Giulia Atzeri – Mi fa schifo l’immaginario collettivo

Informazioni Evento

Luogo
CAFFE' DE CANDIA
Via Mario De Candia 1 - 09124, Cagliari, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal lunedì alla domenica
dalle ore 7,30 alle ore 02,00

Vernissage
27/11/2022

ore 19.30

Artisti
Giulia Atzeri
Generi
arte contemporanea, personale

Una mostra personale di Giulia Atzeri.

Comunicato stampa

Cultína è lieta di presentare la prima di una serie di mostre in collaborazione con il Caffè De Candia di Cagliari. Mi fa schifo l’immaginario collettivo raccoglie due serie di lavori dell’artista Giulia Atzeri: sette vecchie fotografie di Cagliari, manomesse dall’artista, instaurano un dialogo a due voci con una serie di grandi pennellate su fogli trasparenti. Lo spazio comune tra le due diventa il gesto pittorico, impulsivo, convulso e indefinito, come ricorre in tutto il suo lavoro: è un monito che ci incanta e poi ci scaccia. Una prova di resistenza alla forza uniformante di un immaginario diventato anacronistico che, forse inconsapevole, condensa la diversità riducendola a una narrazione generalizzata e stereotipata.

A cura di Cultína
In collaborazione con Caffè De Candia
Testo critico Ilaria Pisanu

Dove Caffè De Candia
Palazo Boyl, Via Mario De Candia 1
Cagliari (09124)

Quando dal 27/11/2022
al 22/01/2023

Vernissage il 27/11/2022
alle ore 19:30

Orari&Visite dal lunedì alla domenica
dalle ore 7,30 alle ore 02,00

Testo critico

In un mondo sempre più complesso, individualista e frammentario è difficile pensare che possa ancora esistere un unico, grande immaginario collettivo. Una identità sociale univoca. Una grande agorà capace di radunare i simboli, le tradizioni, i miti, le credenze di un periodo storico, capace di definire i confini culturali di un popolo. Ancora in grado – sempre che lo sia mai stata – di incarnare lo spirito di un tempo e di raccogliere comportamenti e abitudini sotto il mantello di una memoria condivisa. Una icona bizantina straripante di luce che ci appare come una visione sfolgorante e che uniforma i ricordi e le immagini. Un oracolo visivo, fonte di verità
e di risposte infallibili.

Mentre prima erano l’arte, la storia, i costumi e quindi la cultura a forgiare l’immaginario collettivo di una società, oggi si sono invertite le parti. Piccole comunità collaborano alla creazione di un ecosistema narrativo più ampio: un universo composito, fatto di molteplici immaginari, ciascuno con il proprio linguaggio, la propria tradizione, i propri simboli, le proprie icone. Le nuove piazze digitali ci danno la possibilità di esprimere e condividere valori, opinioni, gusti e di sentirci parte di un processo pubblico di costruzione di nuove identità. Un gioco di intrecci di subculture che contribuiscono a intessere una narrazione comune. Non più uno sguardo univoco, bensì una visione composita in grado di rivelare la complessità della nostra contemporaneità.

Mi fa schifo l’immaginario collettivo è un sintomo, una prova di resistenza alla forza uniformante di un immaginario diventato anacronistico che, forse inconsapevole, condensa la diversità riducendola a una narrazione generalizzata e stereotipata. Una dichiarazione forte, irriverente e allo stesso tempo una provocazione che incarna in sé l’oggetto della sua lotta. Attraverso le opere in mostra, Giulia Atzeri crea il suo ecosistema personale: una serie di vecchie fotografie di Cagliari, manomesse dall’artista, anticipano un dialogo a due voci con una serie di grandi pennellate su fogli trasparenti. Lo spazio comune tra le due diventa il gesto pittorico, impulsivo, convulso e indefinito, come ricorre in tutto il suo lavoro: è un monito che ci incanta e poi ci scaccia. Una forza centripeta e centrifuga allo stesso tempo, che ci inganna catturandoci dentro un ricordo lontano e subito dopo ci respinge, ributtandoci nel mondo presente.

I fogli su cui l’artista dispone con foga una cosmologia di macchie di colore creano un sistema camaleontico che cerca di emanciparsi da una conformità: metamorfico eppure stabile, sfrutta la trasparenza per cambiare costantemente identità o per cambiarne la sua manifestazione mentre la materia pittorica resiste, ferma nelle sue posizioni, nelle sue istanze guerrigliere proclama la sua unicità per contrapposizione. Contemporaneamente grandi ombre e figure amorfe incombono sulle vedute di una città lontana nel tempo, che cercano di ricostruire un immaginario fatto di ricordi mentre le pennellate riscrivono una storia personale che non cerca una condivisione, ma che piuttosto vuole raccogliere una comunità attorno a una riflessione: non è forse questo il meccanismo perverso dell’immaginario collettivo, includere eppure escludere, aggiungere eppure sottrarre?

Ilaria Pisanu

Biografia

Giulia Atzeri, classe 1990, è una pittrice e libraia originaria di Soleminis, che attualmente vive e lavora a Cagliari. Cresciuta tra le campagne del Sud Sardegna, si è formata in grafica d’arte presso il Liceo Artistico Foiso Fois di Cagliari facendo di cromie forti, libri e musica il suo pane quotidiano.

La sua ricerca visiva è intrisa di strane creature dai tratti femminili, dall’animo agitato, potenti eppure aggraziate; Anime Salve ai margini di un mondo ordinato. Figure che si tramutano in grandi macchie pittoriche, inquiete, concentriche, quasi esasperate nel gesto, nei colori, nelle forme.