Tomaso Binga – Io sono una carta…
Nel contesto della mostra Ri-Materializzazione del Linguaggio 1978-2022, la Fondazione Dalle Nogare presenta Tomaso Binga. IO SONO UNA CARTA… un’azione, lettura, performance… poetica
Comunicato stampa
Nel contesto della mostra Ri-Materializzazione del Linguaggio 1978-2022, la Fondazione Dalle Nogare presenta il 9 dicembre alle ore 20.00, Tomaso Binga. IO SONO UNA CARTA... un'azione, lettura, performance... poetica, introdotta dai curatori della mostra Cristiana Perrella e Andrea Viliani. Alle ore 19.00 ci sarà una visita guidata con i curatori.
Proponendosi come la prima delle attivazioni della mostra previste nel programma pubblicoFondazione Live, e che saranno proposte a cadenza periodica, e riproponendo il titolo di un componimento dell'artista (Io sono una carta, 1977), l'evento contribuisce non solo ad approfondire la partecipazione dell'artista alla mostra connettendola al suo più ampio percorso di ricerca, ma ne attiva la partecipazione stessa attraverso la condivisione pubblica di un linguaggio non solo scritto e raffigurato ma anche agito, attraverso il gesto e il corpo. Attivandosi quindi periodicamente, la mostra stessa si riconfigura come un'analisi dal vivo e in tempo reale del confine in continua ridefinizione fra parola e immagine, opera e documento, mostra e libro, manufatto e corpo, autore e fruitore.
Tomaso Binga è l'alter ego, illusivamente ma volutamente maschile, di Bianca Menna (Salerno, 1931), espressione di un'artista che mette in questione il sistema dell'arte e i meccanismi di produzione e condivisione della conoscenza a partire dal grado zero della comunicazione e dell'espressione identitaria: la parola e il linguaggio. La pratica dell'arte come scrittura, che caratterizza il percorso artistico-esistenziale di Binga, trova nell'uso di parola, gesto e corpo un esito organico e radicale, intimo e al contempo condiviso.
Dalle prime performance affidate al gesto (Vista Zero, 1972) e alla scrittura (Nomenclatura e Ordine Alfabetico 1973- 1974), Binga passa nel 1977, con Poesia Muta, Ti scrivo solo di domenica e Io Sono una Carta, a performance poetiche affidate esclusivamente alla sonorità della parola stessa, di chiara matrice femminista, configurandosi come una denuncia della condizione della donna costretta ai margini di una società patriarcale e maschilista. Binga riscopre i valori ritmici e timbrici della parola per conferire densità e personalità proprie al verso poetico, in cui il significato e il significante s'intrecciano in un continuum di allusioni, prevaricazioni e sconfinamenti reciproci, in grado di reinventare, incorporandolo, il linguaggio stesso.
Ironia dissacrante, utilizzo del nonsense e ribaltamento del luogo comune, sovrapposizione fra poesia scritta, poesia visiva (composta da parola e immagine) e poesia recitata sono gli elementi destabilizzanti delle sue poesie performative, in cui l'energia gestuale e la dinamica corporea ricercano e stabiliscono un tramite diretto tra il testo e il suo fruitore, chiamato a reagire attivamente all'inedita prossimità con la provocazione, tanto linguistica quanto intellettuale, del poetare di Binga. "Il mio corpo è anche il corpo della parola", dichiara del resto l'artista. Binga, come ha sottolineato Stefania Zuliani, è infatti un "poeta totale che sfugge con inflessibile allegria agli obblighi del genere e vuole sopra ogni cosa appartenere al mondo, costruisce il suo flessibile alfabeto fatto di segni e gesti sonori, di accenti e invenzioni irriverenti, lavorando appunto sul corpo, sul suo stesso corpo di donna che, fuori dalle convenzioni, da ogni connotazione sociale, diviene inequivocabilmente lettera e simbolo".
Con il gentile sostegno della Provincia autonoma di Bolzano e Gasperotti Safety & Comfort Doors.