Leopoldo Bon – Bottom-up verso Top-down
Percezioni sensoriali conseguenti ad una sommazione spazio-temporale di stimoli.
Comunicato stampa
LEOPOLDO BON ha sempre creduto nella possibilità di poter guardare al futuro e questa mostra lo dimostra ampiamente.
L’esposizione raccoglie un corpus di dodici opere, Allucinazioni, che mostrano il profondo legame tra il lavoro dell’artista, neurofisiologo, e l’arte. La fisicità si combina armonicamente con le immagini esposte, sempre alimentate da un flusso di energia inarrestabile.
Come si vede all’interno di questa mostra, elemento costante di tutta la carriera di Bon è la ricerca. Leopoldo Bon è riuscito a unire creatività e scienza insieme, questi due elementi apparentemente opposti, svelando la profonda poetica che può unirli e dando così, vita alla materia. Egli ha cercato di creare una specie di mondo altro, in cui il naturale e l’arte fotografica riescono a convivere armoniosamente; oppure, se letti nel modo opposto, si scagliano in una lotta incessante. La tecnologia si batte contro le forze primordiali e i materiali poveri dell’arte, impersonificando la lotta dello stesso Bon nella ricerca, che tenta di umanizzare la tecnologia riuscendo a trasmettere emozioni e sentimenti nello spettatore. Bon come già detto, è uno sperimentatore, non si sottrae al fascino per l’evoluzione che l’unicità della fotografia e l’uso della tecnologia comportano, aggiornando ulteriormente il suo linguaggio.
Allucinazioni, la più recente collezione creata dall’artista, opere fotografiche montate su perspex
Percorso della Vita di Leopoldo Bon
Il mio percorso artistico incominciò a circa 8 anni usando la macchina fotografica di mio padre; contemporaneamente frequentai una Galleria di via San Francesco a Trieste dove esponeva mio zio delle opere ad olio. Poi continuai la mia tendenza alla fotografia e aseguire diverse mostre pittoriche in ambito triestino. Successivamente mi fu regalata una macchina fotografica Petri ed usai le pellicole a colori per diapositive. Nel 1977 acquistai una reflex ed un ingranditore. Quindi cominciai a fare foto analogiche B& N e a svilupparle ed a stamparle in formato 30*40 cm o di formato minore. Contemporaneamente seguivo la via accademica sia di Ricerca, vertente sulle funzioni del cervello e Didattica nell’ambito della Fisiologia integrativa. Ciò mi appassionò molto e scelsi di seguire quella strada. Comunque la fotografia non la lasciai completamente utilizzando l’uso delle diapositive. Gli anni passarono, la mia attività di ricerca e didattica di sviluppò prima a Trieste e poi aModena. Come succede le cose cominciano e poi finiscono, inizio e fine! Con l’avvento della fotografia digitale, riprese la passione, rimessa in un angolino del mio cervello, attorno al 2007-2008. Il nuovo inizio fu una ricerca sui riflessi nell’acqua con luce diurna (catalogo: Astrazioni: percezioni informali dello spazio). Successivamente, l’andarper mare di notte, con la barca a vela mi suggerì ulteriori sviluppi: le luci appese nei ristoranti (konobe) si riflettevano nel mare e ciò mi aprì un nuovo mondo. Cercai posti isolati non frequentati con luci che si specchiavano sul mare e sulle onde, uscirono forme diverse, attraenti, cromie contrastanti ed avvolgenti. Successivamente la ricerca, perché diricerca si tratta e non di progetti, si estese sempre in condizioni di illuminazione particolare fino allo sfuocato. Da questo continuum di ricerca nacque il libro Watch and Image, in bilingue, che raggruppava tre fasi della ricerca: Percepire, Riflettere, Immaginare. Libro Presentato dal Prof. Dario Evola (Docente di Estetica, Accademia di Belle Arti di Roma), Curato da LauraMarcolini, (Curatrice Artistica di Studio Azzurro) ed Elena Varesi (Grafica). Se uno osserva attentamente il libro Watch and Image alla fine della fase Immaginare trova i prodromi del futuro sviluppo. Futuro sviluppo che si concretizzò nella Fotografia Scultorea. Fotografia che non sarà più rettangolare o quadrata ma seguirà delle linee che io vedo ed evidenzio con uno scontornamento dell’immagine. Alla fine di tale lavoro l’immagine viene stampata su plexiglas e fissata posteriormente su forex. Tralascio alcuni punti tecnici di scarso rilievo aifini artistici. Da questa ricerca nasce l’idea delle Allucinazioni ed il libro conseguente:Allucinazioni – Hallucinations (bilingue). Le allucinazioni, non sono dovute come molti credono compresi certi medici a droghe, ma il frutto del cervello in situazioni fisiologiche, patologiche e farmacologiche. Fisiologiche quando si sta entrando nella prima fase di sonno od uscendo dalla fase disonno; Patologiche quando la retina, con l’età, si altera portando ad un certo livello di cecità o quando ci sono lesioni ischemiche a livello di aree visive in particolare della V4;Farmacologiche quando si usano sostanze allucinogene o ci si trova in sala chirurgicasotto l’effetto di anestetici. Tale ricerca si concretizza nel libro Allucinazioni-Hallucinations presentato da FrancoRosso ( Editore del libro -Trieste), Flavia Motolese ( Critica Galleria SaturArte-Genova),Leandro Lucchetti ( Regista RAI e Scrittore – Roma,Trieste). L’esperienza accumulata come Scienziato e Docente in quaranta anni di vita accademicada un lato e l’esperienza come fotografo/artista hanno scatenato in me la voglia di fondere Arte e Scienza in modo molto didattico e semplice per far capire che i due aspetti di espressione intellettuale sono vicini; così decisi di cimentarmi in un saggio: Arte e Scienza
– Art and Science (bilingue). In modo da dare ad entrambe le popolazioni Artisti e Scienziati un modo per capire che i due aspetti non sono disgiunti. Tale saggio è stato rivisto dal prof Giacomo Rizzolatti, che mi fu maestro in una fase della mia vita accademica.Dalle prime indagini sembra che la non conoscenza degli artisti sia somma, non si pongono domande su come mai riescono a fare le loro opere, pensano a qualche cosa di DIVINO, senza pensare che hanno un cervello che attraverso diversi meccanismi come l’apprendimento, l’attenzione, la percezione, i processi di elaborazione delle diverse entrate sensoriali che si accumulano negli anni riescono a dare i/il segnale di uscita sia premotorio, sia motorio per creare l’opera artistica, in altri termini la creatività.
Accademia di Belle Arti di Brera Milano
Video art installation by
Paulina Geneva video artista moderna.
Nasce a Sofia, la capitale della Bulgaria, il 20 maggio 1994.
A quattordici anni inizia la sua passione per la grafica ed arte digitale. Durante il periodo delle scuole medie incontra una professoressa che, notando le sue grandi capacità, la stimola a sviluppare le sue competenze professionali nella grafica digitale e nella video produzione partecipando a numerose mostre nazionali ed internazionali.
Inizia cosi il suo approccio all’arte digitale e nel 2015 si trasferisce a Milano per continuare il suo studio nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove nel 2020 ha conseguito la laurea magistrale in Grafica e dove ha continuato anche a sviluppare le sue competenze in video produzione e post produzione sfidando se stessa a creare diversi film, video produzioni, video installazioni, progetti di video mapping e video animazioni.
Parallelamente ha sempre cercato di diversificare le sue competenze nel campo dello sviluppo della realtà aumentata e realtà virtuale, creando esperienze immersive che prendono per mano il pubblico, invitandolo ad entrare nelle opere audiovisive, andando oltre un’osservazione puramente bidimensionale.
JELMONI STUDIO GALLERY
Assistenti alla Galleria
Martina Sisti
Personale tecnico
Rodolfo Santini
Mirella Pende
Katia Dossena
Galleria Jelmoni Studio
Milano, Berlino, Londra
via Molineria S. Nicolò,8 (Piacenza) – Ita0039 0523 490827 349 7198665
www.jelmoniexhibitions.com
www.jelmonigallery.com
https://www.facebook.com/pages/Jelmoni-studio-gallery/242951759109959
https://www.instagram.com/jelmonistudiogallery/