Il libro che ripercorre la storia dell’arte attraverso la finestra
Già ideatrice del fortunato blog “Didatticarte”, Emanuela Pulvirenti firma un nuovo volume, che usa un simbolo universale come la finestra per rileggere la storia dell’arte. Ne abbiamo parlato con lei
Emanuela Pulvirenti è tornata in libreria, e questa volta l’ideatrice del fortunatissimo blog Didatticarte lo fa invitandoci a passeggiare tra le storie dell’arte attraverso un tema fortemente simbolico come quello della finestra.
Com’è nata l’idea de Il mondo alla finestra?
Quando mi hanno contattata da Rizzoli per realizzare un libro sull’arte di taglio divulgativo non avevo idea che avrei ripreso le mie “vecchie” finestre. Poi, discutendo su possibili argomenti, è uscita la mia collezione di immagini di finestre nei dipinti, che non avevo mai avuto il coraggio di raccontare sul blog, vista la vastità del tema. E così abbiamo deciso di provare: era un filone che non era stato ancora trattato se non in testi stranieri o in cataloghi di mostre, ma soprattutto era un tema che sapevo essere stato molto apprezzato quando, per anni e anni, ho pubblicato ogni mattina una finestra sulla pagina Facebook del mio blog. Mi piaceva l’idea di avere finalmente la possibilità di raccontare cosa c’è dietro ognuno di quei dipinti, al di là della prima impressione che se ne può avere con uno sguardo veloce.
Il periodo di lockdown ha in qualche modo influenzato o acuito questo punto di vista sul mondo? Difficile non associare gli eventi.
Il lockdown in realtà non ha avuto nessuna influenza sulla mia scelta: avevo iniziato la raccolta molti anni prima. Nei mesi di isolamento però avevo ripreso le pubblicazioni, interrotte da tempo per la difficoltà a trovare ulteriori esempi che non avessi già pubblicato, perché era il momento in cui le finestre dipinte sarebbero state capite e apprezzate di più.
Come hai proceduto nella selezione e soprattutto come desideri che i tuoi lettori si approccino a questo libro?
Ho analizzato circa un migliaio di opere, scartandone i tre quarti (e ogni rinuncia era per me una pena). Ho scelto quelle degli autori più noti ma anche quelle di artisti meno conosciuti che però potessero rappresentare un taglio diverso sul significato della finestra: il finestrino del treno, le vedute su Roma o su Parigi, la finestra del carcere, la natura morta sul davanzale, il paesaggio in prospettiva, le attività domestiche accanto alla luce. Alla fine sono venuti fuori trentaquattro percorsi che iniziano con un dipinto particolarmente rilevante a cui si agganciano altre opere che mostrano alcune varianti di quello stesso tema. L’idea era quella di immaginare una mostra, con i suoi percorsi e le sue sale.
Ai lettori mi sento di suggerire ciò che ho scritto nell’introduzione: lasciatevi guidare dalle immagini e iniziate da dove volete. Dopotutto sono racconti, non è un manuale di storia dell’arte, ma una passeggiata tra storie dell’arte.
ARTE E FINESTRE SECONDO EMANUELA PULVIRENTI
Cos’è quindi per te una finestra?
Da architetto quale sono, la finestra è per me un potentissimo squarcio nella parete. Per realizzarlo serve grande cura, perché quel varco lascia fluire aria, luce e immagini incorniciando una veduta unica e speciale. Ricordo che, al primo anno di università, la mia professoressa di Teorie e tecniche della progettazione architettonica mi fece deviare l’intera parete della casa che avevo disegnato, pur di aprirvi una finestra che inquadrasse l’abside della chiesa di Santa Chiara, nel centro storico di Palermo. Questo fatto è stato per me una folgorazione: invece di progettare i muri e poi bucarli si può decidere anche di partire dal vuoto e poi farci intorno una parete. Se poi si aggiunge la mia passione per la luce, tanto da averne fatto per molti anni il mio mestiere (ho illuminato chiese, musei, centri storici e siti archeologici), allora si spiega la mia attrazione totale per le finestre.
Ci sono alcuni quadri, alcune finestre che preferisci su tutti e perché?
In generale mi piacciono i dipinti “a tutta finestra”, quelli in cui il punto di vista è talmente ravvicinato che la finestra diventa cornice, quelli che mostrano una distesa di tetti e un gran cielo o una veduta sul paesaggio, marino o montano che sia.
Ma il mio preferito in realtà non lascia vedere granché dell’esterno. È quello di Vilhelm Hammershøi intitolato La danza della polvere al sole, del 1900. In questa tela il pittore danese è riuscito a dipingere la magia della luce che si fa materia illuminando il pulviscolo della stanza in penombra. Il resto è molto sobrio e geometrico, così che quello spettacolo luminoso diventa il vero protagonista della scena.
Mi sarebbe piaciuto avere proprio quel quadro in copertina ma, al di là del fatto che è stato usato per un libro inglese sullo stesso tema, non eravamo certi che avrebbe suscitato sul pubblico lo stesso fascino che provavo io. In tanti anni di pubblicazioni di finestre sui social ho scoperto che quelle monocromatiche provocano spesso più malinconia che tenerezza. Per questo abbiamo preferito la ragazza che legge la lettera davanti alla finestra di Vermeer: la presenza umana vivifica la luce e rende perfettamente l’idea di quel “mondo alla finestra” che dà il titolo al libro.
Vista la tua lunga esperienza didattica a scuola e nel web grazie al fortunatissimo blog Didatticarte, non posso esimermi dal chiederti di commentare i fatti di cronaca che riportano quotidiani attacchi a capolavori dell’arte mondiale. Come li interpreti e come ne escono i musei e il sistema dell’arte?
L’unico commento possibile mi viene in siciliano: “Stassi ‘na vita a diri mah!”.
Al di là di questo, penso che qualsiasi battaglia si vinca unendo le forze: la tutela del patrimonio e i cambiamenti climatici non sono due questioni contrapposte, anche perché i problemi ambientali si ripercuotono pure sui beni culturali. L’ambiente è cultura e la cultura è parte dell’ambiente.
Annalisa Trasatti
Emanuela Pulvirenti ‒ Il mondo alla finestra
BUR Rizzoli, Milano 2022
Pagg. 304, € 20
ISBN 9788817164627
https://bur.rizzolilibri.it/
http://www.didatticarte.it/Blog/
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