cui una mostra dedicata proprio all’istituzione stessa, riconosciuta come una delle più importanti sul fronte museale del Novecento.
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