Salvador Dalì – Dante e il viaggio del genio

Informazioni Evento

Luogo
FORTEZZA FIRMAFEDE
Via Cittadella , Sarzana, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

10.00-13.00 e 15.00-19.00

Chiuso il lunedì

Vernissage
25/11/2022

su invito

Biglietti

Biglietti: INTERO € 8 - RIDOTTO € 5 Residenti a Sarzana, giovani dai 12 ai 25 anni, over 65 anni, persone con bisogni speciali, insegnanti, militari, personale MIC, dipendenti Comune di Sarzana. GRATUITO under 12 anni, giornalisti muniti di tesserino, guide turistiche, soci ICOM, accompagnatori di persone con bisogni speciali. Gruppi: per i gruppi e scolaresche la Fortezza e il Museo sono visitabili anche oltre l'orario di apertura, previa prenotazione e con la possibilità di una guida. È possibile prenotare la visita anche combinata con la Fortezza di Sarzanello. Contatti per gruppi Rossana Camuto- [email protected] 3394130037 Contatti per scuole Virginia Galli-didattica @earthscrl.it – 3703433951.

Artisti
Salvador Dalì
Curatori
Gina Ingrassia
Generi
personale, disegno e grafica

Cento xilografie a colori di Salvador Dalí raccontano e reinterpretano in modo originale e rivoluzionario il viaggio di Dante nella Divina Commedia.

Comunicato stampa

Dal 26 novembre 2022 al 5 febbraio 2023 la Fortezza Firmafede di Sarzana, nota anche come Cittadella, complesso mediceo della cinta muraria sarzanese e protagonista della vita culturale della città, ospita l’esposizione ‘SALVADOR DALÍ. Dante e il viaggio del Genio’, promossa dal Comune di Sarzana, organizzata da Comediarting e curata da Gina Ingrassia. Cento xilografie a colori di Salvador Dalí raccontano e reinterpretano in modo originale e rivoluzionario il viaggio di Dante nella Divina Commedia, il capolavoro trecentesco le cui prime traduzioni in lingua straniera furono proprio in castigliano e catalano.

Il legame di Dalí con l’Italia è stato forte e intenso. L’artista amò profondamente l’Italia, che ha percorso e visitato più volte nell’arco della sua vita, e la cultura del Belpaese, infatti, è stata oggetto di studi approfonditi e spesso fonte d’ispirazione per la realizzazione dei suoi dipinti. Il rapporto di Dante con la città di Sarzana è stato altrettanto importante, legato in particolare a un episodio che vede il Poeta presente nella cittadina agli inizi di ottobre del 1306, quando vi soggiornò nel ruolo di ‘ambasciatore’ di pace per dirimere, con successo, la lunga trattativa fra i Malaspina dello Spino Fiorito e il Vescovo Conte di Luni.

 

Dopo il ricco calendario di iniziative che la città ha dedicato a Dante, in occasione dei 700 anni dalla nascita, torna un ulteriore omaggio al Sommo Poeta e al suo capolavoro reinterpretato da uno dei più grandi artisti del Novecento, Dalì. “Abbiamo pensato a Sarzana come a una grande città di cultura, capace di ospitare ogni anno grandi mostre di livello nazionale e internazionale e abbiamo realizzato questa ambizione – dichiara il sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli. - Grandi artisti come Banksy e Obey sono un omaggio alla contemporaneità di Sarzana, riscoprire Gian Carozzi o Piero Colombani un omaggio alla sua storia. La Mostra di Salvador Dalì rappresenta insieme l'orgoglio di proporre a Sarzana un artista globale come il Maestro surrealista spagnolo e l'orgoglio della nostra identità sarzanese, con un racconto di Dante Alighieri che ha mosso i suoi passi nella nostra città. Sarà una mostra anche didattica, per offrire ai ragazzi delle nostre scuole lo studio di due artisti assoluti che si incrociano a Sarzana”.

 

L’esposizione sarzanese propone un interessante excursus sulla Divina Commedia e un avvincente dialogo tra due geni della cultura, lontani nel tempo e nello spazio ma uniti reciprocamente da un’interpretazione del mondo per certi versi simile che apre a suggestivi scenari metafisici e a mondi visionari.

 

LA STORIA

 

Le cento xilografie a colori presentate in mostra, che costituiscono uno dei capolavori illustrati del secolo scorso, sono il risultato di un ambizioso progetto che ha una lunga e articolata storia. È il 1949 quando il Governo Italiano, in vista delle celebrazioni per i 700 anni della nascita di Dante, che si sarebbero svolte nel 1965, commissiona a Dalí un’opera colossale che prevede l’illustrazione della Divina Commedia, progetto che per alterne vicende e ragioni indipendenti dalla volontà dell’artista subisce variazioni continue non giungendo mai a compimento nella forma ipotizzata.

 

Gli acquerelli realizzati da Dalí portano, infine, alla realizzazione delle cento tavole xilografiche, frutto di ulteriori cinque anni di lavoro con il coinvolgimento di alcuni tra i migliori maestri incisori dell’epoca che utilizzarono ben 3.500 legni sui quali furono impressi progressivamente i trentacinque colori di ogni tavola. Un’opera straordinaria e stupefacente che da una parte racconta la Divina Commedia e dall’altra rappresenta la sintesi del percorso personale e artistico di Salvador Dalí.

 

IL PERCORSO ESPOSITIVO

Le cento opere, divise in tre sezioni che ripercorrono i tre regni ultraterreni, raccontano attraverso il linguaggio immaginifico e la cifra stilistica di Dalí il capolavoro di Dante in maniera fortemente personalizzata. Non si aspetti dunque il visitatore una corrispondenza precisa e puntuale tra immagini e Canti, peraltro ancora oggi oggetto di studi e indagini tra esperti, poiché Dalí sembra selezionare e voler riportare sulle tavole preferenzialmente gli episodi che sono vicini alla sua storia personale e i personaggi che sollecitano la sua immaginazione e appartengono in qualche modo al suo universo psichico. Il risultato è una ‘nuova’ Divina Commedia che, filtrata attraverso la sensibilità e l’immaginario del maestro di Figueras, diviene di fatto un nuovo viaggio parallelo dentro la psiche e le suggestioni stesse dell’artista che si trova a confrontarsi con essa e con se stesso.

 

Il percorso espositivo, nel rispetto della segnatura indicata sul retro di ogni opera del corpus presentato in mostra, segue la corrispondenza tra immagine e canto elaborata dallo studioso tedesco Wolfgang Everling. Un Inferno inaspettato è restituito all’osservatore attraverso trentasei opere dove arditamente trovano spazio la luce e i colori del Mediterraneo al posto delle ombre e delle tinte fosche e cupe convenzionali del regno degli inferi e dove primeggiano figure insolitamente alternative rispetto alla consuetudine, basti pensare a Minosse e Achille e Polissena, scelti insolitamente al posto di Paolo e Francesca a rappresentare il V canto, al quale Dalí dedica ben tre tavole.

 

Personaggi fantastici e metafisici paesaggi caratterizzano ciascuna delle trentaquattro tavole del Purgatorio, donando un volto e un'immagine ai protagonisti e alle storie raccontate dalla cantica. È il “mondo di mezzo”, inteso come ponte tra le atmosfere oniriche e surreali dell’Inferno e le iconografie celesti del Paradiso, per il quale l’artista adotta un registro pittorico che testimonia, nelle forme e nell’operato dei suoi protagonisti, l’incredibile fatica del “salire”.

 

E, infine, le trenta tavole del Paradiso, l’ultimo regno, collocato da Dalí “né sopra, né sotto, né a destra, né a sinistra ma esattamente nel centro del petto dell’uomo che ha fede” dove emerge, ancora una volta, la concezione metafisica e psicologica della Commedia e la grande forza evocativa delle immagini, alcune delle quali si fanno sempre più grandi, morbide e rassicuranti, altre invece evanescenti, leggere, eteree, immerse nel bagliore della luce.

 

Un’opera visiva straordinariamente innovativa, che si distanzia da qualunque precedente interpretazione figurativa della Commedia, in cui Dalí ripercorre per intero la personale evoluzione artistica chiamando in rassegna tutto il suo bagaglio iconografico, composto di oggetti molli, grucce, corni di rinoceronte e ossa volanti, e opera una sintesi di quel ricchissimo e poliedrico mondo interiore che riversa nella sua arte, le atmosfere surrealiste e il misticismo, il liquefarsi del tempo e dello spazio, il metodo paranoico critico e gli arditi spazi metafisici, i richiami all’arte classica e ai maestri del Rinascimento, dando vita a una suggestione e a una tensione psichica continue, dove l’occhio corre e si perde nella bellezza e lucentezza del colore e nell’evanescenza delle immagini.

Un apparato di immagini che dialoga superbamente con i mondi ultraterreni creati da Dante regalandoci un universo nuovo e inaspettato in cui immergerci.

 

Integrano l’esposizione undici tavole tra acqueforti e monotipi, parte di un complesso lavoro a tre mani, concepito nel 1999, che vide impegnati, su un progetto della galleria e casa editrice Nuages, tre noti illustratori incaricati di tradurre in immagini le cantiche della Divina Commedia allo scopo di dare alle stampe una preziosa edizione del poema dantesco oggi disponibile. Lorenzo Mattotti e Jean Giraud (in arte Moebius) si dedicarono rispettivamente alle illustrazioni dell’Inferno e del Paradiso, di cui in mostra sono presentate due acqueforti raffiguranti il volto di Dante. Al celebre artista americano Milton Glaser, profondamente legato all’Italia – fu allievo di Giorgio Morandi all’Accademia di Belle Arti di Bologna e autore di un celebre manifesto dell'azienda italiana Olivetti - spettò l’illustrazione dei canti del Purgatorio di cui nove tavole, vibranti di malinconica dolcezza, sono inserite nel percorso espositivo.

 

L’ardito accostamento offre al pubblico un interessante termine di paragone tra culture e linguaggi figurativi diversi in relazione all’interpretazione visiva di un’opera letteraria e testimonia altresì l’attualità, il fascino e il profondo interesse che ancora oggi è capace di suscitare il capolavoro di Dante Alighieri.

 

“Il valore aggiunto della mostra ‘SALVADOR DALÍ. Dante e il viaggio del Genio’, al di là del puro valore culturale e del suo innegabile contributo in termini di bellezza, sta nella possibilità di mettere a confronto, attraverso il dialogo tra due figure straordinarie, idee, visioni e filosofie diverse, evidenziando similitudini più che differenze e testimoniando attraverso questo l’attualità della loro opera - dichiara la curatrice Gina Ingrassia - Una dimostrazione che l’Arte, quella con la A maiuscola, è un linguaggio universale e i grandi prodotti culturali non conoscono confini e limiti spazio temporali, portatori di messaggi condivisi che accomunano mondi solo in apparenza diversi e lontani” conclude Ingrassia.

 La didascalia © Salvador Dalí, Gala-Salvador Dalí Foundation by SIAE 2022