Le grandi installazioni di Alfredo Zelli in mostra a Roma
Mettono in dialogo passato e presente le opere di Alfredo Zelli in mostra da Blocco 13 a Roma. Evocando le sensazioni più disparata in visitatori e passanti
Blocco 13, la galleria in vista del Gasometro a Roma, ospita due grandi opere di Alfredo Zelli (Roma, 1957), artista dalla lunga esperienza, che qui trova un felice compimento.
Il piccolo spazio è invaso senza patirne: all’interno campeggia Canto continuo, complessa macchina espressiva, mentre un giardinetto contiguo alla strada, su cui si affacciano passanti incuriositi, accoglie L’urlo della sibilla. La semplicità della situazione ambientale contrasta efficacemente con la potenza dei lavori, concentrato di sapienza formale, energia comunicativa, incrocio di fonti, mistero della composizione colta ma naturale.
Imperiosa e tragica, la Sibilla emerge da un intreccio di membra trasparenti e plasticate, ridisegnate dalle tracce della fusione che salda le parti. Atletica e michelangiolesca di spalle, è disperato burattino metafisico di fronte.
LA MOSTRA DI ALFREDO ZELLI A ROMA
Nella sala una struttura in metallo tiene sospesi come panni al sole fogli trasparenti di acetilene, sui quali Zelli ha dipinto alcune sagome. Le figure affiorano dalle superfici come fantasmi – davanti colorati, sul retro oscuri monocromi –, esigendo una progressiva messa a fuoco. Né installazione né opera figurativa, la gabbia appare come epifania dell’immagine, utero di una visione storica e mitica, i cui riferimenti iconografici s’incrociano con la cultura personale e collettiva: una sagoma alza le mani al cielo come un Laocoonte, o un’adlocutio imperiale, oppure il gesto giottesco della pietas sul compianto. Sul retro, le sagome oscillanti si fanno misteriose come figure in preghiera, o deposizione, o rituale pagano.
L’immaginazione di Zelli intercetta quella di ciascuno, spettatore consapevole o passante curioso, in una feconda sinergia. Qualunque evocazione riaffiori, le arti e i saperi dialogano, pescando nella cultura figurativa e poetica di ognuno, in un dialogo perenne tra passato e presente, memoria comune e personale, gioia del ricordo e del presente.
Francesca Bottari
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