Delphine Valli – The Impossible Present

Informazioni Evento

Luogo
ALBUMARTE
Via Flaminia 122, 00196, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
06/12/2022

ore 18

Artisti
Delphine Valli
Generi
presentazione, incontro - conferenza

Presentazione e dibattito sul progetto e sulla
residenza presso LE 18 Derb el Ferrane, Marrakech (Marocco).

Comunicato stampa

AlbumArte
presenta

Delphine Valli
THE IMPOSSIBLE PRESENT

Presentazione e dibattito sul progetto e sulla
residenza presso LE 18 Derb el Ferrane, Marrakech (Marocco)

Supporto curatoriale di Melania Rossi

Interverranno con l’artista e la curatrice: Elisa Zorzi e in collegamento dal Marocco: Karim El Achak, Amine Lahrach, Philippe Lauro-Baranès, Juan Palao, Muhammad Valsan

(Interprete in consecutiva: Giustina Pennisi)

Martedì 6 dicembre ore 18.30
AlbumArte | Via Flaminia 122, Roma

Martedì 6 dicembre 2022 alle ore 18.30 ad AlbumArte Centro di produzione artistica indipendente di Roma e partner culturale del progetto, avrà luogo la presentazione di The Impossible Present e della Residenza d’artista a LE 18 Marrakech. L’artista dialogherà con Melania Rossi, a cui si deve il supporto curatoriale, Elisa Zorzi e in collegamento dal Marocco, Karim El Achak, Amine Lahrach, Philippe Lauro-Baranès, Juan Palao, Muhammad Valsan (Interprete in consecutiva Giustina Pennisi).

La residenza artistica The Impossible Present, progetto di ricerca con residenza estera, vincitore della X edizione dell’Italian Council, si è svolta presso lo spazio culturale multidisciplinare LE 18, situato nella vecchia medina di Marrakech (Marocco), dal 14 agosto al 27 ottobre 2022.
Partner Culturali del progetto: Marsiglia Mucem, Dipartimento della Ricerca, Opera Mundi, FAI-AR a La Cité des Arts de la Rue, Les Ecrans du Large a La Friche Belle de Mai, Roma AlbumArte, LE 18 Marrakech, Marocco Sponsor tecnico: Parallelo42 Contemporary Art.
La residenza d’artista avrebbe dovuto inizialmente svolgersi presso La MaisonDAR ad Algeri, città dove Delphine Valli ha vissuto con la famiglia fino ai suoi 16 anni ma non è stato possibile realizzarla in Algeria per motivi burocratici. Ha avuto luogo in un altro paese del Maghreb rimanendo così concettualmente fedele alle intenzioni iniziali, volte a riflettere sulle radici della cultura personale dell’artista e sull’influenza di queste ultime sulla sua produzione artistica.
L’impossibilità effettiva di ricongiungersi con l’Algeria non solo ha nutrito la riflessione di Delphine Valli sulla questione del ritorno, spesso ritenuto utopico o impossibile, ma ha anche permesso all’artista di integrare effettivamente questo nuovo luogo materiale, mentale e concettuale al proposito iniziale. Delphine Valli riconosce questa città, che ha vissuto tanto intensamente, come decisamente inscindibile dalla sua esperienza artistica, considerando la nuova via aperta a

Marrakech come elemento essenziale per mettere in luce delle risposte che solo l’impossibilità di andare ad Algeri poteva fare emergere.
Il Possibile nel cuore dell’Impossibile ha iniziato a farsi strada in modo capillare a livello esistenziale e artistico.

Una densa rete di incontri all’origine di scoperte delucidanti ha allargato la prospettiva dell’artista, confermando che la via verso la Conoscenza passa per l’Altro.
Questa presentazione nasce quindi dall’idea, sorta spontaneamente, di mettere in dialogo tra loro le persone che più sono state determinanti nella ricerca dell’artista durante la sua residenza in Marocco:

Karim El Achak, architetto diplomato della Scuola Politecnica di Torino in Architettura con specializzazione in Urbanismo conseguita all’Istituto di Architettura di Venezia. Nel 2017 crea l’Atelier Kel a Marrakech, Studio di Architettura, Urbanismo e Design. È stato docente in Architettura e Urbanismo all’ENAM (Scuola Nazionale di Architettura di Marrakech) e attualmente, alla UIR (Università Internazionale di Rabat). Tra le partecipazioni, è stato curatore della II edizione della Biennale di Architettura di Marrakech nel 2014. Se dissocia l'Architettura dall'Artigianato, invita, una volta definiti i suoi progetti nei loro volumi e i loro spazi, gli artigiani a interpretare liberamente il linguaggio tradizionale di cui sono depositari e mira a fare accedere la grande tradizione architettonica marocchina alla modernità.

Amine Lahrach, artista che si occupa di arti performative, visive e slam poetry. Partendo dai modi di dire quotidiani, il suo approccio si basa sull'attrito sociale, sullo sfregamento dato dall'incontro tra lui e la società, per reinterpretare la riflessione sociale, che è il pensiero collettivo su "ciò che sta intorno". Dopo diverse esperienze nella scena underground di Casablanca, nel 2018 entra a far parte di Qanat e nel 2019 di LE 18. Nel 2020 dà inizio al progetto Safina volto a esplorare nuove forme di agire collettivamente e riabitare gli spazi urbani di Safi (Marocco).
Philippe Lauro-Baranès, curatore di KamarStudios_Morocco, con Khalid Içame, Ouled Kamar Ensemble, Maâlem Abbès Larfaoui Baska.
Juan Palao, ha studiato lingua e letteratura araba a Siviglia. Risiede dal 2011 a Marrakech, dove ha lavorato come traduttore e bibliotecario, in particolare a Dar al-Ma'mûn e alla biblioteca della Fondazione Jardin Majorelle presso il Museo Yves Saint Laurent. E’ responsabile della moderazione di incontri con gli artisti a Marrakech in vari spazi, come LE 18 o la Voice Gallery. È relatore all'ESAV Marrakech su argomenti che spaziano dai grandi classici letterari alla smaterializzazione nell'arte contemporanea.
Muhammad Valsan, direttore della rivista Science sacrée e dell'omonima casa editrice, specializzata nello studio comparativo dei testi fondanti e del simbolismo. Particolarmente impegnato nel dialogo interreligioso, partecipa a numerose conferenze internazionali. Attualmente è Professore di Etica dell'Architettura presso la Scuola Nazionale di Architettura di Marrakech (ENAM).
Elisa Zorzi, specializzata in Mediazione culturale e Migrazioni nel Mediterraneo. Nel 2021 effettua uno stage presso LE 18, durante il quale indaga in modi in cui il mondo dell'arte contemporanea si rapporta alla produzione artistica “non occidentale”. Dal 2021 lavora al progetto Safina, per esplorare nuovi modi di pensare e vivere la città attraverso una geografia intima ed emotiva. Nel 2022 ha redatto la pubblicazione Tighaline – Underwater Revelations, che ha presentato il progetto Safina a Documenta 15.
Melania Rossi, supporto curatoriale del progetto, critica d'arte e curatrice con base a Roma. Laureata in Lettere con specializzazione in Storia dell'Arte all'Università di Firenze, ha poi conseguito un Master in Art Management. Ha curato mostre in spazi pubblici e privati in Italia e all'estero e ideato e co-curato mostre nell'ambito di festival e biennali internazionali come

Romaeuropa Festival e Manifesta. Lavora a stretto contatto con artisti di diverse generazioni, che supporta in progetti personali e collettivi. Come autrice, cura cataloghi di mostre, scrive saggi per pubblicazioni e riviste d'arte, ha ideato e scritto programmi d'arte per la televisione italiana.

Giustina Pennisi, interprete nel dibattito, nata in Sicilia, sulla costa orientale, tra l’Etna e il mare Ionio da una famiglia nobile, severa ma aperta e accogliente, impregnata di arte e cultura. Si è diplomata a Roma la Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori. Aderisce a ASSOINTERPRETI, Associazione Nazionale Interpreti di Conferenza Professionisti, di cui è tuttora socio attivo. Vive a Roma viaggiando per lavoro, curiosità e voglia di conoscere il mondo, è stata interprete tra gli altri di Andrej Tarkovskij, Clint Eastwood, Tahar Ben Jaloun, Isabel Allende. Nel 2009 ritorna in Sicilia dove continua a svolgere il suo lavoro di interprete e traduttrice con la stessa cura ed entusiasmo di sempre.
Note biografiche
Delphine Valli vive e lavora a Roma dove si è diplomata all’Accademia di Belle Arti in Scultura nel 2002. La sua ricerca artistica ha origine dalla fascinazione provata nell’osservare l’ambiente circostante e interroga l’apparente immutabilità delle cose. Esplora le tensioni che si creano tra l’intervento artistico e lo spazio, coinvolgendolo come elemento plastico. Con il termine scultura identifica un interesse che ruota attorno allo spazio, alle sue qualità intrinseche - visibili e non - e ad un esito che non metta in gioco valori simbolici bensì una connessione con la natura stessa della nostra esperienza.
Vincitrice dell’Italian Council, X edizione, Grant di ricerca con residenza estera, 2021. Tra le mostre e partecipazioni, La Forma dell’Oro / Cosmic Attraction (Building, BuildingBox, Milano, 2021); Real Utopias (Maison R&C, MANIFESTA13 Les Parralèles du Sud, Marsiglia, 2020); Climax (AlbumArte, Roma, 2019); Fenêtre jaune cadmium (Institut Français | CCSL, Roma, 2018); Hors les murs (Galerie]S[Mortier (Digital District Art, Paris, France, 2017); Tutorial Sirtaki (MAXXI, Roma, 2017); Artisti a confronto (Suzhou Jade Carving Art Museum, Suzhou, Cina, 2016); XXVI° Biennale di Scultura (Palazzo Ducale, Gubbio, 2016); Seminaria Sogninterra (Festival Biennale di Arte Ambientale, Maranola, 2016); Ecstatic motion (Arteealtro, Roma, 2016); Dodici stanze (CIAC, Genazzano, 2015); Artsiders (Galleria Nazionale dell'Umbria, Perugia, 2014); Les révoltes logiques (Arteealtro, Roma e presso Intragallery, Napoli, 2014); Entre Nous #2 (Muga, Roma, 2014); Circumambulazione (Ex Elettrofonica, Roma, 2009), seguita dai Martedì Critici (Via Carlo Botta 28, Roma, 2010); Godart (MuseoLaboratorio Ex Manifattura Tabacchi, Città Sant’Angelo, 2009 e 2010); Instead of here (Ex Elettrofonica, Festival Euromediterraneo Altomonte, 2010); Geografia della soglia (Ninni Esposito arte contemporanea, Bari, 2010); Premio Giovani 2009 Segnare / Disegnare ( Accademia Nazionale di San Luca, Roma, 2009). È docente di Tecniche Performative per le Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
LE 18 Marrakech è uno spazio culturale multidisciplinare fondato nel 2013 e situato nella vecchia medina di Marrakech. Il suo obiettivo è fornire tempo e spazio per la ricerca, la creazione, l'incontro, l'apprendimento reciproco e l'impollinazione incrociata delle conoscenze. Lo spazio si è sviluppato organicamente e attraverso un'etica collaborativa e aperta, (dis)imparando da e in dialogo con le varie comunità con cui lavora, in una pratica istituzionale basata sull'orizzontalità e sulla collaborazione. Attraverso una rete fluida di collaboratori e vari formati, tra cui mostre, residenze, conversazioni, workshop e pubblicazioni, LE 18 è diventato una piattaforma di apprendimento collettivo, che ascolta e affronta criticamente le molteplici dinamiche, i processi e le infrastrutture che plasmano la vita culturale, politica ed economica del suo ecosistema locale e trans-locale.