Tursic & Mille – Disastri
Mostra personale.
Comunicato stampa
Come sempre con Tursic & Mille, nulla è da prendere alla lettera.
I disastri qui non sono quindi da intendersi come una risonanza con gli eventi politici, economici o ecologici attuali (anche se ovviamente tutto il lavoro è stabilito in un certo periodo e il periodo attuale tende al disastro) ma piuttosto come un'equazione matematica, che essere eretto come principio fondatore/creatore.
In matematica, il termine "catastrofe" si riferisce al luogo in cui una funzione cambia improvvisamente forma.
Le soluzioni di equazioni dipendono dal numero di parametri che contengono.
Gli elementi, le biforcazioni aggiunte a un'equazione provocano piccoli cambiamenti, piccoli sconvolgimenti di uno o più parametri che a loro volta produrranno un grande cambiamento nell'organizzazione del sistema totale favorendo così la comparsa di singolarità, cioè variazioni improvvise.
Indotti dal principio di associazione, incontri fortuiti, collage, anacronismi (ammesso che la pittura sia il luogo stesso dell'anacronismo), indotti ovviamente dal fatto che lavorano insieme, la catastrofe pittorica e la semantica si dispiegano empiricamente.
Partecipando anche al disastro, qui grandi tele di Maestri (da Hieronymus Bosch, Greuze via Raphael) servono qui solo come sfondo per un nuovo intervento come se fosse impossibile dipingere su una tela bianca, come se la pagina bianca fosse n non esistono, forse anche per farli subire un piccolo aggiornamento, insomma per riportarli al gusto del tempo. Come disse Asger Jörn, pittore e co-fondatore dei situazionisti con Guy Debord, "il cibo preferito della pittura è la pittura".
Per illustrare questo principio, questo testo è stato tradotto tramite Google translate dal francese all'inglese e poi dall'inglese all'italiano.
Tursic & Mille